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FRANCESCO DI SALES

 

Santo, Vescovo e Dottore della Chiesa memoria liturgica al 24 gennaio

 

Nasce il 21 agosto 1567 nel castello di Sales, in Savoia. Dai suoi genitori Francesco ricevette una educazione pia ed austera. Insieme ad una severa educazione cavalleresca, dovuta al suo stato di nobile, fu anche indirizzato alla pietà e all’amore dei poveri. Compì i suoi studi prima a La Roche e Annecy, poi a Parigi e poi ancora all’università di Padova. Fin da questo periodo dimostrò una singolare fermezza di carattere e in un ambiente libertino e licenzioso come quello dell’università, il giovane Francesco si formulò un eccellente regolamento di vita in cui fissava con precisione il modo di impostare la propria religiosità e le relazioni con gli altri. Ben presto emerse la volontà di Francesco di diventare sacerdote e nonostante le prime opposizioni familiari fu ordinato nel 1593. Cominciò subito con zelo la sua opera, dando la preminenza alla visita dei malati, al ministero del confessionale e alla predicazione. Nel 1594, su invito del vescovo iniziò nella regione del Chablais una difficile missione: la zona, occupata dai protestanti Bernesi dal 1535, era praticamente sottratta al culto cattolico. Nella zona nessun prete cattolico era tollerato. nel 1593 un parroco inviato a Thonon era stato violentemente espulso. Superando l’ostinata opposizione del padre, che temeva per la vita del figlio, Francesco si accinse coraggiosamente al compito di ristabilire il culto cattolico. Attorno al giovane sacerdote si fece praticamente il vuoto. Nessuno l’ascoltava salvo una quindicina di cattolici. Per vari mesi un vero muro di ostilità si creò da parte calvinista; né mancarono le minacce e gli attentati alla sua vita. Ma Francesco non si perse d’animo. La costanza del sacerdote, il coraggio dimostrato di fronte agli attentati, la serenità e la forza convincente delle sue argomentazioni crearono una simpatia ed una stima che fecero germinare le prime conversioni. Il suo stile era amare piuttosto che unicamente condannare. Chiamato nel 1599 a coadiuvare il vecchio vescovo di Ginevra, alla sua morte nel 1602 venne eletto vescovo e per 20 anni operò da Annecy, essendo impossibile dimorare nella Ginevra Calvinista. Come vescovo dedicò al clero una cura tutta particolare dando loro istruzioni pastorali e amando i suoi sacerdoti come un padre. Intensissima fu l’azione pastorale verso il popolo. Nel 1605 iniziò la visita pastorale delle 450 parrocchie. In questi incontri con il popolo, il vescovo svolgeva una attività logorante: predicava, confessava, amministrava i sacramenti, ascoltava il clero e i fedeli per sanare situazioni e risolvere problemi. Ebbe particolarmente a cuore il problema catechistico dei fanciulli: fondò una confraternita della Dottrina Cristiana formata da laici ed egli stesso dedicò molto tempo all’insegnamento del catechismo ai piccoli. Amò molto il ministero della predicazione che svolgeva con semplicità fondando le sue parole soprattutto sulla Sacra Scrittura. Francesco stremato dal suo lavoro morì il 28 dicembre 1622. E’ stato definito il santo della dolcezza, dell’amabilità e dell’ottimismo, e fu uomo d’azione, ma con temperamento conciliante e accondiscendente, pronto a cedere quando non erano in gioco i diritti di Dio, portato a considerare gli uomini benevolmente e paternamente, pronto a scoprirne più i lati buoni che i difetti, a perdonare le colpe e ad incitarli alla virtù. Un’opera importante, quella della “Visitazione” si deve all’incontro tra il santo e Giovanna Francesca di Chantal una vedova con quattro figli, molto pia ma angustiata interiormente da molti scrupoli. Essa trovò in Francesco una guida. Ne nacque una profonda amicizia spirituale. Il di Sales intendeva fondare un istituto religioso che unisse la vita comune di contemplazione ad una vita di azione nell’esercizio della carità verso i poveri e gli ammalati. Con la Chantal fondò dunque “una congregazione semplice, istituita per vedove e giovani che, o per debolezza corporale o per non aver la vocazione a sottoporsi a gravi penitenze, non potevano entrare in case religiose già formate. Nella nuova casa, invece, avrebbero avuto la possibilità di una vita religiosa nell’adempimento delle virtù essenziali”. Era una sintesi, come si disse, della vocazione di Marta e Maria. Francesco ci ha lasciato un gran numero di scritti. Ricordiamo solo la Filotea o introduzione alla vita devota dove il santo traccia delle linee per una vita spirituale; “Gli autori che trattarono di vita devota ebbero quasi tutti di mira l’istruzione di persone segregate dal mondo, o per lo meno insegnarono una devozione che conduce al quasi completo isolamento: io, invece ho in animo di istruire coloro che vivono nelle città, tra le faccende domestiche, nei pubblici impieghi e che dalla propria condizione sono obbligati a fare, quanto all’esterno, la vita che fanno tutti”.

