Chi è Santa Rita
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Margherita Lotti nasce in Umbria, a Roccaporena, piccolo villaggio in comune di Cascia, da genitori cristiani, probabilmente nel 1371. Il padre era "giudice di pace".
Sposa Paolo di Ferdinando Mancini, da cui ha due figli.
Rimane vedova per l'assassinio del marito e, dopo non molti anni, perde anche i figli, pare, per malattia.
Con molte difficoltà riesce ad entrare nel convento agostiniano di Cascia, dove rimane per circa 40 anni, salvo per un pellegrinaggio a Roma in età avanzata, e dove muore il 22 maggio del 1447 (alcuni collocano la morte nel 1457).
Il suo corpo è tuttora conservato nel santuario di Cascia, adiacente al convento.







La rosa sul letto di morte

E' una sposa che accompagna con grande pazienza il marito, di carattere difficile, in un cammino di conversione, è una mamma, preoccupata della sorte eterna dei figli più ancora che della loro stessa vita terrena, è una vedova e una mamma che ha perso i suoi figli.


La santa del perdono


Provata dolorosamente, Rita si impegna con generosità per la riconciliazione, in una società segnata da odi e violenze. Sarà infine una suora fedele alla sua vocazione nell'obbedienza, nella vita povera, nell'intensa preghiera e nella carità verso molte persone provate da sofferenze fisiche e morali. Tutti troveranno in lei aiuto e conforto
Rita è una mistica, una stigmatizzata (come un altro grande santo dell'Umbria, Francesco d'Assisi, come padre Pio) che porta sulla fronte per gli ultimi 15 anni la "piaga della spina", segno della partecipazione alla passione di Gesù. Il Gesù di Rita è il crocifisso, davanti al quale viene normalmente raffigurata in preghiera.
Morta in fama di santità, fu fin dall'inizio oggetto di grande devozione popolare.


La santa "degli impossibili"


E' testimone con la sua vita della potenza della grazia divina, che opera nei suoi santi meraviglie di amore e di perdono, che apparivano impossibili alla natura, e intercede per noi presso Dio a cui niente è impossibile.


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