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POLICARPO
Vescovo e martire memoria liturgica al 23 febbraio
Policarpo
è uno dei personaggi meglio documentati della chiesa dei primi due secoli. In
relazione con l’apostolo Giovanni e altri testimoni oculari della vita di
Cristo, fu a sua volta maestro di sant’lreneo, il quale, avanti negli anni, ne
conservava un ricordo indelebile pieno di ammirazione. Da un punto di vista
della storia della tradizione della fede il vescovo di Smirne rappresenta così
un anello di congiunzione tra la chiesa degli apostoli e tutte le nostre
successive generazioni di testimoni indiretti del mistero di Cristo.
Probabilmente Policarpo nacque da genitori cristiani verso l’anno 85 e venne
ben presto battezzato. Non sappiano nulla della sua giovinezza e della sua
formazione, sappiamo però che fu vescovo di Smirne e come tale il suo
insegnamento fu pieno di sollecitudine per la verità e pieno di carità
evangelica. Nella lettera ai Filippesi scrive così. Perseverate in questi
sentimenti e seguite l’esempio del Signore, fermi e irremovibili nella fede,
amando i vostri fratelli, amandovi gli uni gli altri, uniti nella verità,
attenendovi gli uni gli altri nella dolcezza del Signore, non disprezzando
nessuno. Quando potete fare del bene, non aspettate, perché l’elemosina
libera dalla morte. Siate sottomessi gli uni agli altri, conservando una
condotta irreprensibile in mezzo ai pagani, perché le vostre buone opere vi
attirino la lode e il Signore non sia bestemmiato per causa vostra. Ma guai a
chi fa bestemmiare il nome del Signore. Insegnate a tutti la saggezza nella
quale voi vivete. E ai sacerdoti scrive: Anche
i presbiteri devono essere compassionevoli, pieni di misericordia verso tutti;
riconducano gli sviati, visitino tutti i malati, senza trascurare la vedova,
l’orfano, il povero, ma pensando sempre a fare il bene davanti a Dio e agli
uomini; si astengano da ogni forma di ira, dispari trattamento delle persone,
giudizio ingiusto; si tengano lontani dall’amore del denaro; non credano
troppo in fretta al male che viene detto di qualcuno e non siano duri nei loro
giudizi, sapendo che noi tutti siamo debitori del peccato. Pertanto se preghiamo
il Signore di perdonarci, dobbiamo noi stessi perdonare; perché noi siamo sotto
gli occhi del nostro Signore e Dio, dovremo tutti comparire davanti al tribunale
di Cristo, e ciascuno dovrà rendere conto di se stesso. La grandezza di
Policarpo ci è però manifestata pienamente dal suo martirio che ci è
raccontato in una lettera di una precisione impressionante e di una lampante
verità. Era ormai anziano quando seppe che i suoi persecutori lo cercavano e
allora temendo di non riuscire a dare una buona testimonianza, in un primo tempo
sì nascose. Nel nascondiglio pregava Gesù d’infondergli la perseveranza e il
coraggio necessario per affrontare la prova, se ciò fosse stato necessario.
Scoperto in un granaio in campagna, venne condotto in città. Per strada si cercò
di convincerlo a sacrificare all’imperatore. il vecchio scosse la testa,
dicendo: “No, No, non è possibile che io possa far questo”. Portato nell’Anfiteatro, in mezzo alla folla dei pagani smaniosa
di vederlo divorare dalle fiere: “Risparmia la tua vecchiaia, — gli fu
detto. — Rendi omaggio al genio dell’imperatore”. Ma il vecchio vescovo
scosse ancora la testa canuta “Io ho a mia disposizione le fiere”. “Fatele pure venire”, rispose senza iattanza ma con
serena rassegnazione Policarpo. “Io
ti posso far brucìare vivo”, incalzò il Proconsole. “Il fuoco che mi
minacci, brucia un momento, poi passa: io temo invece il fuoco eterno della
dannazione” La folla gridava: ”Egli è il grande dottore dell’Asia, è il
padre dei cristiani: il distruttore degli dei. Alle belve!”. Ma l’ora dello
spettacolo era trascorsa, e per quel giorno le fiere non potevano entrare nel
circo. Venne allora raccolta in gran furia, la legna per il rogo. Le guardie
portarono le catene. “Lasciatemi come sono” pregò il vecchio. Si tolse la
tunica, si sciolse da se stesso i calzari. Salito sulla catasta di legna,
pronunciò una bellissima preghiera. Quando
il fuoco divampò, le fiamme avvolsero il corpo del vescovo, che aveva, si legge
nella lettera, “il colore di un pane cotto da poco, o d’una lega d’oro e
d’argento in fusione. Lo splendore abbagliava la vista”. Poi tutto cadde in
cenere. “Nonostante ciò - è
scritto- noi abbiamo raccolto qualche osso. Lo conserviamo come oro e pietre
preziose. In quest’ultima frase si può cogliere l’inizio della devozione
per le reliquie dei santi. E, alla fine,
si legge: ”Quando avrete letto questa lettera, fatela avere alle altre Chiese.” Fu così che si diffuse
la fama dei martiri di Cristo, e il ricordo delle gesta dei primi santi, come
Policarpo, Vescovo di Smirne e martire della fede, verso l’anno 156.