 

Quale fu la teologia e l’insegnamento mistico e ascetico che ci lascia oggi Francesco.

Prima di tutto la sua teologia rifugge da varie dispute:

1) “Io odio per naturale inclinazione del mio spirito tutte le contese e le controversie che non approdano a nulla e che si risolvono in un vanissimo sfoggio di garrula vanità”.

2) La sua dottrina è sicura perché basata sulla Sacra Scrittura, sui concili e sui Padri.

3)Tutto si fonda sull’amore divino, questo amore si manifesta nella Provvidenza, nell’Incarnazione, nella Rivelazione. L’uomo deve rispondere a questo amore con un distacco assoluto del cuore da tutto ciò che sa di attaccamento alle cose umane. Per l’uomo immerso nelle occupazioni materiali il fulcro della vita cristiana rimane l’amore. “La vera e viva devozione vuole prima di tutto l’amore; ma non è più un amore mediocre. Chi non osserva tutti i comandamenti di Dio non può essere giudicato né buono né devoto; né buono perché ad essere buono si richiede la carità; non devoto, perché ad essere devoto, oltre alla carità, ci vuole anche speditezza ed ardore a fare le azioni proprie della carità”.

4) Il modello a cui ispirarsi nell’ascesa spirituale è Gesù:

“Contemplando spesso nella meditazione (La Passione), la tua anima si riempirà tutta di Lui, tu verrai a conoscere bene il Suo modo d’agire, e sulle Sue azioni modellerai le tue. Egli è la luce del mondo; in Lui dunque, da Lui e per Lui noi dobbiamo essere illuminati e rischiarati. Stando vicini al Salvatore nella meditazione, ed osservandone le parole, gli atti e i sentimenti, impareremo, con l’aiuto della sua grazia, a parlare, ad agire, a volere come Lui”.

5) Come mezzi pratici per raggiungere l’adesione alla divina volontà vengono consigliati: la preghiera semplice ed affettuosa, specie sotto la forma della meditazione (orazione affettiva), il senso della presenza di Dio, la Confessione e la Comunione.

Qual’è l’importanza storico religiosa di Francesco di Sales? Mentre il mondo in cui visse tendeva a secolarizzarsi e ad allontanarsi dalla Chiesa, egli dimostrò come il Vangelo potesse incarnarsi concretamente, adattandosi alle nuove correnti ed alle nuove mentalità. Anzi ad un mondo umanizzante si dimostrò come le vie della santità (cioè della vera grandezza) non fossero impossibili, bensì alla portata di tutti pur nella conservazione della propria personalità e nel rispetto della individualità. I piccoli esercizi quotidiani, la vita ordinaria vissuta nell’adempimento del proprio dovere, potevano essere il “mazzetto” di atti di amore con cui l’uomo realizzava la sua unione con Dio. Fu quello del di Sales un messaggio di sapienza ad un mondo che aveva ascoltato tante parole di pessimismo.

 

 

La devozione è possibile in ogni  vocazione e professione

(dalla “introduzione alla vita devota” di san Francesco di Sales)

