FILOTEA
di San Francesco di Sales
Capitolo XXXV
BISOGNA ESSERE FEDELI NELLE GRANDI E NELLE PICCOLE OCCASIONI
Nel Cantico dei Cantici lo Sposo confessa che la Sposa gli ha rapito
il cuore con uno sguardo e un capello. Tra tutte le parti del corpo
umano nessuna è più nobile dell'occhio, sia per la
sua perfezione come organo, sia per la sua attività; e niente
è più trascurabile di un capello. Lo Sposo divino
in tal modo vuole farci capire che non gli sono accette soltanto
le opere importanti dei devoti, ma anche le minori e quelle che
sembrano di nessun conto. Sarà contento di noi soltanto se
avremo cura di servirlo bene nelle cose importanti e di rilievo
come nelle piccole e insignificanti; sia con le une che con le altre,
possiamo rapirgli il cuore per amore.
Preparati dunque, Filotea, a soffrire un gran numero di grosse afflizioni
per il Signore, fors'anche il martirio; deciditi a fargli dono di
quanto hai di più prezioso, sempre che si degni di accettare:
padre, madre, fratello, marito, moglie, figli, i tuoi occhi e la
tua vita; a tutto ciò devi preparare il cuore.
Quando la Divina Provvidenza non ti manda afflizioni acute e pesanti,
insomma non ti chiede gli occhi, donale almeno i capelli: voglio
dire, sopporta con dolcezza le piccole offese, gli inconvenienti
insignificanti, quelle sconfitte da poco sempre all'ordine del giorno;
per mezzo di tutte queste piccole occasioni, usate con artiere e
dilezione, conquisterai totalmente il suo cuore e lo farai tuo.
I piccoli gesti quotidiani di carità, un mal di testa, un
mal di denti, un lieve malessere, una stranezza del marito o della
moglie, un vaso rotto, un dispetto, una smorfia, la perdita di un
guanto, di un anello, di un fazzoletto;, quel piccolo sforzo per
andare a letto presto la sera e alzarsi al mattino di buon'ora per
pregare, per fare la comunione; quella piccola vergogna che si prova
a fare in pubblico un atto di devozione; a farla breve, tutte le
piccole contrarietà accettate e abbracciate con amore fanno
infinitamente piacere alla Bontà divina, che, per un bicchiere
d'acqua, ha promesso il mare della felicità completa ai fedeli;
e siccome queste occasioni si presentano in continuazione, servirsene
bene è un mezzo sicuro per accumulare grandi ricchezze spirituali.
Quando nella vita di S. Caterina da Siena ho letto tanti rapimenti
ed elevazioni di spirito, tante parole di sapienza e persino di
predicazioni tenute da lei, ho avuto la certezza che con quell'occhio
di contemplazione aveva rapito il cuore dello Sposo celeste; ma
mi ha consolato nella stessa misura vederla in cucina girare umilmente
lo spiedo, attizzare il fuoco, preparare il cibo, impastare il pane
e fare tutti gli uffici più umili della casa, con un coraggio
pieno di amore e di dilezione per il Signore. Ho uguale stima per
la piccola e semplice meditazione che faceva consacrandosi a quei
compiti così umili e disprezzati, come per le estasi e i
rapimenti cosi frequenti in lei, e che forse le furono concessi
proprio in ricompensa di quell'umiltà e di quell'abiezione.
Ecco com'era la sua meditazione: mentre preparava da mangiare per
suo padre, pensava di prepararlo per Nostro Signore, come S. Marta;
per lei sua madre le ricordava la Madonna; i fratelli, gli Apostoli.
In tal modo pensava nel suo spirito di servire tutta la corte celeste
e si adoperava in quei piccoli lavori con molta dolcezza, perché
sapeva che quella era la volontà di Dio.
Ti ho presentato quest'esempio, Filotea, perché tu ti renda
conto quanto sia importante indirizzare bene tutte le nostre azioni,
per vili che siano, al servizio della divina Maestà.
A questo scopo ti consiglio vivamente di imitare la donna forte
tanto lodata da Salomone e che poneva mano alle imprese forti, alte
e generose senza trascurare di filare e girare il fuso: Ella ha
posto mano a cose grandi e la sua mano gira il fuso. Poni mano a
cose forti, applicandoti alla meditazione e all'orazione, all'uso
dei sacramenti, a donare amore a Dio e alle anime, a spargere buoni
pensieri nei cuori, a fare insomma opere grandi e importanti secondo
la tua vocazione; ma non dimenticare il fuso e la conocchia, ossia
pratica quelle piccole e umili virtù che crescono come fiori
ai piedi della Croce: il servizio dei poveri, la visita ai malati,
la cura della famiglia, con tutto quello che comporta, con una diligenza
che non ti lascerà mai tempo per l'ozio; e in tutte queste
faccende cerca di avere pensieri simili a quelli che, come ti ho
detto, aveva S. Caterina in tali situazioni.
Le grandi occasioni di servire Dio si presentano raramente, le piccole
invece le hai sempre: ora, chi sarà fedele nel piccolo, dice
il Salvatore, avrà un incarico grande. Fa dunque tutto in
nome di Dio, e tutto sarà fatto bene. Sia che tu mangi, sia
che tu beva, sia che tu dorma, sia che ti diverta, sia che tu giri
lo spiedo, purché tu porti avanti "bene le tue faccende,
trarrai sempre grande profitto al cospetto di Dio, perché
fai tutte le cose che Dio vuole che tu faccia.
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