PREGHIAMO COME CI SUGGERISCE LA LITURGIA
O
Dio, Signore e Padre di tutti gli uomini, che hai unito alla schiera dei martiri
il vescovo San Policarpo, concedi anche a noi per sua intercessione di bere il
calice della Passione del Cristo e di comunicare alla gloria della risurrezione.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…
Dalla LETTERA AI FILIPPESI - Fermi e forti nella fede
Fratelli,
restiamo sempre saldamente attaccati alla nostra speranza e al pegno della
nostra giustizia, Cristo Gesù che portò nel suo corpo i nostri peccati sulla
croce (1Pt 2,24), lui che non ha mai peccato e nella cui bocca non fu trovato
inganno (1Pt 2,22); ma per noi, affinché viviamo in lui, ha tutto sopportato.
Siamo dunque imitatori della sua sapienza e, se soffriamo per il suo nome,
glorifichiamolo. Lui stesso ci si è presentato come modello e a lui abbiamo
creduto. Vi esorto tutti a obbedire alla parola di giustizia e a perseverare
nella pazienza, come avete visto coi vostri stessi occhi non soltanto nei beati
Ignazio, Zosimo e Rufo, ma anche negli altri che erano tra voi, in Paolo stesso
e negli altri apostoli. Siamo persuasi che essi non hanno corso invano, ma nella
fede e nella giustizia, e che sono nel luogo che era stato loro promesso, vicino
al Signore col quale hanno sofferto. Non hanno amato il secolo presente (2Tm
4,10), ma Cristo che è morto per noi e che Dio ha risuscitato per noi. Restate
dunque in questi sentimenti, e seguite l'esempio del Signore, «fermi e saldi
nella fede, amando i vostri fratelli, amandovi scambievolmente», uniti nella
verità, preoccupandovi gli uni degli altri nella dolcezza del Signore, senza
disprezzare nessuno. Quando potete fare il bene, non differitelo, perché l'elemosina
libera dalla morte (Tb 12,9). Siate tutti sottomessi gli uni agli altri,
conservando una condotta irreprensibile tra i pagani, perché le vostre buone
opere (1Pt 2,12) vi attirino la lode e il Signore non sia bestemmiato a causa
vostra. Maledetto colui che fa bestemmiare il nome del Signore (Is 52,5).
Insegnate a tutti la saggezza nella quale voi stessi vivete. Che Dio, Padre di
nostro Signore Gesù Cristo, e lui stesso, il sommo eterno sacerdote, vi faccia
crescere nella fede e nella verità, nella dolcezza e senza collera, nella
pazienza e nella longanimità, nella sopportazione e nella castità; vi dia
parte all'eredità dei suoi santi, e così anche noi con voi, e a tutti coloro
che sotto il cielo credono nel nostro Signore Gesù Cristo e nel Padre suo che
lo ha risuscitato dai morti. Pregate per tutti i santi. Pregate anche per i re e
per le autorità; pregate per coloro che vi perseguitano e vi odiano e per i
nemici della croce; così il frutto che voi portate sarà visibile a tutti e voi
sarete perfetti in lui.
LETTURE
PROPOSTE DALLA LITURGIA DELLA FESTA DI SAN POLICARPO
1^ Lettura Ap 2, 8-11
Dal
libro dell’Apocalisse
All'angelo
della Chiesa di Smirne scrivi: Così parla il Primo e l'Ultimo, che era morto ed
è tornato alla vita: Conosco la tua tribolazione, la tua povertà tuttavia sei
ricco e la calunnia da parte di quelli che si proclamano Giudei e non lo sono,
ma appartengono alla sinagoga di satana. Non temere ciò che stai per soffrire:
ecco, il diavolo sta per gettare alcuni di voi in carcere, per mettervi alla
prova e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e
ti darò la corona della vita. Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice
alle Chiese: Il vincitore non sarà colpito dalla seconda morte. Parola di Dio
Salmo 123 “Il
nostro aiuto è nel nome del Signore”
Se
il Signore non fosse stato con noi, quando uomini ci assalirono,
ci
avrebbero inghiottiti vivi, nel furore della loro ira. R
Le
acque ci avrebbero travolti; un torrente ci avrebbe sommersi,
ci
avrebbero travolti acque impetuose. R
Noi
siamo stati liberati come un uccello dal laccio dei cacciatori:
il
laccio si è spezzato e noi siamo scampati. R
Vangelo Gv 12, 24-26
Dal
Vangelo secondo Matteo
In
quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “In verità, in verità vi dico: se
il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore,
produce molto frutto.
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