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2000: INCONTRI RAVVICINATI DI CERTI TIPACCI

Il comandante Alfred, del centro spaziale di New York, era preoccupato: un'ora prima Kate, la sua assistente, l'aveva avvertito che c'era qualche problema.
Kate arrivò e lo informò: "Comandante, è più grave di quanto pensassimo.". "Non si sarà mica guastata la macchinetta del caffè!", rispose spaventato Alfred. "No, non così grave: semplicemente, sul radar abbiamo individuato un'astronave costruita secondo leggi estremamente sofisticate, forse di derivazione aliena.". "Quanto sofisticate?". "Corazza in acciaio fuso, impenetrabile. Cannoni laser ad altissima precisione. Airbag anche sui sedili posteriori. Giunture cromate.". "Caspita, è davvero preoccupante. Arrivo subito!". Il comandante seguì Kate al radar, il quale indicava che l'astronave era ormai molto vicina alla terra, e dietro a questa stava arrivando una serie di 7 astronavi più piccole. "Se non sono Biancaneve e i sette nani, bisogna informare subito il presidente e le autorità. Lo faccia immediatamente, Johnny.". Johnny, il vice di Alfred, si precipitò, ma siccome si trovava coi piedi già a terra, non si fece nulla. Andò quindi ad avvisare il presidente.
Le astronavi, intanto, si erano fermate a due o trecento metri dal suolo. "Kate, è in grado di analizzare quelli che sono a bordo delle navi?". "Lo sto facendo, comandante: hanno cinque protuberanze che potrei indicare come mani: per essere equilibrati, però, hanno due dita per mano. Sono orribili, spettinati e con le orecchie sporche. Ognuno è in grado di parlare circa cinquecento lingue, tra cui inglese, tedesco e antico dialetto ungherese. Pare infatti avessero una nonna di quelle parti.". "Avrei giusto bisogno di tradurre un paio di lettere ricevute dalla base tedesca. Pensa che abbiano voglia di darmi una mano?". "Non penso proprio: anzi, a quanto ho capito dalla loro analisi cerebrale credo vogliano attaccarci!". "Pre...prego?!?". "Si, comandante. Dal nostro osservatorio, temono che stiano preparando i raggi laser.".
"Comandante, ho dato l'allarme. Il presidente ha mandato tutti i rinforzi che ha potuto: ci ha mandato anche suo figlio, che era curioso di vedere gli alieni.". "Johnny, da quell'astronave si stanno preparando ad attaccarci. Prepari subito tutte le armi che abbiamo a disposizione! E attivi lo scudo protettivo, speriamo che basti! Io vado in bagno, me la sto facendo addosso dalla paura...".
Espletati i suoi bisogni, Alfred tornò in sala comandi. "Kate, come procedono le cose?". "Il nemico ha ripreso ad avvicinarsi, ormai sono a un centinaio di metri da terra. Il capo della polizia ha letto agli alieni i loro diritti, con un megafono. Quelli li hanno capiti, ma hanno opposto resistenza all'arresto, e alla richiesta dei documenti di guida hanno risposto caricando il loro cannone. Le squadre di polizia hanno fatto fuoco sull'astronave, ma non gli hanno fatto neanche un graffio." In quel momento, si sentì un terribile boato. "Che succede, John?", chiese Alfred. "Comandante, l'astronave ha sparato. Lo scudo protettivo per ora ha retto, ma non resisterà a un secondo colpo, temo.". "Sono pronti tutti i missili?". "Si, comandante.". "Li lanci, allora. Non penso che sia il caso di passare alle minacce verbali.". Dato l'ordine, i missili furono lanciati contro il gruppo di astronavi. "Comandante, le piccole astronavi hanno accusato il colpo e si stanno allontanando, ma a quella grossa i nostri missili fanno il solletico.". "Kate, controlli se l'astronave più grande soffre il solletico.". Kate osservo l'astronave, ai raggi X. "Comandante, credo che abbiamo colpito la zona motori: probabilmente lì sono sensibili al solletico.". "Coraggio, Johnny, carichi altri missili e punti su quella zona!". "Comandante, cosa ne dice se tentassimo di inviare un virus sul computer dell'astronave?", propose Johnny. "Lasci perdere, certe cose funzionano solo nei film di serie B. Pensi ai missili, piuttosto.". Un altro boato squarciò il silenzio, anche se in realtà c'era un gran casino. "Comandante, lo scudo protettivo è distrutto. Il prossimo colpo ci disintegrerà.". "Non è il momento di portare jella, Johnny. Presto, lanci quei dannati missili!". Fu un attimo: i missili partirono, verso la zona indicata. Al contatto con l'astronave, le aprirono la zona motori e la distrussero. Su un enorme display elettronico, dall'astronave, apparve la scritta: "GAME OVER. Vuoi fare un'altra battaglia? Y - N". Un ultimo missile fu lanciato contro l'enorme N, e l'astronave aliena si ritirò.
"Peccato,", disse Johnny, "volevo fare un'altra partita...".

 

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