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POTIT LUNGO LA PISTA
ROMA - LE HAVRE
Potit, il famoso investigatore francese, era in volo verso l'Italia, all'interno di un aereo, naturalmente: era stato contattato dalla polizia italiana per un presunto traffico di droga tra l'Italia, appunto, e la Francia. Ma il nostro eroe era assolutamente poco disposto a questo viaggio. Infatti il suo collega e amico, Asti
Cinzano, non aveva potuto seguirlo, perché aveva dovuto soccorrere la madre malata. Che strano, però: Asti era orfano di madre! Che gli avesse tirato il pacco?
Nooooo...
Mentre Potit era immerso in questi pensieri, lo speaker annunciò l'imminente arrivo all'aeroporto di Fiumicino: "Un aeroporto serio", pensò lui, "non può avere un nome così infantile!". Sceso dall'aereo, poco dopo, incontrò al posto prefissato, un pilastro vicino ad altri due pilastri (la polizia romana era stata oltremodo precisa), l'uomo che lo avrebbe accompagnato nel corso dell'indagine. "Buongiorno: Hercule
Potit, vero?". "Così mi hanno detto...". "Sono il capo della polizia di Roma, Eduardo
Tamraz.". "Lei non è italiano, vero?". "Molto arguto: come l'ha capito?". "I miei metodi d'indagine sono segreti, la mamma mi ha detto di non dirli agli sconosciuti!". "Come è andato il volo?". "Prima è salito, poi è andato dritto e poi è
sceso.". Vedendo così ciarliero Potit, il capitano Tamraz gli disse secco: "Mi segua, l'accompagno in centrale!".
Una volta arrivati alla centrale di polizia, il sergente che li aspettava disse: "Capitano, ci sono novità: pare che gli scambi avvengano all'interno di un bar, il "Le
Chuck", in Via delle Scimmie al numero 3.". "Ottimo, sergente
Threepwood: mandi una squadra a controllare il posto.". "Mando la Roma o la Lazio, capitano?". "Meglio la Lazio, la Roma è in
ritiro.". Dopodiché, Tamraz si rivolse a Potit: "Dunque, Potit: si tratta di un traffico di cocaina tra grosse organizzazioni criminali, piuttosto pericolose, ma proprio dei
cattivoni. Come ha sentito dal mio collega, gli scambi potrebbero avvenire in un bar qui a Roma: ora però penso che vorrà andare in albergo, le do l'indirizzo...". "No, mi ripeta l'indirizzo del bar: andrò lì e chiederò per un
albergo.". "D'accordo: Via delle Scimmie 3. Ma mi raccomando, non intervenga da solo. Qui chi dirige le indagini sono io!". "Non capisco come le possa essere venuta in mente una simile
idea.", disse Potit, e uscì. Pochi secondi dopo, Tamraz disse:
"Threepwood, lo seguo, si caccerà sicuramente nei guai.".
Potit si recò con un taxi al bar. Qui, gli sembrò di vedere due uomini che trafficavano nel bagagliaio di un'auto. "Mani in alto, polizia!", urlò, estraendo la pistola. E quelli risposero: "Poliziotto, vattene in fretta, se non vuoi che ti togliamo di mezzo noi!". Mentre Potit pensava quale delle due ipotesi fosse migliore, quelli iniziarono a sparare verso di lui. Nello stesso momento, arrivò di corsa una macchina e l'uomo al volante sparò contro i due
birbantelli. Potit vide nell'auto Tamraz, e ci salì, subito prima che questo partisse sgommando. Quando furono al sicuro, Tamraz disse a
Potit: "Le avevo detto di non agire. L'ho fatto solo perché so che quella è gente senza scrupoli sulla lingua! Dato che dobbiamo fare squadra, perché non proviamo ad unire i nostri sforzi?". "D'accordo, sono stato un imbecille, impulsivo e tutti gli altri aggettivi che iniziano per
im. E' ora di collaborare. E grazie per avermi salvato, mio principe.". "Oh, mia dolce fanciulla come avrei potuto abbandonarti?".
Era sera, ormai, e Potit tornò in albergo, per ripresentarsi alla centrale il mattino dopo.
"Buongiorno, Potit: tutto bene?". "Tutto a posto, Tamraz.". "Stavo pensando che potremmo andare a fare colazione al Le
Chuck, e intanto dare un'occhiata all'interno del posto: che ne dice?".
"Volentieri.".
Una decina di minuti dopo erano al "Le Chuck", e stavano ordinando la colazione. Mentre aspettavano il cameriere, ascoltavano distrattamente le varie conversazioni: "Cameriere, c'è una mosca nel mio caffè: io ne avevo ordinate
due.". "Che strano tempo, non si sa più come vestirsi.": "Davvero, pensi che stamattina mi sono messo un calzino
nell'orecchio.". "Quante bustine di zucchero, signore?": "500.000,
grazie.". Fu un attimo: Potit e Tamraz si scambiarono uno sguardo d'intesa e scattarono in piedi, correndo a bloccare I due. Potit apri una delle bustine che stavano per essere consegnate, e non era zucchero ma, come pensavano, cocaina. Una macchina della polizia, chiamata da Tamraz nel frattempo, giunse sul luogo e fece salire i due per portarli là dove il sole batte attraverso le sbarre d'acciaio. E Potit disse loro: "E ricordatevi che a Potit non la si fa, soprattutto quando è in coppia con il capitano
Tamraz!".
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