IL COLONIALISMO ITALIANO

Il colonialismo è un periodo che va dal 1870  al 1914; in quegli anni le maggiori potenze europee (quali Inghilterra, Francia, Germania, Italia, ecc.) intervennero militarmente e crearono dei possedimenti coloniali in Asia ed in particolare in Africa.  Questi paesi erano spinti dalla necessità di materie prime e vendita dei loro prodotti in eccesso nelle colonie. Quando in Italia e in Germania si affermarono il fascismo e il nazismo, le colonie erano rivendicate per  lo spazio vitale”.

   

L’Italia arrivò più tardi rispetto agli altri nella corsa alle colonie (1869), conquistando quindi pochi e poveri territori rimanenti: Somalia, Eritrea, Libia, Etiopia. In molti casi subì dure sconfitte (come ad Adua e a Dogali); la stagione coloniale italiana fu anche teatro di molte violenze e guerre, sia contro i civili innocenti che contro i guerriglieri della Resistenza.

 

Nel 1869 l’Italia acquistò da una compagnia privata la Baia di Assab, sulle coste del Mar Rosso, in Eritrea. Questa divenne la prima colonia italiana in Africa nel 1882. Tre anni dopo, nel 1885, un corpo di spedizione militare occupò la costa eritrea fino a Massaia. Quando però il corpo di spedizione di 500 soldati si spinse verso l’interno, fu respinto e sconfitto dalla truppe etiope nella battaglia di Dogalì. Nel 1890 queste colonie furono riunificate sotto il nome di Eritrea. 

   

Al 1889 risale invece l’occupazione della Somalia, che diventò colonia italiana solo nel 1905. I soldati italiani però furono ancora sconfitti in Etiopia ad Amba Alagi e Macallè nel 1895, e ad Adua, nel 1896, che fu la peggiore e più terribile perdita: furono uccisi 16.000 uomini tra italiani ed ascari (gli indigeni arruolati nel corpo di spedizione italiano).
Con questa clamorosa sconfitta si chiuse così la prima fase dell’espansione coloniale italiana.