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GIOVANNI BATTISTA DE LA SALLE

 

Santo confessore memoria liturgica il 7 aprile

 

Nacque a Reims nel 1651 da una famiglia ricca e pia. Istruito privatamente da buoni precettori e poi al collegio “Bons Enfants” a undici anni ricevette la tonsura e nel 1678 fu sacerdote. Giovanni Battista de La Salle fu un pioniere delle scuole popolari, in un’epoca nella quale il problema dell’educazione dei giovani oggi di grandissima attualità era ignorato dalla maggior parte delle persone, per non dire delle autorità statali, e i primi ad affrontarlo furono due religiosi cattolici: San Giuseppe Calasanzio in Italia e, dopo di lui, San Giovanni Battista de La Salle in Francia. Le scuole popolari che allora esistevano erano il regno dell’ignoranza e del disordine. La carriera offerta agli insegnanti era modestissima, e perciò l’insegnamento veniva svolto da docenti improvvisati e sprovveduti. Per questo, Giovanni Battista de La Salle venne guardato con commiserazione quando si seppe che, brillante sacerdote, aveva deciso di dedicare la propria attività alle scuole popolari. Aduna i maestri, li istruisce, tenta di formarli moralmente, di sostenerli, di ispirar loro una coscienza della propria missione. Si accorge ben presto che la scuola non può essere un mestiere, e a poco a poco andrà maturando l’idea d’una Congregazione adatta alla scuola popolare. La prima scuola, era stata aperta nel 1679; la “Comunità di maestri” iniziava nel 1682. L’anno seguente, il de La Salle rinuncia al canonicato per darsi alla formazione dei maestri, e poco dopo, ottenuto il consenso del suo confessore, l’abate Callou, in occasione della carestia del 1684, si spoglia anche del proprio patrimonio, ancora notevole, non in favore delle scuole, ma dei poveri della città “e tra lagrime di gioia mangia, ginocchioni, la metà d’un pane che ha ricevuto, lui stesso, in elemosina” ormai simile in tutto ai suoi “Fratelli”, con la certezza soprannaturale d’aver fondato l’Istituto sulla Provvidenza. Non mancarono difficoltà e opposizioni di ogni genere, spesso dovute a timori infondati, o a grettezza, o a invidia. Eppure, questo santo amareggiato per tutta la vita fu uno degli educatori più illuminati della Chiesa. Per essere vero cristiano e perfetto educatore, un maestro, secondo Giovanni Battista de La Salle, doveva avere dodici virtù: gravità, silenzio, discrezione, prudenza, saggezza, pazienza, riserbo, bontà, zelo, vigilanza, pietà e generosità. Il programma era dunque arduo, ma nonostante le umiliazioni i primi 12 “fratelli” si diffusero in molte città francesi, mentre il fondatore puntava su Parigi, dove sorse l’istituto di Saint—Sulpice, cuore della riforma educativa del santo. Il suo programma comprendeva scuole specializzate, cioè magisteri, per la formazione dei maestri; scuole primarie per l’istruzione gratuita, aperte a tutti, non solo ai bisognosi, con insegnanti ben preparati ed efficaci metodi didattici. Prevedeva inoltre istituti scientifici; scuole professionali per preparare i giovani ad un mestiere; scuole domenicali per gli adulti. Il successo dell’iniziativa è clamoroso: i ragazzi affidati all’educazione del santo, che erano trecento alla sua morte, sono ora più di ventimila, sparsi in tutti i continenti. San Giovanni Battista de La Salle fu proclamato da Pio XII “patrono e protettore di tutti gli educatori dell’infanzia e della gioventù”. Una riflessione appena attenta sull’esperienza del fondatore dei Fratelli delle scuole cristiane permette di scoprire la ragione profonda di una così meravigliosa fecondità: la capacità di sopportare pesanti prove con un’umiltà ed una carità invincibili. E’ una constatazione che può consentire una seria revisione di vita...

