|
|
|
|
|
|
|
|
|
13 FEBBRAIO
BENIGNO DA TODI, Santo, Martire
Di Lui sappiamo poco; solo che fu ordinato sacerdote per la sua bontà e rettitudine e che affrontò con decisione il martirio nella persecuzione di Diocleziano e Massimino e che fu sepolto lungo la strada che da Todi va nella località chiamata oggi San Benigno.
FOSCA, Santa Martire
Di nobile famiglia pagana, Fosca ancora
quindicenne si fece battezzare insieme alla sua nutrice Maura. Siamo nel 250
mentre imperversa la persecuzione contro i cristiani. Il padre di Fosca
denunciò lui stesso la figlia. Fosca e Maura vennero torturate e poi
decapitate. Le reliquie delle due sante unite in vita e in morte dalla fede
si trovano tuttora riunite nella chiesa dell'isola di Torcello, vicino a
Venezia.
GIULIANA , Venerata a Torino, Santa
Quello che noi sappiamo di Giuliana e collegato alla “passio” che riguarda i santi martiri Torinesi Avventore, Ottavio e Solutore. Giuliana sarebbe stata un pia matrona cristiana che raccolse i corpi dei martiri e li seppellì nelle vicinanze di Torino costruendo anche una piccola cappella e lasciandovi anche un sepolcro vuoto che servì per la sua sepoltura. Quando nel 1536 durante l’assedio Francese le spoglie dei Santi Martiri vennero portate in città, con esse vennero portate anche quelle di Giuliana.
PIETRO VESCOVO DI VERCELLI, Santo
Sembra che Pietro non fosse di origine italiana, ma fino al 978, anno in cui fu fatto Vescovo quasi nulla sappiamo di lui. Alcuni anni dopo, Pietro aveva lasciato la diocesi di Vercelli per seguire l’esercito di Ottone II sceso nell’Italia meridionale a combattere i Saraceni. Ma questi vinsero l’imperatore e Pietro con molti altri fu fatto prigioniero e portato ad Alessandria di Egitto e messo in carcere. Qui si trovava San Bonomio che conduceva vita monastica e cercava di aiutare i cristiani. Riuscì Bonomio a far liberare Pietro e a farlo ritornare alla sua sede. Pietro chiamò Bonomio e gli affidò l’abbazia di Lucedio e tra i due santi da allora iniziarono profondi rapporti spirituali. Intanto a Roma moriva Ottone II e lasciava l’impero al figlio di tre anni. Arduino di Ivrea approfittò dell’occasione ma Pietro gli si schierò contro. Arduino si impadronì di Vercelli e di sua mano trucidò il vescovo e siccome la gente accorreva al sua sepolcro nella cattedrale, Arduino la fece incendiare e disperdere le spoglie dell’odiato avversario.