11^ DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (C)
Antifona
d'Ingresso
Ascolta,
Signore, la mia voce:
Colletta
O
Dio, che non ti stanchi mai di usarci misericordia, donaci un cuore penitente e
fedele che sappia corrispondere al tuo amore di Padre, perché diffondiamo lungo
le strade del mondo il messaggio evangelico di riconciliazione e di pace. Per il
nostro Signore Gesù Cristo...
1^
Lettura
Dal secondo libro di Samuele
In
quei giorni, Natan disse a Davide: “Tu sei quell'uomo! Così dice il Signore,
Dio d'Israele: Io ti ho unto re d'Israele e ti ho liberato dalle mani di Saul,
ti ho dato la casa del tuo padrone e ho messo nelle tue braccia le donne del tuo
padrone, ti ho dato la casa di Israele e di Giuda e, se questo fosse troppo
poco, io vi avrei aggiunto anche altro.
Salmo
Beato
l'uomo a cui è rimessa la colpa
Beato
l'uomo a cui Dio non imputa alcun male
Ti
ho manifestato il mio peccato,
Ho
detto: "Confesserò al Signore le mie colpe"
Tu
sei il mio rifugio, mi preservi dal pericolo,
Gioite
nel Signore ed esultate, giusti,
2^
Lettura
Dalla lettera di San Paolo ai Galati
Fratelli,
sapendo che l'uomo non è giustificato dalle opere della legge ma soltanto per
mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Gesù Cristo per
essere giustificati dalla fede in Cristo e non dalle opere della legge; poiché
dalle opere della legge non verrà mai giustificato nessuno”. Sono stato
crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa
vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha
dato se stesso per me.
Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Il regno dei cieli è vicino; convertitevi e credete al vangelo.
Alleluia.
Vangelo
Dal vangelo secondo Luca
In
quel tempo, uno dei farisei invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa
del fariseo e si mise a tavola.
RIFLESSIONE
Tutta la riflessione di questa domenica si incentra sul tema del peccato, delle sue conseguenze, sul riconoscere la propria colpa e rendersi disponibili a ricevere quella che è la misericordia di Dio che cerca la strada per manifestarsi a ciascuno di noi. Un primo ostacolo sta proprio nel non riconoscere il peccato. Noi viviamo in un mondo in cui è facilissimo vedere il peccato e le conseguenze di esso: basta aprire il giornale di questa mattina per scoprire che l’egoismo di molti permette che ci siano guerre dove poi centinaia di persone sono coinvolte, alcuni muoiono, altri soffrono, altri arrivano a stati enormi di povertà mentre alcuni guadagnano enormemente grazie alle armi; basta guardare nella nostra “civilissima Italia” per scoprire omicidi, ingiustizie, dissolutezze, oppressioni di poveri e di minori, povertà trascurate… e basta entrare in noi stessi per scoprire che molte delle nostre azioni non sono dettate dalla fede, dall’amore per gli altri, dal vivere il vangelo al cento per cento. Se fosse così perché allora le divisioni all’interno delle nostre famiglie, le lotte per un pezzetto di eredità, i rancori che durano anni e che rendono tristi e malati, le piccole o grandi vendette, il volere emergere ad ogni costo, il considerare gli altri solo come potenziali nemici sui quali prevalere, il mettere al centro delle nostre scelte il denaro, il non saper più vedere il bene…? Dunque il peccato e le sue conseguenze ci sono sia a livello personale che a livello dell’umanità intera. Perché allora molti dicono che non esiste? Perché nascondendoselo pensano di esserne esenti (“se tutti facessero come me il mondo andrebbe meglio”). Davide invaghitosi di una donna non aveva esitato a farne uccidere il marito pur di averla e si nascondeva questa colpa, forse si giustificava davanti a se stesso dicendo che l’amore per lei era troppo grande, ma ecco il profeta che lo mette davanti alle sue responsabilità personali e religiose e Davide che voleva diventare il difensore del povero che era stato derubato dell’unico agnello in suo possesso da parte di un ricco si accorgere di essere stato lui quel ladro e quell’omicida. La prima strada per vincere il peccato è saperlo riconoscere. La donna del Vangelo che si reca da Gesù con un vasetto di unguento profumato e che si mette ai suoi piedi e che piange, dimostra con i gesti di aver riconosciuto il suo peccato: i gesti stessi dicono il suo pentimento. Non è allora questione di diventare masochisti che vedono peccati da tutte le parti e che si auto flagellano per essi, non è questione di diventare ipocriti che si dicono cattivi più di quello che sono perché altri possano poi considerarli più buoni di quello che sono. Si tratta di vedere con realismo i fatti della nostra vita sapendo riconoscere in noi e nel nostro mondo quello che è bene ed è secondo Dio e quello che invece è il male. Se mi accorgo allora che il peccato è qualcosa contro la volontà di Dio, è un qualcosa che non mi aiuta nella mia realizzazione personale ed è qualcosa che rende la vita più brutta e più difficile per gli altri e per il mondo, certamente vorrei venirne fuori. Ma mi accorgo che da solo non posso né perdonarmi né presumere di potercela fare pienamente. Dio è certamente contro il peccato. Lui è il Santo, il Vero, il Giusto. Ma il Dio che mi ha rivelato Gesù è anche il Dio Misericordioso, il Padre buono, Colui che non vuole la mia morte ma la mia salvezza. Ecco perché la peccatrice va da Gesù. Già l’antico testamento parlava di un Dio che avrebbe reso bianchi i peccati anche se fossero stati rossi scarlatti, di un Dio “lento all’ira e pieno di grazia”, ma poi Gesù ce lo ha fatto vedere pienamente. Se voglio allora essere perdonato dei miei peccati, se voglio provare la gioia della riconciliazione, se voglio scoprire l’amore, l’unica strada è andare con i miei peccati verso Gesù.
Vedete, noi qualche volta ci lambicchiamo il cervello per scoprire cosa potremmo offrire al Signore per lodarlo, ringraziarlo, rendergli onore. Gli antichi avevano pensato ai sacrifici di bestiame o all’offerta dei frutti della terra, ma Dio aveva detto loro che “suoi sono gli animali e le piante”, aveva detto di non essere assetato di sangue; abbiamo allora pensato alla preghiera che è cosa ottima purché non sia considerata moneta di scambio per ottenere perdoni e grazie; non abbiamo mai pensato che invece l’unica cosa veramente nostra che possiamo offrire a Dio sono i nostri peccati? Dio è felice quando un peccatore si rivolge a Lui non con la superbia e la supponenza di uno che si sente buono e che quindi accampa pretese ma come uno che con umiltà, con consapevolezza della proprie miserie gli mette nelle mani la propria povertà e il proprio peccato perché sa di non potersi perdonare da solo, ma sa anche che è Lui, Dio, a volere perdonare. E Dio vuole perdonare, vuole riabbracciarci. Non nasconde il peccato, ma più che il peccato guarda al peccatore e lo accoglie, lo ristabilisce nella dignità di figlio. L’unica cosa che gli chiede è quella di amare e di amare ancor di più (ricordate Pietro?) Sì, perché Dio cancella il peccato, ma e l’amore lo vince e lo sconfigge definitivamente.
Sulle
Offerte
O
Dio, che nel pane e nel vino doni all'uomo il cibo che lo alimenta e i
sacramento che lo rinnova, fa che non ci venga mai a mancare questo sostegno del
corpo e dello spirito. Per Cristo nostro Signore.
Dopo
la Comunione
Signore, la partecipazione a questo sacramento, segno della nostra unione con te, edifichi la tua Chiesa nell'unità e nella pace. Per Cristo nostro Signore.