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S.
ANTONIO DA PADOVA
Era
nato a Lisbona nel 1195 da una famiglia nobile. Entrò ancora quindicenne in un
monastero Agostiniano e qui ricevette l’ordinazione sacerdotale. Furono
questi, anni in cui acquistò una profonda conoscenza della sacra scrittura. E
forse Antonio avrebbe trascorso tutta la sua vita serenamente nel monastero se
la mano di Dio non fosse intervenuta con un evento apparentemente occasionale.
All’inizio dell’anno 1220 erano giunti in città cinque frati Minori, in
procinto di recarsi nel Marocco per esercitare opera di evangelizzazione presso
le popolazioni indigene e presso i musulmani che le tenevano soggette. Si erano
fermati alcuni giorni, in attesa di imbarcarsi, ed avevano mostrato una
semplicità di vita ed una facilità di comunicativa, che colpirono Antonio;
giravano per la città, poveri ma sempre lieti e pazienti; predicavano alla
gente con un linguaggio semplice e addirittura amabile; chiedevano elemosina con
umiltà e con serena compostezza. Elemosina che dividevano con i poveri e con i
mendicanti. Tutto questo colpì Antonio che nei nuovi venuti intuì un sistema
di vivere la religione ben diverso da quello cui era stato educato. Figurarsi
perciò la sua sorpresa e il suo dolore quando, alcun tempo dopo, i cinque frati
tornarono a Coimbra rinchiusi in funebri bare: la scimitarra saracena li aveva
resi martiri della Chiesa e ne aveva consacrato i corpi alla venerazione dei
fedeli. Conquistato dal desiderio della missione e della povertà lasciò
l’ordine agostiniano per entrare tra i francescani. Partì per l’Africa ma
una grave malattia lo costrinse a tornare in Patria. Ma la nave per una
improvvisa tempesta sbarcò in Sicilia. Dopo aver partecipato al capitolo
generale del suo ordine nel 1222 ad Assisi si ritirò nel monastero di Montepolo.
Ma la sua strada aveva ben altre mete. E il segno lo si ebbe quando, nel
settembre dell’anno 1222, egli fu invitato a parlare davanti ad una folla di
monaci riuniti nella cattedrale di Forlì per una ordinazione sacerdotale.
Poteva essere sembrato uno scherzo: ma al momento in cui salì sul pulpito,
tutti i presenti avvertirono
che qualcosa stava per succedere. E tanto dolce fu la voce che ne uscì,
tanto eloquente la sua parola e tanto ricca la sua dottrina, che parvero
incredibili e lasciarono l’assemblea stupefatta. Da quel giorno Antonio
cominciò la sua nuova vita di predicatore: e viaggiò per tante città italiane
e straniere, predicando alle genti la fede cristiana e combattendo la piaga
dell’eresia. La predicazione, cui la gente accorreva in numero sempre
crescente, si accompagnò sin dall’inizio ad eventi prodigiosi che stupivano
ed esaltavano inducendo tutti quanti a riflettere nel proprio animo su quanto
veniva dicendo e compiendo quel frate, dall’aria umile ma dalla fede
straordinaria. Passando una volta per Rimini, fu invitato dai confratelli a
predicare nel piazzale antistante la chiesa. Ma alcuni eretici, scherzando e
irridendo, impedivano che i fedeli udissero le sue parole: “Se non volete
ascoltarmi ,si dice che esclamasse allora Antonio con voce tonante andrò a
parlare ai pesci del vostro mare”. E ciò detto si allontanò di buon passo e,
accostandosi alla riva del mare: “Fratelli pesci – invocò -
Ascoltate almeno voi le parole del Signore” e improvvisamente le acque
brulicavano di pesci che, richiamati da una voce segreta, affiorarono alla
superficie per udire le parole del predicatore. L’impressione
della folla fu enorme: i fedeli furono confortati nella loro fede e nella loro
ammirazione per il frate ormai popolare; e gli eretici, confusi e sgomenti,
chiesero perdono della loro malizia. Dall’Italia Antonio passò poi in Francia
dove combatté contro le eresie. Naturale quindi che, di fronte ad una
predicazione così convincente e a tanti fatti ancor più convincenti, gli
avversari meditassero di togliere di mezzo un così agguerrito paladino.