Nella creazione Dio comandò alle piante di produrre i loro frutti, ognuna “secondo la propria specie” (Genesi 1,11). Lo stesso comando rivolge ai cristiani, che sono le piante vive della sua Chiesa, perché producano frutti di devozione, ognuno secondo il suo stato e la sua condizione. La devozione deve essere praticata in modo diverso dal gentiluomo, dall’artigiano, dal domestico, dal principe, dalla vedova, dalla donna non sposata e da quella coniugata. Ciò non basta, bisogna anche accordare la pratica della devozione alle forze, agli impegni e ai doveri di ogni persona. Dimmi, Filotea, sarebbe conveniente se il vescovo volesse vivere in una solitudine simile a quella dei certosini? E se le donne sposate non volessero possedere nulla come i cappuccini? Se l’artigiano passasse tutto il giorno in chiesa come il religioso, e il religioso si esponesse a qualsiasi incontro per servire il prossimo come è dovere del vescovo? Questa devozione non sarebbe ridicola, disordinata e inammissibile? Questo errore si verifica tuttavia molto spesso. No, Filotea, la devozione non distrugge nulla quando è sincera, ma anzi perfeziona tutto e, quando contrasta con gli impegni di qualcuno, è senza dubbio falsa. L’ape trae il miele dai fiori senza sciuparli, lasciandoli intatti e freschi come li ha trovati. La vera devozione fa ancora meglio, perché non solo non reca pregiudizio ad alcun tipo di vocazione o di occupazione, ma al contrario vi aggiunge bellezza e prestigio. Tutte le pietre preziose, gettate nel miele, diventano più splendenti, ognuna secondo il proprio colore, così ogni persona si perfeziona nella sua vocazione, se l’unisce alla devozione. La cura della famiglia è resa più leggera, l’amore fra marito e moglie più sincero, il servizio del principe più fedele, e tutte le altre occupazioni più soavi e amabili. E’ un errore, anzi un’eresia, voler escludere l’esercizio della devozione dall’ambiente militare, dalla bottega degli artigiani, dalla corte dei principi, dalle case dei coniugati. E’ vero, Filotea, che la devozione puramente contemplativa, monastica e religiosa può essere vissuta solo in questi ma oltre a questi tre tipi di devozione, stati, ve ne sono molti altri capaci di rendere perfetti coloro che vivono in condizioni secolari. Perciò dovunque ci troviamo, possiamo e dobbiamo aspirare alla vita perfetta.

 

UNA PREGHIERA DI SAN FRANCESCO DI SALES ALLA MADONNA

 

TU SEI MIA MADRE

Ricordati dolcissima vergine, che sei mia Madre, e io sono tuo figlio.

Che sei potente, e io sono un povero uomo, vile e debole.

Ti supplico, dolcissima Maria, di dirigermi e difendermi in tutto quello che faccio.

Se Tu non potessi, ti scuserei dicendo: è vero che è mia madre e mi ama come figlio suo, 

ma la poveretta non può.

Se Tu non fossi mia madre, mi metterei l'animo in pace dicendo: 

Ella è abbastanza ricca per soccorrermi, ma ahimè, non mi ama, perché non è mia madre.

Ma, vergine dolcissima, siccome sei mia madre e sei potente, 

come potrei scusarti se non mi consoli e mi dai il tuo soccorso e la tua assistenza?

Libera la mia anima e il mio corpo da ogni male, e donami tutte le virtù, specialmente l'umiltà. Così sia.

 

SCHEGGE DAGLI SCRITTI DI SAN FRANCESCO DI SALES

 

GIOIA

Per niente al mondo vorrete offendere Dio; è quanto basta per essere pieni di gioia.

 

CRISTIANO

Il cristiano preferirà sempre essere incudine, piuttosto che martello, derubato che ladro, ucciso che uccisore, martire che tiranno.      

 

ANGELI

Se la gelosia potesse penetrare nel regno dell'amore eterno, 

gli angeli invidierebbero le sofferenze di Dio per l'uomo e quelle dell'uomo per Dio.    

 

DIO

Dio vuole essere trattato da Dio   

 

DUTTILITA’

Beati i cuori pieghevoli, non si spezzeranno mai.      

 

GIUDICARE

Mettetevi al posto del vostro prossimo e mettete il prossimo al vostro posto; così giudicherete bene. 

Comprando, immaginate di essere chi vende e vendendo d'essere chi compra: 

così comprerete e venderete equamente.

 

PERDONO

Di solito coloro che perdonano troppo a se stessi sono più rigorosi con gli altri.        

 

PREGHIERA

Il segreto fondamentale nell'orazione è seguire le attrattive di Dio in semplicità di cuore.   

 

SALVEZZA

Che cosa faceva Gesù nell'impotenza della croce? Soffriva e offriva se stesso: 

E salvava il mondo: Le vie del Signore non sono cambiate. 

 

BENE

Fare il bene e farlo bene è doppio bene.        

 

AMICIZIA

Non fare amicizia se non con persone che possono avere rapporti con te in cose buone, 

quanto più le virtù da mettere in comune saranno eccellenti, tanto più la vostra amicizia sarà perfetta.    

