Santo,
Vescovo e Martire,memoria liturgica
al 2 Maggio
Quarantacinque
anni di episcopato, di cui diciassette a intervalli passati in esilio. Questa
forzata solitudine è resa più desolata dall’abbandono completo dei suoi
compagni di lotta. Atanasio non disarma: costretto alla fuga, si nasconde nel
deserto, si confonde con i monaci della Tebaide, passa quattro mesi pare alla
periferia di Alessandria nascosto nella tomba di suo padre. Non c’è sopruso
che riesca a piegarlo; a tutto è pronto pur di difendere la divinità del
Verbo.“Dopo
aver sostenuto lotte a non finire, dopo aver ottenuto non poche vittorie grazie
alla sua pazienza, s’addormentò in pace”, dice di Atanasio lo storico
Rufino. Sembra quasi strano che questo vescovo, che si era tirato addosso
l’odio di tutti i nemici di Cristo, non sia morto martire.Atanasio
era nato in Egitto, probabilmente ad Alessandria nel 295—296. La sua infanzia
coincide con il periodo della persecuzione di Diocleziano. Egli ebbe certamente
notizia ed esempio dai confessori della fede.Nel
cammino della sua formazione ebbero influenza su di lui la chiarezza ellenistica
e il vigore egiziano. Certo è anche il soggiorno di Atanasio nel deserto dove
per non poco tempo fu discepolo di S. Antonio.Atanasio
entra nella storia nel momento più critico di Ario; ne sente la condanna nel
325 al Concilio di Nicea, dove aveva accompagnato il suo vescovo Alessandro.
L’eresia
ariana, che tocca la sostanza stessa della religione in quanto nega la divinità
del Verbo, ha attecchito ovunque, soprattutto in Oriente dove sembra coalizzare
a suo favore, verso la metà del IV secolo non solo il potere secolare, bensì
anche vescovi e filosofi. Corre voce, ad un certo momento, che persino papa
Liberio, in esilio a Berea, sotto la pressione degli agenti imperiali, ha
ceduto. “Il mondo intero scriverà san Girolamo gemette; s’accorse con
stupore di essere ariano”.In
Egitto Atanasio, solo contro tutti, mentre salva la dottrina rivelata, è anche
l’unica voce che si eleva contro l’asservimento del potere spirituale a
quello civile, per rivendicare l’indipendenza della Chiesa. Gli imperatori, la
corte, non gli fanno paura. Quando Costantino nel 333 cerca di riabilitare Ario,
Atanasio si rifiuta di accoglierlo nella sua comunione e accetta l’esilio.
E’ il primo di una serie che continuerà sotto Costanzo Il, sotto Giuliano
l’Apostata che tenta con ogni mezzo di rimettere in piedi il paganesimo e
sotto Valente, che scatena una nuova persecuzione. Nella persona di Atanasio si
vuoi colpire la Chiesa stessa, ma il vescovo di Alessandria resiste. Le sue doti
di intelligenza non sono comuni; la forza del carattere è unita ad una prudenza
e ad una dolcezza che fanno stupire gli avversari; una volta salvala fede, per
il resto non è intransigente: sa essere condiscendente, sa perdonare e
riabilitare, i suoi fedeli lo amano come dei figli, e i monaci del deserto
piuttosto che rinnegarlo si fanno torturare.Quella
di Atanasio è una figura che si impone; sembra personificare la Chiesa stessa.
Uno storico ha potuto dire che finché resta in piedi un uomo come lui, malgrado
lo scatenarsi contro di tutte le potenze del mondo, la partita è ancora ad
armi pari. Non bastano evidentemente le doti umane a spiegare una figura storica
di questa portata. Sappiamo che fin dalla sua giovinezza Atanasio è un
innamorato di Cristo. Soprattutto l’umanità di Cristo lo appassiona, e basta
scorrere alcune pagine del trattato sull’incarnazione del Verbo per capire
fino a quale punto ne ha fatto oggetto di meditazione.Atanasio
non si è però fermato a un punto di vista puramente speculativo; se ha avuto
delle intuizioni profonde su questo mistero, è perché ha seguito la strada
evangelica, l’unica valida metodologia:
“A
chi mi ama mi manifesterò. Vuoi capire le parole dei santi? dice Atanasio
purifica il tuo pensiero e imita la loro vita, altrimenti non puoi capire ciò
che Dio ha rivelato ad essi. Vuoi capire Cristo? rendi pura la tua anima e imita
le virtù di Cristo, perché solo così puoi capire qualcosa del Verbo di
Dio.”Questa
è la strada che Atanasio ha seguito e che comunica come esperienza personale
proprio alla fine del trattato. La sua vita ne fa fede; e d’altra parte furono
gli stessi vescovi dell’Egitto e della Libia a definirlo già nel 338, “una
persona onesta, virtuosa, un vero cristiano, un asceta, un autentico vescovo”.Ario
aveva creduto di soddisfare l’esigenza razionale dell’uomo risolvendo su un
piano semplicistico, comprensibile e comodo, quello che costituisce il mistero
della vita intima della Trinità. Come può essere anche lui Dio, il Figlio, se
è generato? No,il
Figlio di Dio, diceva Ario, lo si chiama Figlio in senso morale.Atanasio
vede molto più avanti; vede con terrore che Ario e seguaci stanno scalzando il
cristianesimo delle sue verità più essenziali; vede che in base a quella