“Vieni a cena con noi — lo invitarono una volta — sarà un’ottima
occasione per conoscerci e per discutere”.
COSI’
PREGAVA S. ANTONIO
Ti
preghiamo, Signore Gesù, che sei asceso da questo mondo al Padre, attiraci a te
con la fune del tuo amore, non rinfacciarci il nostro peccato. Ma concedici con
il tuo aiuto, di imitare la giustizia dei tuoi santi e di temere il tuo
giudizio; infondi in noi lo spirito di verità, perché ci insegni ogni verità.
Ti
preghiamo, Signore Gesù Cristo: infondi in noi la tua grazia, aiutaci a
chiederla sempre,
Signore
Gesù Cristo, padre misericordioso, infondi in noi la tua misericordia perché
possiamo giungere alla gloria celeste. Volgi il nostro cuore all’amore dei
fratelli Perché non giudichiamo nessuno, né alcuno condanniamo, ma
abbandoniamo i nostri peccati e diamo, con il tuo aiuto, tutto di noi a coloro
che chiedono. Tu che sei benedetto e glorioso nei secoli dei secoli. Amen
Ti
preghiamo con insistenza e ti chiediamo con tutto il nostro cuore, Signore Gesù
che hai illuminato il cieco: apri gli occhi della nostra anima alla fede della
tua Incarnazione e Redenzione fino a quando, nello splendore dei tuoi santi e
nella luce dei tuoi angeli, meritiamo di vedere, con il tuo aiuto, proprio te,
Figlio di Dio, luce da luce, che con il Padre e con lo Spirito santo vivi e
regni nei secoli dei secoli, Amen.
Ti
preghiamo con insistenza Signore Gesù: non nasconderci la tua faccia, non
allontanarti dal tempio del nostro cuore, e non entrare in giudizio contro di
noi per il nostro peccato; ma infondi in noi la tua grazia, abbi misericordia
della colpa che abbiamo commesso contro di te, liberaci dalla morte eterna,
portaci nel tuo regno, dove, con Abramo Isacco e Giacobbe, possiamo godere del
giorno dell’eternità. Amen
PREGHIERE
DEVOZIONALI A S. ANTONIO
O
caro Sant’Antonio, rivolgo a te la mia preghiera, fiducioso nella tua bontà
compassionevole che sa ascoltare tutti e tutti consolare: sii mio intercessore
presso Dio.
O
Dio, Padre buono e misericordioso, che hai scelto Sant’Antonio come testimone
del Vangelo e messaggero di pace in mezzo al tuo popolo, ascolta la preghiera
che ti rivolgiamo per sua intercessione.
PAROLA
DI DIO NELLA LITURGIA DI S. ANTONIO
1 Lettura Is 61, 1-3
dal
libro del profeta Isaia
Lo
spirito del Signore Dio è su di me perché il Signore mi ha consacrato con
l'unzione; mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri, a fasciare le
piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la
scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l'anno di misericordia del Signore,
un giorno di vendetta per il nostro Dio, per consolare tutti gli afflitti, per
allietare gli afflitti di Sion, per dare loro una corona invece della cenere,
olio di letizia invece dell'abito da lutto, canto di lode invece di un cuore
mesto. Essi si chiameranno querce di giustizia, piantagione del Signore per
manifestare la sua gloria. Parola di Dio
Salmo 18 “La tua
legge, o Dio, è nel mio cuore”
La
legge del Signore è perfetta, rinfranca l'anima;
la
testimonianza del Signore è verace, rende saggio il semplice. R
Gli
ordini del Signore sono giusti, fanno gioire il cuore;
i
comandi del Signore sono limpidi, danno luce agli occhi. R
Il
timore del Signore è puro, dura sempre; i giudizi del Signore sono tutti fedeli
e giusti,
più
preziosi dell'oro, di molto oro fino, più dolci del miele e di un favo
stillante. R
Vangelo Lc 10, 1-9
Dal
Vangelo secondo Luca
In
quel tempo, il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a
due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro:
“La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della
messe perché mandi operai per la sua messe. Andate: ecco io vi mando come
agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non
salutate nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a
questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di
lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e
bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non
passate di casa in casa. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno,
mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e
dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio”. Parola del Signore
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