IL PATTO ASSOCIATIVO:
UN GIOCO PER BAMBINI
Introduzione
Nato d un’idea presa dal progetto regionale, questo lavoro, fatto
in più riprese durante l’anno 2002-2003 dalla pattuglia regionale
LC e gli IAB LC di zona, è una semplice traduzione dei contenuti
del nostro Patto Associativo, in attenzioni per i capi branco/cerchio.
È importante che nell’ambiente educativo di branco/cerchio,
possano essere vissuti dai bambini, con un linguaggio ed esperienze a
loro congeniali, tutti quei valori che caratterizzano lo scoutismo dell’AGESCI,
racchiusi nel Patto Associativo.
la scelta scout
Autoeducazione
L’autoeducazione è uno dei principi del nostro metodo. Non
dobbiamo mai dimenticare la centralità del bambino e il suo protagonismo
nell’esperienza di B/C.
Tra le tante occasioni di crescita che il metodo offre, nello spirito
dell’autoeducazione, notiamo:
- il colloquio tra il capo e il ragazzo per la definizione delle prede/impegni
della pista/sentiero personale ed anche per le specialità;
- il consiglio della rupe e della grande quercia.
L’esperienza e l’interdipendenza tra pensiero e azione
Lo scout non fa passare mai troppo tempo tra il pensare e l’agire
ma soprattutto, fa cose che sono state prima pensate e non a caso. Anche
questo è un principio che deve permeare tutta la vita di B/C. Possono
venire in aiuto:
- i racconti dell’ambiente fantastico, giungla e bosco, con degli
esempi da richiamare ogni tanto;
- la P.P. che si concretizza in attività pratiche e verificabili.
La vita di gruppo e la dimensione comunitaria
Lo spirito d’accoglienza è parte dello spirito lupetto/coccinella.
La nostra attenzione si concentra soprattutto all’inizio dell’anno,
con l’inserimento nella comunità di B/C dei cuccioli e delle
cocci, valorizzando quelle esperienze e quelle cerimonie, proprie di questo
momento:
- l’accoglienza dei cuccioli/cocci;
- la promessa.
Questo è anche il momento per gettare le basi per un buon clima
di F.F., fondato anche sull’accoglienza, sulla condivisione e sulla
fratellanza.
Sono altresì utili, le attività tra più B/C, ad es.
le cacce/voli di zona, il S.Francesco, ...
Tutta l’organizzazione della vita di B/C è davvero un grande
gioco di simulazione della vita sociale e politica. Vanno valorizzate
le strutture, orizzontali e verticali, come il c.d.a., la sestiglia, la
rupe del consiglio o il consiglio della grande quercia, e i ruoli che
al loro interno i bambini assumono. Non dobbiamo infine dimenticare, i
costanti riferimenti alla Legge, al suo rispetto, la testimonianza dei
vecchi lupi e delle coccinelle anziane.
La coeducazione
Per i B/C, la scelta dell’unità mista, favorisce di molto
la coeducazione. Nei giochi, comunque, stiamo attenti a rispettare i diversi
comportamenti e le peculiarità che ogni singolo bambino o bambina
ha.
Oggigiorno il concetto di coeducazione, si è spostato sull’educazione
all’accoglienza dell’altro. Difatti, la crescita di bambini
e bambine assieme, non è più una novità o un problema,
ma una realtà consolidata. Quindi, estendiamo il campo alla valorizzazione
della diversità in generale, tra bambino e bambino, tra culture,
tra handicap, ... diversità che è un arricchimento e non
un ostacolo.
La vita all’aperto
In tana e in sede, i bambini si incontrano a riunione sempre meno, e
sempre meno si va in caccia o in volo. Perciò, cerchiamo di riscoprire
la caccia o il volo come occasione unica per i bambini di oggi, soprattutto
quelli che abitano nelle grandi città, per vivere un’esperienza
diretta con la natura, correndo, toccando, assaporando la meraviglia del
Creato.
Riscopriamo anche le tecniche suggerite nel Manuale dei Lupetti, per affrontare
i piccoli disagi dello stare fuori dei centri abitati, per apprezzare
come la natura funziona, per viverla, per conoscere, sin da questa età,
come equipaggiarsi efficacemente e con essenzialità, cercando di
non tornare a casa per una sola goccia di pioggia. In somma, anche al
lupettismo/coccinellismo appartengono quelle semplici competenze suggerite
da B.P., che fanno assaporare al bambino gli inizi di quel che sarà
più avanti la “scienza dell’uomo dei boschi”.
