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SEBASTIANO

 

Santo, Martire memoria Liturgica al 20 Gennaio

 

  San Sebastiano è uno dei martiri più popolari di ogni tempo, la cui figura, nota a tutti, è stata rappresentata da innumerevoli artisti sotto l’aspetto di un giovane e bellissimo cavaliere con le mani legate dietro la schiena, esposto nudo alla trafittura delle frecce, tirate da molti arceri. Ma la popolarità di questo santo non è compensata da sufficienti informazioni storiche certe: storia e leggenda si fondono in molti momenti.

E’ certo però che venne martirizzato a Roma nel 228 e che fu sepolto nelle catacombe dove sorgerà poi la Chiesa di S. Sebastiano fuori le mura. Proviamo a ricostruire, per quanto possibile, la storia di questo testimone della fede. Sebastiano nato a Milano o a Narbona, entrò nelle guardie pretoriane raggiungendo ben presto alte cariche tanto da diventare gradito agli imperatori Diocleziano e Massimiano che lo chiamarono a far parte delle loro guardie personali. E se l’imperatore “gli dava il principato della prima schiera”, il Papa Caio attribuiva al giovane centurione il titolo di “difensore della Chiesa”. Perciò San Sebastiano, cittadino milanese e cavaliere romano, poteva frequentare il palazzo imperiale e, nello stesso tempo, poteva confortare e sostenere i confessori nelle carceri e i Martiri nei supplizi.

“Portava il mantello cavalleresco — è scritto nella Leggenda Aurea — acciò solamente che elli confortasse l’anime de’ cristiani, le quali credea venire meno ne li tormenti”.

Cavaliere quindi non per vocazione né per ambizione, ma per missione di consolatore e di conforto nella fede.

Egli avrebbe esortato così i cristiani condotti al martirio:

“O fortissimi cavalieri di Cristo, non vogliate per le cattive lusinghe perdere la corona sempiternale”.

Ma L’imperatore Diocleziano si fece condurre in giudizio il centurione Sebastiano.

“Io ti ho sempre tenuto tra i maggiorenti del palazzo – gli avrebbe detto – e tu ti sei celato contro la salute mia e contro la ingiuria de li dei”

“Per la salute tua abbo sempre adorato Cristo -  avrebbe risposto Sebastiano - e per lo stato Romano abbo sempre fatto onore a Dio il quale è nel cielo”  

Allora Diocleziano — continua la Leggenda — comandò che “ei fosse legato nel mezzo del campo e fosse saettato da’ cavalieri, i quali lo empirono di saette che parea pure un riccio”.

I carnefici, credendolo morto lo abbandonarono sul posto; ma di notte i cristiani, recatisi sul luogo del martirio per recuperare la salma e darle degna sepoltura, si accorsero che era ancora vivo. Fu curato da Irene vedova del martire Castulo e riacquistò la salute.

I cristiani allora lo pregarono di abbandonare Roma per salvarsi; egli invece, mentre i due imperatori si recavano a compiere un rito al tempio di Ercole, volle affrontarli pubblicamente per proclamare solennemente la fede in Cristo.

Dopo la prima sorpresa Diocleziano fece catturare Sebastiano che fu finito con la tortura della flagellazione.

 

CURIOSITA’

La fama di Sebastiano è particolarmente legata alla protezione contro la peste, fama che condivise con S Antonio e S. Rocco. Su questa venerazione contro la peste la leggenda dice che siccome Sebastiano come primo supplizio subì quello delle frecce: queste sarebbero l’indicazione dell’ira di Dio. Siccome il santo uscì indenne da questo supplizio sarebbe sorta la convinzione di una sua particolare protezione contro le “frecce” dei castighi divini (pestilenze) . Sebastiano fu eletto protettore anche di molte corporazioni come arceri e archibugeri, mercanti in ferro e tappezzieri.

 

ALCUNE RIFLESSIONI DI SANT’AMBROGIO PARTENDO DALLA MEMORIA DI SEBASTIANO:

“E’ necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel Regno di Dio”.(At.14,22). 

Se molte sono le persecuzioni, molti sono anche i riconoscimenti e dove vi sono molte corone è segno che vi sono state altrettante lotte. Prendiamo l’esempio del martire Sebastiano. Egli nacque a Milano, dove il persecutore forse non era ancora venuto o se ne era allontanato, o era piuttosto moderato. Sebastiano si accorse che qui il combattimento non ci sarebbe stato affatto o sarebbe stato fiacco. Partì quindi per Roma, dove infuriavano aspre persecuzioni contro la nostra fede. Ivi subì il martirio ed ebbe la corona. Però badiamo bene che non sono persecutori soltanto quelli che si vedono, ma anche quelli che non si vedono.. Anche il diavolo invia molti suoi ministri per suscitare persecuzioni non soltanto al di fuori, ma anche al di dentro delle anime dei singoli. Di queste persecuzioni è stato detto: 

“Tutti quelli che vogliono vivere pienamente in Cristo Gesù saranno perseguitati". (2Tim. 3,12). 

Tutti, ha detto, senza eccezione. Infatti chi può essere eccettuato quando il Signore stesso ha sopportato i tormenti delle persecuzioni? Quanti oggi sono in segreto martiri e rendono testimonianza al Signore Gesù! Questo martirio e questa testimonianza fedele di Cristo furono sperimentati dall’Apostolo che disse: “Questo infatti è il nostro vanto e la testimonianza della nostra coscienza” (“ Cor. 1,12).

 

PREGHIAMO CON LA LITURGIA DELLA FESTA

Donaci, o Padre, il tuo Spirito di fortezza, perché ammaestrati dal glorioso esempio del tuo martire Sebastiano, impariamo a obbedire a te piuttosto che agli uomini. Per il nostro Signore Gesù Cristo….

         
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