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IL
MOMENTO DELLA CATECHESI: IO CREDO
8
SE
L’UNIVERSO E’ STATO CREATO DA UN DIO AMOROSO E ONNIPOTENTE
COME
MAI NEL MONDO C’E’ IL MALE E LA
SOFFERENZA?
Basta
aprire un giornale, o guardarsi intorno per farsi una lunga serie di domande:
Perché
i terremoti seppelliscono migliaia di vittime?
Perché
i cicloni che devastano intere città?
Perché
i bambini nascono handicappati?
Perché
anche il giusto e l’innocente soffrono?
Perché
i tiranni riescono a governare, a perseguitare e a portare i loro popoli alla
guerra?
E
se accettiamo Dio che sa tutto e tutto ama non sarà forse che questo mondo gli
sia sfuggito di controllo da tempo? Oppure il male sarà più forte di Dio
stesso?
Non
ci sono risposte facili a simili domande. il cristianesimo però riconosce la
realtà della sofferenza. Conserva il senso sia della grandezza che della
miseria del mondo, e questo con chiarezza che non si trova presso altre
religioni.
La
Bibbia racconta l’esperienza della sofferenza. Nell’Antico Testamento, la
storia di Israele comprende periodi di grande crisi e di disastri per l’intera
nazione. Il popolo sperimenta in Egitto la schiavitù, la malattia e la morte
nel deserto, e ancora la caduta di Gerusalemme, l’esilio di Babilonia. La
domanda “perché il giusto deve soffrire” percorre particolarmente il libro
di Giobbe.
Nel
Nuovo Testamento leggiamo che il Messia è stato crocifisso dopo essere stato
tradito da un amico intimo e rinnegato proprio dal popolo che era venuto a
salvare.
Anche
nella storia della Chiesa i cristiani hanno sperimentato e sperimentano
attentati e intimidazioni, persecuzioni e prigionia.
Davanti
a questi problemi proviamo anche noi, come gli uomini della Bibbia, con umiltà
a cercare una risposta.
SOFFERENZA
E MALE VANNO INSIEME
Quando
Dio creò il mondo, tutto era perfetto. L’uomo era in armonia con Dio, ed era
libero di esplorare e di godersi il mondo in cui era stato posto. E questa è la
storia di Adamo ed Eva nel giardino di Eden.
QUANDO
DIO CREO’ L’UOMO, GLI DIEDE UNA LIBERA VOLONTA’
Oltre
agli istinti e ai riflessi che ha in comune con il resto del regno animale,
l’uomo è l’unico ad avere la libertà di obbedire o di disobbedire a Dio.
La triste verità è che, fin dall’inizio, uomini e donne si sono ribellati a
Dio, e ogni individuo che viene all’esistenza è segnato dall’egoismo e
dalla superbia.
Questo
egoismo è chiamato dalla Bibbia “peccato”: un malessere dello spirito che
deteriora e si propaga, separando inevitabilmente gli uomini del Dio Santo, e,
conseguentemente, dividendoli tra loro.
Nella
storia di Adamo ed Eva, la Bibbia dice che l’intero creato fu danneggiato,
quando l’uomo divenne nemico di Dio.
CHE
COSA SIGNIFICANO ADAMO ED EVA E IL SERPENTE?
L’autore
della Genesi parla di “peccato delle origini”.
Presenta
la prima coppia umana in cui l’uomo di ogni tempo si può riconoscere.
il
paradiso significa la felicità iniziale che Dio ha donato all’uomo.
Tutto gli è offerto: può mangiare dei frutti di ogni albero, tranne che
“dell’albero della conoscenza del Bene e del Male”. Questo il limite che
gli è imposto. L’uomo non sta all’origine né di se stesso, né della sua
coscienza morale. Non è lui che decide autonomamente del bene e del male. Ma
egli vuole essere come Dio e dunque si nutre del frutto dell’albero che Dio si
era riservato: agisce “contro Dio e sceglie di comportarsi senza Dio”.
Quando
pecchiamo, cerchiamo istintivamente di discolparci attribuendo lo sbaglio
all’altro o ad altre cause esterne a noi. “Non sono stato io — dice Adamo
— è stata Eva!” ed Eva scarica tutte le colpe sul serpente,
l’ingannatore.
Quando
cadiamo preda del peccato, il male proviene da noi, ma ci sorprende anche come
qualcosa esterna a noi: siamo sedotti dal male.
Il
dramma della prima coppia umana è il dramma di tutta l’umanità. In effetti
noi sperimentiamo ogni giorno la nostra debolezza e, d’altra parte,
disobbediamo alla legge di Dio per nostra libera scelta.
Tuttavia
il passo della Genesi dice pure che non è stato l’uomo a prendere
l’iniziativa della ribellione: egli pecca anzitutto perché è stato
ingannato. E’ proprio quanto sperimentiamo anche noi nella nostra esistenza:
quando veniamo al mondo, il male c’è già. Lo subiamo e ce ne rendiamo
complici.
Non
siamo cattivi fin dall’intimo di noi stessi per natura: al contrario, afferma
la Bibbia, l’uomo è stato creato buono: è diventato peccatore perché ha
ceduto all’astuzia del Maligno. E così, vittime e complici del male, abbiamo
tutti bisogno di essere salvati.
Nella
prospettiva cristiana Gesù ci viene donato come “il Nuovo Adamo” che vince
il peccato e la morte. Eva è la madre dei viventi, Maria è la madre di Gesù e
dei fedeli. E’ la “nuova Eva”, la madre di un’umanità nuova.
Il
peccato delle origini è la complicità latente di ogni uomo, fin dal
primo istante della sua esistenza, con il male.
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