Il gioco
Il gioco, assieme alla P.P. e all’A.F., è uno dei pilastri
metodologici. Oltre ad essere il nostro primo grande educatore, esso offre
al bambino la possibilità di sperimentarsi, di perseguire un obiettivo,
di superare piccoli ostacoli con le proprie forze o con l’aiuto
della squadra. Il gioco aiuta i piccoli a scoprire i propri limiti, ad
accettare positivamente eventuali insuccessi, a verificare cosa comporta
rispettare oppure non rispettare le regole, la legge. Il capo, l’arbitro,
è il custode della legge: egli deve richiamare infrange la legge
ovvero lodare chi la osserva.
Il capo, inoltre, ha il compito di stabilire gli obiettivi educativi di
ogni gioco, per trasformarli in lezioni che il bambino non sa di seguire,
efficaci come ad ore ed ore passate sui libri di scuola (da B.P.).
E alla domanda:
“Cosa hai imparato oggi, fratellino?”.
Il bambino deve rispondere:
“Non lo so, ma mi sono divertito un mondo!”.
Il servizio
I lupetti/coccinelle devono far proprio il compire delle B.A., piccoli
gesti concreti che esaltano il valore della gratuità. Se poi, i
bambini riescono a comprendere che queste azioni buone, seguendo la Parola
di Dio, sono frutto dell’aiuto e l’esempio di Gesù,
vivono delle esperienze ricche di Spiritualità.
Altri strumenti del metodo da riconsiderare sono: le prede di Baloo/Scibà,
nella Pista/Sentiero personale; il terzo momento della P.P.; il c.d.a..
Queste sono occasioni per i lupetti/coccinelle per mettersi a disposizione,
per essere felici nel creare la felicità altrui, e per vivere appieno
lo spirito L/C.
La fraternità internazionale
Innanzitutto, è utile sgombrare il campo nella mente del bambino
che, con un bombardamento di informazioni sommarie e confuse, potrebbe
avere idee poco chiare sul Mondo, culture, religioni razze, guerre, ...
Buone sono tutte le attività di gioco sulla conoscenza e valorizzazione
degli altri popoli, per suscitare nel bambino uno spontaneo atteggiamento
di solidarietà e di pace.
Un’occasione da non perdere è il thinking day.
la scelta cristiana
In sintesi è sono stati sottolineati i seguenti punti:
- la testimonianza dei capi;
- la presenza dell’AE e del suo rapporto particolare coi bambini;
- l’utilizzo del racconto raccontato con “respiro” spirituale;
- non essere espliciti per consentire al bambino di fare sintesi dentro
di sé, senza sostituirsi a lui;
- la risoluzione dei conflitti all’interno della comunità
di B/C sulla luce del Vangelo;
- il coinvolgimento nelle celebrazioni liturgiche, soprattutto durante
le cacce/voli;
- l’attività natura, particolarmente predisposta per la Spiritualità;
- Gesù, un amico e confidente per i nostri bambini;
- la catechesi “occasionata”, sfrutta i momenti forti dell’anno
liturgico seguendo un itinerario ben pensato;
- la BA;
- il ruolo delicato dell’educatore è nel mettere a contatto
il bambino con la Parola di Dio;
- la Parola di Dio va letta con gli occhi del Signore.
Inoltre, sono state ribadite tutte le considerazioni emerse alle ORME
(officine di rifornimento metodologico) già raccolte negli atti.
Tutto il lavoro svolto negli ultimi due anni dalla branca LC sulla Spiritualità,
sino alle ORME, svolte, per la nostra area, a Spoleto dal 1 al 3 Novembre
2002, ha arricchito i capi B/C. Nel Quaderno LC Lazio n° 3 “La
Spiritualità LC”, sono contenuti questi atti. Qui troviamo,
oltre agli interventi dell’incaricato nazionale LC e dall’AE
della Toscana, anche i risultati dei lavori del cantiere, cioè
quelle regole d’oro, quelle attenzioni che un capo dovrebbe avere
affinché la spiritualità sia presente in tutta la vita di
branco/cerchio.
Questo quaderno è stato distribuito alle zone presenti: prossimamente
sarà consegnato alle altre zone e al consiglio regionale. Il quaderno
è disponibile, assieme agli altri, richiedendolo agli IIRR LC.
la scelta politica
Pensare di tradurre la scelta politica in attività per la branca
L/C può sembrare più difficile e limitativo perché
si ha spesso il timore di cadere in un discorso meramente “politico”.
