Santa
Genevieve (che suona molto meglio di Genoveffa), e una delle patrone della città
di Parigi.Era nata a Nanterre,
verso il 420. Fin da bambina si sentì spinta a consacrarsi totalmente al
Signore. Si narra che, quando aveva sette anni, due vescovi in viaggio, Germano
di Auxerre e Lupo di Tryes, la incontrarono nella sua città, e Germano le
chiese: "Vuoi consacrarti a Dio?". "Certamente" risponde la
bambina. Il Vescovo allora per ispirazione divina le consegna un anello e la
benedice.A quindici anni si
presenta al vescovo di Parigi per essere consacrata. Accettata la sua dedizione
totale al Signore, Genoveffa ritorna a Nanterre dove conduce una vita sempre più
edificante, di totale donazione. Morti i suoi genitori si reca a Parigi dove si
uniscono a lei alcune giovani che condividono le scelte della sua vita. Devota
ai santi compie sovente dei pellegrinaggi nei santuari e al suo passaggio
fioriscono miracoli: sa leggere nei cuori, sa invocare e ottenere la guarigione
di ciechi e di paralitici.
Nel 451 Parigi trema:
Attila, il "flagello di Dio" ha passato il Reno e sta marciando,
sembra, proprio verso Parigi. Tutti non pensano altro che a fuggire: Genoveffa
cerca di calmare gli animi , di invitare tutti alla preghiera e alla penitenza
per impetrare la grazia da Dio affinché Attila non passi di lì.E, stranamente avviene
proprio così, Attila abbandona la vallata della Senna per scendere verso la
Loira dove sarà fermato poco dopo dai Franchi di Meroveo e dai Gallo - Romani
guidati da Ezio.Un'altra
volta ancora Genoveffa salverà Parigi dalla carestia organizzando un
rifornimento e la distribuzione di vivere che essa stessa è andata a comperare
arrivando fino alla Champagne: Muore a 80 anni dopo essere stata anche
consigliera e ispiratrice di re.
IL NOME GENOVEFFA
Sembra che il nome
derivi sia dal gallico che dal germanico e significherebbe: donna di discendenza
nobile”. Il nome ebbe auge grazie alla Santa di cui abbiamo parlato e anche
grazie a leggende popolari cantate lungo il medioevo. Ricordiamo ad esempio la
figura di Genoveffa di Brabante che fu ingiustamente accusata di adulterio e
condannata a morte. I servi però che l’amavano la salvarono e la
abbandonarono in un bosco dove una cerva allattò il suo piccolo. Essendo stata
riconosciuta innocente poté ritornare dal marito ma morì a causa delle prove
subite. Oggi questo nome, specialmente nella versione italiana è molto meno
usato a causa di una certa venatura di ridicolo che negli ultimi anni si è
accumulato su di esso.