 

PORTARE DIO AI FANCIULLI

Dalle “Meditazioni » di san Giovanni Battista de la Salle, sacerdote

Meditate in cuor vostro quello che dice l’apostolo Paolo, cioè che Dio ha messo nella Chiesa apostoli, profeti e dottori e vi persuaderete che lui stesso vi ha posto nel vostro ufficio. Di questo vi offre testimonianza il medesimo santo dicendo che diversi sono i ministeri e diverse le operazioni e un medesimo Spirito Santo si manifesta in ciascuno di questi doni per la comune utilità, cioè l’utilità della Chiesa. Perciò non dovete dubitare che vi sia stata data una simile grazia, infatti istruire i fanciulli, annunziare loro il Vangelo e formarli nello spirito della religione è un grande dono di Dio. E’ lui che vi ha chiamati a questo santo ufficio. In tutto il vostro modo di insegnare, comportatevi in modo che i fanciulli, affidati alle vostre cure, vedano che voi esercitate il vostro compito come ministri di Dio in carità non finta e fraterna diligenza. Siete ministri di Dio, ma anche di Gesù Cristo e della Chiesa. Da ciò deriva un particolare orienta­mento del vostro impegno pedagogico, come si può dedurre anche dalle parole di san Paolo, quando esorta a considerare ministri di Cristo tutti quelli che annunziano il Vangelo. Sono come segretari che scrivono le lettere dettate da Cristo. Non lo fanno con l’inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma di carne quali sono i cuori dei fanciulli. Vi spinga sempre la carità di Dio, perché Gesù Cristo è morto per tutti, perché quanti vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto per loro ed è risuscitato. Perciò gli alunni, assiduamente da voi sollecitati, sentano Dio come colui che esorta per mezzo vostro, perché siete ambasciatori di Cristo. E' necessario che mostriate anche alla Chiesa di quale amore ardete per essa e le diate prova della vostra diligenza. Voi infatti lavorate per la Chiesa, che è il corpo di Cristo. Col vostro impegno dunque dimostrate di amare coloro che Dio vi ha dati, come Cristo amò la Chiesa. Preoccupatevi che veramente i fanciulli entrino in questo ordine di idee ed arrivino ad esser degni di presentarsi un giorno davanti al tribunale di Gesù Cristo gloriosi, senza macchia o ruga. Si manifesteranno così nei secoli avvenire le abbondanti ricchezze della grazia che Dio ha loro concesso. Dio, infatti, ha dato loro la grazia di imparare e a voi di insegnare ed educare, sì che possano avere l’eredità nel regno di Dio e di Gesù Cristo nostro Signore.

 

PREGHIAMO NELLA LITURGIA DELLA FESTA DEL SANTO

O Dio che hai scelto san Giovanni Battista de la Salle per l’educazione cristiana dei giovani, suscita sempre nella tua Chiesa educatori e maestri che si impegnino generosamente nel servizio delle nuove generazioni nella scuola e nella vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

 

LA PAROLA DI DIO CHE CI VIENE PROPOSTA DALLA LITURGIA

 

1^ Lettura Sir 39,6-11.13-14

Dal libro del Siracide

Il giusto sarà ricolmato di spirito di intelligenza, come pioggia effonderà parole di sapienza, nella preghiera renderà lode al Signore. Egli dirigerà il suo consiglio e la sua scienza, mediterà sui misteri di Dio. Farà brillare la dottrina del suo insegnamento, si vanterà della legge dell'alleanza del Signore. Molti loderanno la sua intelligenza, egli non sarà mai dimenticato, non scomparirà il suo ricordo, il suo nome vivrà di generazione in generazione. I popoli parleranno della sua sapienza, l'assemblea proclamerà le sue lodi. Finché vive, lascerà un nome più noto di mille, quando muore, avrà gia fatto abbastanza per sé. Ascoltatemi, figli santi, e crescete come una pianta di rose su un torrente. Come incenso spandete un buon profumo, fate fiorire fiori come il giglio, spargete profumo e intonate un canto di lode; benedite il Signore per tutte le opere sue. Parola di Dio

Salmo 1 “Albero fecondo, l'uomo giusto che serve il Signore”

 

Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi,

non indugia nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli stolti;

ma si compiace della legge del Signore, la sua legge medita giorno e notte. R

 

Sarà come albero piantato lungo corsi d'acqua, che darà frutto a suo tempo

e le sue foglie non cadranno mai; riusciranno tutte le sue opere. R

 

Non così, non così gli empi: ma come pula che il vento disperde.

Il Signore veglia sul cammino dei giusti, ma la via degli empi andrà in rovina. R

 

Vangelo Mc 9,34-37

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù e i discepoli giunsero a Cafarnao. Quando fu in casa, Gesù chiese loro: “Di che cosa stavate discutendo lungo la via?”. Ed essi tacevano. Per la via infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. Allora, sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: “Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti”. E, preso un bambino, lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro: “Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato”. Parola del Signore

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