"Un bambino nero"

di Camara Laye

L'iniziazione

Nel libro "Un bambino nero" sono descritti molto bene lo stato d'animo, le prove di coraggio e la circoncisione che si trovano ad affrontare i ragazzi che devono diventare grandi.

Per Laye, un bambino africano originario della Guinea era ormai giunto il momento di diventare grande. Era già passato alle classi superiori ma faceva ancora parte degli incirconcisi. Aspettava con ansia che il gruppo di suonatori e danzatori, guidati dal Kodoke,  passando di casa in casa, raggruppasse i ragazzi incirconcisi per sottoporli alla prova di coraggio durante la quale avrebbero dovuto affrontare il temutissimo Kondèn diara. Laye aveva paura. Finalmente   il Kodoke, con un gruppo di ragazzi e di artisti, entrò nella concessione di Laye che subito venne circondato e condotto fuori dal giardino della sua casa. Tutti i ragazzi suonavano uno strumento, una specie di tamburo per infondersi coraggio ma Laye non era per niente incoraggiato. Terminato il giro nelle case, il gruppo era ormai arrivato all'entrata della boscaglia. Prima le donne poi gli uomini tutti si allontanarono tornando indietro verso le proprie case, al sicuro. Rimasti soli i ragazzi entrarono nella foresta, stretti gli uni agli altri camminarono sorvegliati dagli istruttori. Arrivarono in una radura sotto un grande albero di ceiba. Furono rincuorati dal vedere un maestoso fuoco vicino al grosso albero. Gli istruttori fecero inchinare Laye e i suoi compagni, più curvi che potevano all'interno del cerchi di fuoco. Dopo poco tempo sentirono dei ruggiti, rumori di foglie mosse, erano sicuramente bestie feroci, leoni probabilmente. Si sentivano numerosi versi di animali e strani rumori ma i ruggiti erano la cosa che impressionava di più i ragazzi . Laye era sicuro che se avessero voluto i leoni avrebbero potuto saltare quel fragile muro di fuoco ma lui non doveva mostrare la sua paura. Proprio quando non ce la faceva più quando aveva le gambe intorpidite, la testa confusa, le ossa tremanti i ruggiti cessarono. Per un attimo non capì cosa accadeva intorno a lui, furono le grida degli istruttori, che ordinavano di tirarsi su, a svegliarlo da quello strano stato di dormiveglia. Il peggio era passato ma la notte continuò per Laye e i suoi amici all'interno della foresta dove gli istruttori  avrebbero insegnato loro dei canti. La mattina Laye si sveglio e tornò al villaggio. La prova di coraggio era superata ma la prova più difficile doveva ancora venire.

La circoncisione

Per Laye, che era ormai arrivato all'ultimo anno delle classi superiori, era giunto il momento di diventare uomo attraverso la circoncisione. Tutti i fanciulli del villaggio la temevano ma nessuno poteva evitarla.. Il rito prevedeva due momenti fondamentali: uno era la festa, con danzatori suonatori, e dove Laye avrebbe dovuto danzare per una settimana,  tutti i giorni; l'altro era l'atto vero e proprio di cui Laye aveva molto timore. Era vestito con un bobou color marrone che tendeva al rosso, in questo modo le macchie di sangue non si sarebbero notate. Tutti portavano sotto il babou, un vestito tipico del rito dell'iniziazione composto da una specie di tunica molto stretta e un foulard che gli era stato regalato dalla compagna di giochi più cara, segno di un amicizia puramente infantile, che forse il rito avrebbe rotto per sempre. Spesso durante la festa alcune persone si avvicinavano ai ragazzi e in segno di amicizia donavano qualcosa a seconda dei propri mezzi. L'ultimo giorno iniziarono i preparativi per l'atto finale i ragazzi vennero portati in una grande casa, vennero rasati e quindi indossarono i loro nuovi bobou e i loro nuovi cappellini. Poi iniziarono la danza  del coba,  - il ballo che tutti i noncirconcisi devono compiere prima dell'operazione -   e danzarono  da soli. Per tre volte, durante la notte,  i ragazzi  si recarono in piazza a danzare il coba.  Alle prime luci del giorno si diressero nella boscaglia dove non sarebbero stati disturbati. I ragazzi, posti uno accanto all'altro, non ebbero nemmeno il tempo di gridare che l'operatore li aveva già fatti diventare uomini. Vennero sparati dei colpi di fucile per annunciare la notizia al villaggio. Si aspettò che un po' di sangue scorresse via poi quando iniziò a coagularsi ai ragazzi furono prestate le prime cure. I nuovi circoncisi, poco  attratti dalla festa organizzata per loro, rientrarono nella capanna che era stata loro assegnata per il periodo della convalescenza.