Gruppo Palermo III
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IL VINO

“Il lato negativo di questo scoglio è quello di rovinare la propria felicità con l’abbandonarsi alle proprie passioni.”

“Vino?” Il colonnello Yerves non aveva mai provato a poter vivere senza vino o senza un goccio d’alcool. Una volta non essendogli stato possibile procurarsi degli alcolici, bevve dello spirito per lucidare i mobili.  

Nel mio reggimento vigeva il principio che gli ufficiali dovessero guidare i loro uomini più con l’esempio che con il comando. Così pubblicai un avviso, che entro tre mesi, tutti gli ufficiali resi inadatti dalla loro corporatura ad assolvere il loro compito molto facilmente,sarebbero stati sollevati dall’incarico. I risultati furono sorprendenti: era stato il terzo bicchiere a causare tutto il male.

Un uomo pieno di buone intenzioni tentava di mostrare ad un bevitore il male della sua condotta, ma il vecchio ubriacone lo interruppe “lei parla come se non fosse stato mai ubriaco.” e l’altro, “Ubriaco? spererei di no!” “E allora che ne sa lei? Vada si ubriachi  e impari qualcosa della tentazione e della gioia che ne viene. Poi potremo parlare!”.

Bene la tentazione è forte, soprattutto se si comincia a lasciarsi trascinare. Credo che la metà degli uomini che si danno al bere, siano stati trascinati a ciò dal desiderio di compagnia e di cameratismo, ritenuto buono con molti amici. Un ragazzo che per la prima volta esce dal mondo, crede di dover fare come tutti gli altri per mostrare che è uno di loro un compagnone!

 

Dio sa che io non sono contrario all’allegria e a qualche schiamazzo occasionale, sono cose naturali nei giovani anche senza l’aiuto dell’alcool.

Pensate io giocavo sempre ai “fratelli rimbalzanti del Bosforo”.

Sapete cos’è? (vedi S.V.S. pg 76).

Un individuo con la testa a posto e con un forte carattere non si lascerà mai trascinare dalla massa; saprà sempre dove fermarsi. Sono gli sciocchi che compongono il gregge e si lasciano condurre dagli altri e dalle loro miserie: non hanno la risolutezza “di prendere le armi contro il loro mare di sventure”.

Vi sono altre forme di indulgenza verso sè stessi contro le quali un giovane farà bene a guardarsi, perché anch’esse si oppongono al raggiungimento della felicità.

Per un ragazzo c’è il pericolo del fumo. Ecco una delle mie ultime note in proposito. Mi chiesero, ”C’è una norma che impedisca agli scout di fumare?”. Risposi che non esistevano affatto regole, ma ogni scout sa che un ragazzo che fuma è uno stupido, e nel nostro movimento è sottinteso che uno scout non è uno stupido.

         Nessun ragazzo comincia a fumare perché gli piace: al principio lo detesta ma lo fa per spavalderia, per sembrare un uomo, almeno così crede lui, mentre invece non fa che la figura del piccolo somaro.

Anch’io fui un gran fumatore , ben inteso un fumatore di pipa, finché venni a trovarmi in contatto con alcuni americani, guardie della frontiera, che a suo tempo avevano servito come esploratori nelle guerre contro i pellerossa. Nessuno di loro fumava e mi sorrisero con indulgenza, come ad un “piede tenero” perché lo facevo, mentre io credevo di mostrare la mia virilità. Mi spiegarono che il fumo può giocare brutti scherzi alla vista, al gusto e all’odorato: e il senso dell’odorato è di un valore inestimabile per una vedetta, durante il suo lavoro notturno. Per questo smisi immediatamente di fumare e non ripresi più; questa mia astensione mi ha molto giovato alla salute e certamente alle tasche.

Il mangiar troppo:

Durante una spedizione in Africa, attraverso le paludi e il deserto dell’Ashanti, regione popolarmente conosciuta come “la tomba dell’uomo bianco”, coloro che erano abituati a mangiar molto caddero come mosche. Sopravvissero solo quelli che erano stati moderati nel cibo e di abitudini attive.Per quanto mi riguarda io non mi sentii mai meglio in vita mia e facevo le mie venti miglia di marcia al giorno con il cuore leggero, seppure con la pancia vuota.

 

L’eccesso del sonno:

L’eccesso del dormire è un’altra forma di soddisfazione dei propri desideri che la gente raramente prende in considerazione, ma i Giapponesi dicono che ogni ora di sonno in più di quelle necessarie per il riposo, è dannosa e favorisce lo sviluppo del grasso. Se vuoi riposare il corpo, leggi un buon libro; se vuoi riposare la mente, gioca al calcio o vai a pescare.

L’intemperanza di linguaggio:

Un’altra forma comunissima di debolezza, perché è a ciò che si riduce, è l’imprecare. Ciò denota mancanza di autocontrollo e, sebbene possa al momento dare sollievo,nondimeno è una debolezza destinata a divenire sempre più grave, se le è lasciato libero corso. Pett Ridge avverte che l’imprecazione è un sollievo troppo grande per sprecarlo e deve essere riservata ai momenti di crisi.

Il lavorare troppo:

E’ un’altra forma di abuso che si manifesta in qualcuno. Dico “qualcuno” non “tutti”. E’ vero che sto scrivendo alle cinque ed un quarto in un rigido mattino d’inverno ma se non mi fossi alzato sempre di buon’ora per tutta la mia vita, non avrei mai avuto il tempo di trarre da essa neanche la metà del piacere che ho avuto. Pensa che se ti prendi un’ora in più al giorno saranno trecentosessantacinque ogni anno, ossia tre settimane di tempo attivo in più della maggior parte dei tuoi simili. Il solo pericolo per un lavoratore troppo accanito è quello di diventare schiavo del proprio lavoro, e di non accordarsi il minimo necessario di distrazione e di riposo.  Per riposo non intendo ozio, ma un cambiamento di occupazione. Per me questi cambiamenti di occupazione sono abbastanza frequenti e disparati; una volta ad esempio fu il guazzare in un ruscello melmoso per sbarazzarlo dalle sue erbe (vedi episodio S.V.S. pg.87). Una delle forme di divertimento che mi accordo talvolta, è quella di andare al cinema. Ti ho raccomandato, come migliore divertimento, un cambiamento attivo di occupazione. Non ho quindi alcuna scusa per questi rari momenti in cui mi lascio distrarre passivamente dagli altri.Al cinema sono immerso in uno stato di pace e di mezzo sonno, con un racconto messo in immagini davanti agli occhi, e, se il racconto come spesso accade non vale niente, mi addormento tranquillamente. Nasce una difficoltà con questi nuovi tipi di cinema che non ti permettono di addormentarti ora che loro parlano tanto.

Vi sono molte altre debolezze e punti sui quali indulgiamo a noi stessi, ai quali non ho fatto riferimento qui, ma che tu stesso puoi scoprire, esaminando con attenzione il tuo carattere e le tue abitudini. Di molti di essi puoi non essertene accorto fino a questo momento, ma quando li avrai scoperti da te stesso, invece di lasciare che altri te li indichino, potrai considerarli come già ben avviati ad essere guariti.


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