Esistono, invece, molte occasioni in cui si possono far vivere esperienze
legate a questo punto che si traducono in valori come: internazionalità,
tolleranza, rispetto per l’altro e per l’ambiente, tutela
dei diritti…
* Attività per il C.d.A. in cui sottolineare la responsabilità
personale o quella comunitaria (attività gestite dai grandi, la
catena telefonica...)
* Attività mirate alla conoscenza e sensibilizzazione del territorio
adiacente (quartiere) e delle realtà locali: gruppi della parrocchia,
scuola, centri anziani... Creare dei momenti di collaborazione e attività
con loro. Allargare la conoscenza a quartieri limitrofi per capire che
possono esistere delle realtà molto diverse dalla propria.
* Sottolineare la figura di S. Francesco e il valore della B.A. verso
i fratellini e sorelline e verso gli altri.
* Attività che facciano capire come le scelte dello scoutismo siano
fondate, da l’idea originaria di B.P., su valori di non violenza,
fratellanza, rispetto. Non si deve aver timore di spiegare e far vivere
ai nostri bambini le scelte che derivano anche dal vissuto storico dell’associazione.
“… ci impegnamo…dove esistono situazioni di marginalità….a
promuovere una cultura di legalità, rispetto delle regole, democrazia…”
sulla base di questo concetto possiamo pensare ad:
* Esperienze con bambini che vivono situazioni di disagio; pensare a attività
di autofinanziamento per aiutare i fratellini che ne hanno bisogno.
* Nell’intento di divenire cittadini del mondo possiamo proporre
giochi che richiamino la legge, la promessa, il motto che sono al centro
delle nostre scelte e delle nostre azioni, possiamo inoltre sottolineare
questo aspetto anche nella P.P.
* Possiamo giocare la nostra scelta di essere operatori di pace proponendo
giochi che insegnino il concetto di fraternità all’interno
del gruppo, sottolineare il rispetto per gli altri come il rispetto per
se stessi (la ricchezza che nasce dall’essere diversi).
L’integrazione nei gruppi di bambini di altre nazionalità
è divenuto molto frequente. Anche questa è un occasione
di ricchezza per la comunità intera; il nostro intento è
quello di far capire questo concetto al bambino.
* Progettiamo di far vivere ai ragazzi eventi ad ampio respiro; proponiamo
alla branca L/C di partecipare a fiaccolate o manifestazioni per la pace,
condivise dall’A.G.E.S.C.I.; coinvolgendo anche i genitori in queste
attività possiamo dare al bambino un’immagine di condivisione
vera di questi valori da parte delle figure che ruotano intorno a lui.
L’impegno per una cultura di responsabilità verso la natura
e l’ambiente possiamo riviverla sia nel “piccolo” della
nostra sede/tana, sia negli ambienti che ospitano le nostre cacce/voli.
* Possiamo sfruttare il naturale contatto con la natura (che è
una nostra prerogativa) facendo attenzione anche alle piccole cose: non
dimentichiamo mai di ripulire il posto dove abbiamo svolto una caccia/volo,
proponiamo attività di conoscenza dell’ambiente che ci ospita
per capire come rispettarlo a fondo; partecipiamo alle attività
di pulizia e mantenimento degli spazi comuni facendo capire al bambino
che la natura va rispettata perché “propria” e di “tutti”!!
* È importante far capire ai bambini che le risorse del mondo non
sono illimitate, che vanno utilizzate con criterio e soprattutto che sono
di tutti! Possiamo pensare ad attività che rilevino il valore del
commercio equo, della condivisione delle cose comuni, attività
sull’importanza dell’acqua e sulla sua distribuzione mondiale,
sulle ricchezze della terra ecc… Possiamo lanciare nel nostro gruppo
un’attività di raccolta differenziata per arrivare poi, a
parlare del riciclo con attività dove si “ri”utilizzino
materiali di scarto.
Nel ventaglio di proposte che pensiamo per i nostri ragazzi miriamo a
far crescere in loro uno spirito critico che li porti sempre, qualsiasi
età abbiano, a saper fare delle scelte che si richiamino ai valori
sui quali hanno “promesso” e perché possano lasciare
sempre il mondo “migliore di come l’hanno trovato”!!!
Roma, lì 30 Giugno 2003
Gli IIRR LC
Simona Sturba e Alessandro Casagrande
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