dottrina il Gesù che lo ha redento non è Dio, e che pertanto l’umanità non
è stata riscattata dal peccato. Dice:
“Se il Cristo non fosse propriamente l’immagine sostanziale del Padre, se
non fosse Dio che per modo di dire, per partecipazione, non avrebbe mai potuto
deificare nessuno; perché lui stesso sarebbe soltanto un essere deificato. Chi
possiede una cosa unicamente in prestito non può, di fatto, farne parte ad
altri, in quanto quello che possiede non è roba sua ma proprietà del donatore,
e l’elemosina che ha ricevuto non serve che a coprire la sua indigenza e la
sua nudità”.Atanasio
con questo suo atteggiamento restò solo e indomito, l’accanito difensore
dell’ortodossia.Si
appuntò così su di lui l’odio di tutti gli Ariani, che usarono ogni mezzo
per sbarazzarsi di lui. Una volta, in mezzo ai gravi Vescovi che sedevano in
Concilio, fecero entrare una donna che dichiarò di essere stata sedotta dal
Vescovo di Alessandria.Atanasio
riuscì a provare la sua innocenza, e il colpo di scena si ritorse contro gli Anziani
che l’avevano architettato.Un’altra
volta, venne accusato di aver assassinato Arsenio, Vescovo di Ipsala. Le cose
stavano per mettersi male, quando Arsenio venne ritrovato vivo, a Tiro.Gli
Ariani coinvolsero abilmente gli Imperatori romani nella controversia religiosa,
facendone un problema quasi politico. Per quattro altre volte il Vescovo di
Alessandria fu costretto all’esilio. Finalmente, sotto Valente, poté tornare
ad Alessandria, per restarvi fino alla morte, avvenuta nel 373, dopo essere
stato Vescovo per 46 anni agitati e avventurosi. Non si riposò né si piegò
mai. Con la parola e soprattutto con i suoi infiammati scritti continuò la sua
opera di indomito campione dell’ortodossia.
SCHEGGE
DAGLI SCRITTI DI ATANASIO
INCARNAZIONE
Dio
si è fatto portatore della carne perché l'uomo potesse diventare portatore
dello Spirito.
CALUNNIA
Chi
è stato colpito da una pietra cerca il medico, ma i colpi della calunnia
feriscono più gravemente delle pietre.
MARTIRIO
La
dimostrazione offerta dal sangue dei martiri è più chiara di ogni discorso.
SALMI
I
salmi sono come uno specchio, in cui coloro che li pregano contemplano se stessi
e i loro diversi sentimenti, e con questa sensazione li recitano
DIO
Un
Dio comprensibile non sarebbe Dio.
UN
ANEDDOTO
Atanasio,
celebre dottore della Chiesa, Patriarca di Alessandria, "martello
dell'Arianesimo", era ricercato dalla polizia in tutte le località
dell'Egitto. Un giorno mentre il santo risaliva il corso del Nilo sopra una
barca, fu raggiunto da una barca della polizia. I gendarmi gli gridarono:
"
Hai veduto Atanasio?""Sì,
l'ho veduto"
"E'
lontano da qui?""No,
no, è vicinissimo. Ma remate forte e presto…"I
soldati mai immaginando che chi parlava così fosse la persona ricercata, si
allontanarono precipitosamente in senso inverso.
PREGHIAMO
CON LA LITURGIA NELLA FESTA DEL SANTO
Dio
di infinita sapienza, che hai suscitato nella tua chiesa il vescovo
sant’Atanasio, intrepido assertore della divinità di tuo Figlio, fa’ che
per la sua intercessione e il suo insegnamento cresciamo sempre nella tua
conoscenza e nel tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo…
PAROLA
DI DIO PROPOSTA DALLA LITURGIA DELLA FESTA
1^
Lettura 1 Gv 5, 1-5
Dalla
prima lettera di Giovanni
Carissimi,
chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio; e chi ama colui che ha
generato, ama anche chi da lui è stato generato. Da questo conosciamo di amare
i figli di Dio: se amiamo Dio e ne osserviamo i comandamenti, perché in questo
consiste l'amore di Dio, nell'osservare i suoi comandamenti; e i suoi
comandamenti non sono gravosi. Tutto ciò che è nato da Dio vince il mondo; e
questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede. E chi è che
vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? Parola di Dio
Salmo
36 “La tua legge, o Dio, è nel mio cuore”
Confida
nel Signore e fa il bene, abita la terra e vivi con fede.
Cerca
la gioia del Signore, esaudirà i desideri del tuo cuore. R
Manifesta
al Signore la tua via, confida in lui: compirà la sua opera;
farà
brillare come luce la tua giustizia, come il meriggio il tuo diritto. R
La
bocca del giusto proclama la sapienza, e la sua lingua esprime la giustizia;
la
legge del suo Dio è nel suo cuore, i suoi passi non vacilleranno. R
Vangelo
Mt 10, 22-25
Dal
Vangelo secondo Matteo
In
quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Sarete odiati da tutti a causa del
mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato. Quando vi
perseguiteranno in una città, fuggite in un'altra; in verità vi dico: non
avrete finito di percorrere le città di Israele, prima che venga il Figlio
dell'uomo. Un discepolo non è da più del maestro, né un servo da più del suo
padrone; è sufficiente per il discepolo essere come il suo maestro e per il
servo come il suo padrone. Parola del Signore