 

ANIMA

Nella dieta dell'anima ci vuole una tazza di scienza, un barile di prudenza e un oceano di pazienza.  

 

CALUNNIA

La calunnia è una specie di omicidio, 

perché togliendo il buon nome a una persona la priva della sua vita sociale.     

 

PURIFICAZIONE

Abbiamo sempre bisogno della lavanda dei piedi, perché camminiamo nella polvere.

 

CONVERSIONE

L'anima che dal peccato passa allo stato di grazia non pensi di fare tutto in breve tempo: l'aurora sgombra le tenebre a poco a poco.        

 

DESIDERIO

Io desidero pochissime cose, e le poche che desidero, le desidero ben poco. 

 

PROVE

In cielo si va con un sassolino nella scarpa.     

 

DIO

O Dio, come saresti piccolo se la mia mente potesse comprenderti!  

 

DOLCEZZA

Si pigliano più mosche con una goccia di miele che con un barile di aceto.       

 

DOLORE

In mezzo al dolore la nostra anima sia come un usignolo che canta, su un cespuglio di spine.    

 

DOLORE

L'amore di Dio è sempre più grande di quanto possa essere il tuo dolore.

 

DOVERE

Un grande difetto degli uomini è che sanno così bene ciò che è dovuto loro, e sentono così poco ciò che devono agli altri.    

 

EDUCAZIONE

Nei giovani bisogna mirare al cuore: occupata questa piazzaforte, il resto non può resistere a lungo.        

 

FARE

Bisogna far con gioia e serenità tutto quel che facciamo: è il vero modo di fare il bene e di farlo bene.        

 

GIUDICARE

Se avessimo novantanove ragioni per giudicare male il nostro prossimo, e una sola per ritenerlo in buona fede, dovremmo scegliere quest'ultima per non contravvenire alla carità.        

 

GLORIA

Alcuni uomini diventano orgogliosi e insolenti perché cavalcano un bel cavallo, 

portano una piuma sul cappello o indossano un vestito elegante. 

Come non vedere la follia in tutto ciò? Se c'è gloria in tali pose sarà comunque una gloria che appartiene al cavallo, all'uccello piumato e al sarto.

 

INSINUAZIONE

C'è qualcosa di peggio dell'ingiuria: è l'insinuazione.   

 

LODE

Non sapete che gli uomini sono da lodare soltanto dopo la morte ?             

 

LODE

La lode è un veleno dolce e non conosciuto. Oh quante volte ha ucciso la virtù e la devozione dei più santi e dei più devoti. 

 

PREGHIERA

Non vi è niente che purifichi il nostro intelletto dall'ignoranza e la nostra volontà dai suoi affetti sregolati, 

quanto l'orazione mentale che immerge nella chiarezza e luce divina ed espone al calore dell'amore di Dio        

 

SANTITA’

La santità non consiste nelle visioni, ma nell'amore.

 

SINCERITA’

La sincerità che non è caritatevole è come la carità che non è sincera.         

 

UMILTA’

Si sale solo quando si discende. 

 

MARIA

Maria è la prima di tutte le redenzioni.

 

TEMPO

Affrettatevi adagio ! Le cose saranno fatte sempre presto e per tempo, se saranno fatte per bene.        

 

EUCARISTIA

Se ti domandano perché ti comunichi spesso, 

rispondi che due categorie di persone devono comunicarsi spesso: 

i malati per essere guariti e i sani per non ammalarsi.

 

PICCOLE COSE       

Le mosche non sono noiose per la violenza, ma per il numero. 

Così le grandi occupazioni non ci disturbano quanto le piccole, se queste sono molte.       

 

AMORE DI DIO

La nostra capacità di amare Dio è piccola quaggiù, 

perciò dobbiamo stare attenti a non sprecare il nostro amore.      

 

AMORE DI DIO

Bisogna fare in modo di cercare in Dio solo l'amore per la sua bellezza, 

e non il piacere che esiste nella bellezza del suo amore.      

 

FEDE

Le fede è la grande amica della nostra mente, 

e può benissimo parlare alle scienze umane che si vantano di essere più evidenti della fede.

 

AMICIZIA

Maggiore sarà la qualità del bene col quale nutrite i vostri rapporti, più perfetta sarà la vostra amicizia.   

 

AMICIZIA

La perfezione non consiste nel non avere amicizie, ma nell'averne soltanto di buone, sante e sacre.       

