Omar al-Mukhtar

La Cirenaica è la zona più ricca della Libia, Omar al-Mukhtar aveva il controllo totale dell'entroterra. Con tremila uomini, armati di 2600 fucili antiquati, Omar affrontò 20 mila nemici dotati di mezzi più moderni. Il "Leone del deserto", come veniva chiamato, colpiva, poi si ritirava, svaniva nel nulla da buon partigiano e dichiarava che il suo potere nel paese superava quello del governo italiano: gli invasori combattevano per cupidigia, mentre i libici lottavano per mantenere alta la parola di Dio e per difendere la loro patria.
Per spezzare i legami tra i ribelli e la popolazione il generale italiano Graziani introdusse la pena di morte per il reato di connivenza e condannò alla deportazione tutti gli abitanti del Gebel a partire dal giugno 1930 :100mila persone - vecchi, donne e bambini - vennero deportate e internate in 15 campi di concentramento.

Nella marcia, lunga di 1100 chilometri, a cui vennero costretti per raggiungere i campi di concentramento, chi non ce la faceva o semplicemente si attardava veniva immediatamente ucciso.
Nei campi di concentramento, situati in aree desertiche, per tre anni i libici vennero decimati dalla fame, dalle malattie e dal lavoro forzato. Inoltre chi era sospettato di connivenza veniva impiccato, spesso insieme alla propria famiglia, bambini compresi. Alla fine solo 50mila persone sono riuscite a sopravvivere.
Le forze di Omar diminuirono così sempre più, ma per avere ragione della resistenza libica l'esercito italiano, a guida fascista, nel 1930 cominciò ad usare micidiali gas, sganciandoli dagli aerei su interi villaggi. Furono colpiti migliaia di uomini e donne con i loro cammelli e le loro greggi: una moltitudine inerme, disperata, in preda al terrore.
Un dispaccio del governatore Badoglio al vice governatore Siciliani del 10 gennaio 1930 ordinò continui rastrellamenti per sorprendere Omar al-Mukhtar . Alla fine questo strenuo difensore dell'indipendenza del suo paese venne catturato l'11 settembre 1931 con un tradimento e impiccato in pubblico.