Prima
ancora di diventare Papa, Gregorio Magno aveva avuto la devota ambizione di
convertire al Cristianesimo gli alti e biondi anglosassoni che vivevano
nell’isola nebbiosa, e che erano ancora pagani.
In Inghilterra il Cristianesimo era penetrato fin dai tempi apostolici, quando
l’isola era una provincia dell’impero romano. Secondo la tradizione, il
primo missionario sarebbe stato San Giuseppe d’Arimatea, il pietoso
seppellitore di Gesù. Ma quando l’impero si sfasciò e le legioni
abbandonarono l’isola, il paese fu invaso dagli Anglosassoni, provenienti
dalla Germania, e la fede cristiana fu cancellata sotto l’idolatria,
sopravvivendo soltanto nelle regioni montagnose della Scozia e del Galles. Alla
fine del VI secolo, Re del Kent e capo della federazione dei Regni anglosassoni
era Etelberto, sovrano saggio e pacifico, sposato a una principessa cristiana,
Berta, figlia del Re di Parigi. Papa Gregorio Magno ritenne perciò che i tempi
fossero maturi per tentare la conversione degli Angli, e nel 596 inviò verso la
loro isola una missione di quaranta monaci Benedettini. Li guidava Agostino,
esemplare priore del monastero sul Celio. Di lui, prima di questa data e di
questo incarico, non conosciamo nulla. Arrivato ad Aixen (Provence), in
seguito alle cattive notizie ricevute intorno ai luogo e gli abitanti della sua
missione, Agostino ebbe un attimo di scoraggiamento e ritornò a Roma, ma,
rinfrancato dal papa, ripartì munito di molte lettere commendatizie per i
vescovi ed i principi della Gallia. Scortata da soldati ed accompagnata da
interpreti, la missione sbarcò nella Pasqua del 597 nell'isola di Thanet, alle
foci del Tamigi. Agostino avvertì subito del suo arrivo il re di Kent. Il re,
pur provvedendo al loro sostentamento e dando loro piena libertà di
predicazione e concedendo come sede provvisoria per il. culto e
l’amministrazione dei Sacramenti la chiesa di S. Martino, già usata da Berta,
volle tuttavia prendere del tempo per conoscere meglio il vero scopo di quella
missione. Finalmente, convinto dalle opere e dalla santità di Agostino chiese
il battesimo, che ottenne con molti altri il 1 giugno 597. Allora Etelberto si
dimostrò molto più generoso ed interessato nell’aiutare Agostino: gli
concesse il proprio palazzo per abitazione, fece restaurare un’antica chiesa,
che divenne la prima nuova cattedrale, ed edificò il monastero dei SS. Pietro e
Paolo, detto poi di S. Agostino. Da Roma, Papa Gregorio scrisse lettere di gioia
e di lode: con larghezza di vedute, egli permise alla nuova Chiesa di
organizzarsi secondo i costumi e le convenienze locali. Fedele allo spirito
benedettino e ai voti del Papa, il primo Vescovo di Canterbury restò monaco
umilissimo, preoccupato non di glorie mondane ma di sempre maggiori successi
apostolici. Visse quanto bastava per aver la certezza che il seme da lui gettato
nel regno di Kent prometteva messi abbondanti in tutto il paese. Morì infatti
nel. 604, poco dopo San Gregorio, e fu il primo ospite del sacrario di
Canterbury, destinato a celebrare nei secoli la gloria del primo apostolo
dell’Inghilterra, e di tutti i suoi successori, fino ad oggi. Canterbury!
Questo nome personifica la fede cristiana dell’Inghilterra ed è nello stesso
tempo un richiamo alla dolorosa frattura sopravvenuta tra questa Chiesa e quella
di cui Pietro fu il pastore. Gli ultimi anni hanno alimentato un’immensa
speranza. i contatti si fanno più frequenti e soprattutto più cordiali con i
nostri fratelli anglosassoni. Una crescente simpatia riduce a poco a poco le
distanze che ci separano. La festa di Sant’Agostino di Canterbury costituisce
un’occasione per alimentare una preghiera che è indispensabile perché la
speranza diventi una felice realtà.
PREGHIAMO
CON LA LITURGIA DELLA FESTA
O
Dio che hai chiamato al vangelo i popoli dell’Inghilterra con la predicazione
missionaria del santo vescovo Agostino, fa’ che il seme delle sue fatiche
apostoliche dia frutti di perenne fecondità nella tua Chiesa. Per il nostro
Signore Gesù Cristo…