 

ANGELO

Spesso Dio ci fa giungere le sue ispirazioni per mezzo degli angeli; perciò anche noi dobbiamo fare la stessa cosa indirizzando a Lui le nostre aspirazioni con lo stesso mezzo.      

 

ANSIA

La cura e la diligenza che dobbiamo mettere nelle nostre occupazioni non hanno nulla in comune con l'ansia, l’apprensione e la fretta eccessiva.

 

CASTITA’

La castità ha la sua radice nel cuore, ma è il corpo la sua abitazione; ecco perché si perde a causa dei sensi esteriori del corpo e per i pensieri e i desideri del cuore.

 

MALDICENZA

La maldicenza fa del male solo a chi se ne preoccupa. Il timore eccessivo di perdere il buon nome dimostra mancanza di fiducia nel suo fondamento, che è la vita onesta.        

 

MALDICENZA

Il maldicente con un solo colpo vibrato dalla lingua, compie tre delitti: uccide spiritualmente la propria anima, quella di colui che ascolta e toglie la vita civile a colui del quale sparla.        

 

MEDITAZIONE

I bambini, a forza di ascoltare la mamma e balbettare dietro ad essa, imparano la loro lingua; avverrà lo stesso per noi se ci terremo vicino al Salvatore con la meditazione: osservando le sue parole, le sue azioni e i suoi affetti, impareremo, col suo aiuto, a parlare, agire e volere come Lui. 

 

PECCATO

Il peccato è riprovevole quando lo commettiamo, ma una volta trasformato in confessione e penitenza, è pegno di onore e di salvezza.  

 

AMOR DI DIO

La gelosia di Dio nei nostri confronti non è brama di possesso, ma profonda amicizia; poiché non è suo interesse essere amato da noi, bensì il nostro. Il nostro amore a Lui non serve, ma è per noi un grande vantaggio, gli è gradito proprio perché per noi è vantaggioso.     

 

EUCARISTIA

Credetemi, a forza di mangiare la Bellezza, la Bontà e la Purezza in questo sacramento, diventerete belli, buoni e puri.       

 

LOTTA

Viviamo in balia delle battaglie cui ci sfidano i nostri nemici interiori, se non resistiamo, siamo destinati a soccombere e non possiamo resistere alla lotta, superarla, né superarla senza vincerla.         

 

SOFFERENZA

Non lamentarti mai che le tue afflizioni siano molte o pesanti o lunghe... perché  è Dio che dispone ogni cosa in numero, peso e misura.      

 

CARITA’

La carità non è inutile: fermenta nei cuori dove regna.       

 

ISPIRAZIONI

Le ispirazioni sono un preavviso; ma dopo averle avvertite tocca a noi consentirvi per assecondarle e seguire le loro seduzioni. 

 

 

LETTURE PROPOSTE DALLA LITURGIA

 

1^ Lettura Ef 3, 8-12

Dalla lettera agli Efesini

Fratelli, a me, che sono l'infimo fra tutti i santi, è stata concessa questa grazia di annunziare ai Gentili le imperscrutabili ricchezze di Cristo, e di far risplendere agli occhi di tutti qual è l'adempimento del mistero nascosto da secoli nella mente di Dio, creatore dell'universo, perché sia manifestata ora nel cielo, per mezzo della Chiesa, ai Principati e alle Potestà la multiforme sapienza di Dio, secondo il disegno eterno che ha attuato in Cristo Gesù nostro Signore, il quale ci da  il coraggio di avvicinarci in piena fiducia a Dio per la fede in lui. Parola di Dio

Salmo 88 “Annunzierò ai fratelli l'amore del Signore”

 

Canterò senza fine le grazie del Signore, con la mia bocca annunzierò la tua fedeltà

nei secoli, perché hai detto: “La mia grazia rimane per sempre “;

la tua fedeltà è fondata nei cieli. R

 

Dice il Signore: “Ho stretto un'alleanza con il mio eletto, ho giurato a Davide mio servo:

stabilirò per sempre la tua discendenza, ti darò un trono che duri nei secoli “.R

 

Ho trovato Davide, mio servo, con il mio santo olio l'ho consacrato;

la mia mano è il suo sostegno, il mio braccio è la sua forza. R

 

La mia fedeltà e la mia grazia saranno con lui e nel mio nome si innalzerà la sua potenza. Egli mi invocherà: Tu sei mio padre, mio Dio e roccia della mia salvezza. R

 

Vangelo Gv 10, 11-16

Dal vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse: “Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore”. Parola del Signore

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