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IL
MOMENTO DELLA CATECHESI: IO CREDO 26
Come abbiamo già visto è difficile dare una definizione dello Spirito Santo. E’ solo con il cammino del pensiero della Chiesa che si è arrivati alle definizioni che noi affermiamo nel Credo. Giustamente la Sacra Scrittura ricorre a delle immagini per indicarci chi sia lo Spirito e come agisca in noi.
IL
VENTO
L’immagine dello Spirito che agisce come un vento impetuoso, non era nuova. Nell’Antico Testamento la parola ebraica per indicare lo Spirito era “ruach” che significa “vento” o “respiro”. E’ questo il vento che agita le acque (Sal. 18,11) dalle quali esce la creazione. Come l’aria che respiriamo ci porta la vita, così lo Spirito ci porta la vita di Dio: ci fa conoscere Dio e ci dà la forza necessaria per rispondergli in modo positivo. Un giorno, il profeta Ezechiele ebbe una visione di una valle coperta di ossa umane. Dio disse ad Ezechiele di chiamare il vento affinché soffiasse vita nuova in coloro che erano morti. Questa visione significava che Dio avrebbe soffiato nuova vita e speranza in coloro che avevano perso la fiducia in Lui. Allo stesso modo, lo Spirito Santo portò nuova vita ai discepoli nel giorno della Pentecoste.
IL
FUOCO
Giovanni Battista disse una volta a proposito di Gesù: “Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma Colui che viene dopo di me è più potente di me e io non sono degno neanche di portargli i sandali; Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco” (Mt. 3,11). L’immagine del fuoco era usata nell’Antico Testamento per mostrare la necessità che il male fosse distrutto. Gli idoli dovevano essere bruciati e i metalli raffinati per mezzo del fuoco. Il profeta lsaia si servì dell’immagine del fuoco per simboleggiare qualcosa che distrugge il male, e se ne servì per dimostrare che Dio può togliere i peccati. Allo stesso modo lo Spirito tolse ai discepoli i loro peccati, le loro paure e li rese pronti ad affrontare il compito che Dio affidava loro.
L’ACQUA
Giovanni riporta queste parole di Gesù: “Chi ha sete venga a me, beva chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno” (Gv. 7,37-38). Quindi l’evangelista commenta: “Questo Egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in Lui: infatti non c’era ancora lo Spirito, perché Gesù non era ancora stato glorificato”(Gv. 7,39). L’acqua era spesso considerata nell’Antico Testamento come un ristoro mandato da Dio. In una terra che mancava di risorse idriche, questa era un immagine vitale.
Geremia descrisse Dio come “una sorgente di acqua viva” e Ezechiele disse che Dio aveva promesso di “versare” il suo Spirito sul suo popolo.
FORZE
Dl CAMBIAMENTO
Nella natura, vento, fuoco ed acqua sono potenti forze di cambiamento, sia che operino violentemente o in modo lento e tranquillo. Anche lo Spirito è una forza di cambiamento poiché porta la potenza di Dio ad operare nel mondo.
Lo Spirito fu mandato nel mondo dopo l’Ascensione di Gesù per portare a termine la sua missione. Prima di lasciare i suoi discepoli Gesù aveva detto che c’erano cose che essi non potevano ancora comprendere, ma che lo Spirito le avrebbe insegnate loro. Gesù visse solo trentatré anni e non uscì mai dai confini del suo paese, ma lo Spirito continuò la sua opera in tutto il mondo.
Lo Spirito Santo non fu mandato a sostituire Gesù, ma a completare la sua opera e a donare agli uomini la pienezza della sua presenza. Gesù non disse: “Io me ne vado, ora lo Spirito farà il mio lavoro!”; parlò piuttosto di mandare il “suo” Spirito, lo Spirito del “Padre suo”. Quindi lo Spirito Santo venne per “cristianizzare” i cristiani. Ma il vero problema è:
“I cristiani permettono allo Spirito di fare questo?”. Spesso la gente non ci critica perché siamo cristiani, ma perché non siamo ‘sufficientemente’ cristiani. Dobbiamo lasciarci modellare e colmare dallo Spirito, lasciandoci svuotare da noi stessi.
Prima di parlare dei doni dello Spirito, dobbiamo parlare del donatore; il donatore infatti è più importante dei doni. Dopo aver messo ben in chiaro questo, possiamo mettere in evidenza i doni più importanti dello Spirito, che sono la fede, la speranza e la carità.
Lo Spirito Santo dà a ciascuno di noi una vocazione speciale. Non direi che ha un progetto su di noi, perché la parola ‘progetto’ suona come qualcosa di troppo arido e programmato. Direi piuttosto che Dio ha un sogno per ciascuno di noi.
Ogni
cristiano è chiamato ad imitare alcuni aspetti della vita di Gesù: nessuno può
riassumerli tutti. Un cristiano metterà in luce ad esempio l’amore del
Signore per i poveri: penso a Madre Teresa di Calcutta. Altri metteranno in
evidenza altri aspetti. I cristiani operano in modo complementare e, come
diamante illuminato dalla luce del sole riflettono la figura di Gesù in mille
sfaccettature diverse. Tutto questo è opera dello Spirito.
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