Noi della seconda C abbiamo cominciato a lavorare sul progetto di Intercultura dedicato all’acqua insieme ad un simpatico signore di nome Godwin, proveniente dalla Nigeria, e alla nostra professoressa di italiano.

L’acqua è un bene “esauribile” che non tutte le persone del mondo possono avere; i motivi sono vari e noi li esamineremo.

Riuscite a capire quanto è importante questa risorsa?
Noi l’acqua la beviamo, la usiamo per lavarci, per cucinare e per tante altre cose!!
Molto spesso, però, la sprechiamo.

Abbiamo cominciato ad esaminare l’acqua sotto i suoi vari aspetti e l’abbiamo rintracciata in vari contesti.

Abbiamo scoperto che l’acqua è motivo di ispirazione per molte persone: poeti, cantanti e pittori.

Infatti qualche mese fa, andando a vedere un’esposizione di quadri di Vanvitelli (1), ci siamo resi conto che l’acqua viene rappresentata molto nei suoi dipinti: il Tevere, per esempio, ci appare più vicino alla città e molto “vissuto”.

Facendo delle ricerche abbiamo trovato il tema dell’acqua in molte poesie. Alcune scritte da grandi autori, altre da persone meno conosciute.

Alcune lunghe ed altre corte, ma non di certo noiose come si pensa. Sentite queste di Gianni Rodari:

 

Un bambino al mare

Conosco un bambino così povero
che non ha mai veduto il mare:

a Ferragosto lo vado a prendere,
in treno a Ostia lo voglio portare.

Ecco, guarda- gli dirò-
Questo è il mare, pigliane un po’!-

 Col suo secchiello, fra tanta gente,
potrà rubarne poco o  niente:

ma con gli occhi che sbarrerà
il mare intero prenderà.

  

Quanti pesci ci sono nel mare?

 Tre pescatori di Livorno
disputarono un anno e un giorno 

per stabilire e sentenziare
quanti pesci ci sono nel mare.

Disse il primo:<< Ce n’è più di sette,
senza contare le acciughette>>.

Disse il secondo:<<Ce n’è più di mille
senza contare scampi ed anguille>>.

Il terzo disse:<<Più di un milione!>>.
E tutti e tre avevano ragione.

 Gaspare Vanvitelli,“Le origini del vedutismo”

 

La cosa che però ci ha affascinato di più è stato il tema dell’acqua nella musica. Abbiamo trovato canzoni di varie epoche, “Acqua azzurra acqua chiara” di Lucio Battisti, “Mare mare” di Luca Carboni, “ Piove” di Jovanotti, e moltissime altre.

 
“Acqua azzurra acqua chiara”:

-Ogni notte ritornar per cercarla in qualche bar

 domandare ciao che fai

 e poi uscire insieme a lei.

 Ma da quando ci sei tu tutto questo non c’è più.

 Acqua azzurra, acqua chiara

 Con le mani posso finalmente bere.

 …..

 

Ma le più belle melodie sono quelle dei tempi passati. “Sul bel Danubio blu”, e la “Water Music” sono dei validi esempi.

La prima è stata scritta da Johann Strauss (figlio).

Volete sapere qualche cosa su di lui?

Strauss era nato a Vienna nel 1825. La sua era una famiglia di musicisti. Suo padre, anche lui di nome Johann, è stato un grande compositore, così come i fratelli Joseph e Eduard.

Johann è stato un famoso musicista, compositore e direttore d’orchestra. Si esibì per la prima volta a diciannove anni e da lì cominciò la sua carriera di artista. Venne soprannominato “re del valzer” proprio perchè gran parte delle sue numerose opere sono dei valzer. “Sul bel Danubio blu”, citata precedentemente, è proprio un valzer.

Questa parola non vi è nuova.

Ma, sapete tutti come si balla? Innanzi tutto è una danza di coppia in tre tempi (3/4).

E non scordatevi di girare! Walzer, infatti, in tedesco vuol dire girare. Provateci! Non è poi così difficile!

 

 

 

Inizialmente il valzer scandalizzò l’opinione pubblica perchè è un ballo che si fa in coppia, dove i due partner devono, in un certo senso, abbracciarsi. Poi, però, divenne il ballo per eccellenza e se ne diffusero molti altri. 

Oltre a quello viennese c’è il valzer inglese o lento, il valzer di Boston, il valzer sudamericano, il valzer francese o valzer musette.

A scuola abbiamo ascoltato Sul Bel Danubio Blu e l’abbiamo  “interpretato”ballando e muovendoci liberamente.

Tutto ciò ci ha permesso di provare nuove emozioni: leggerezza,delicatezza, desiderio di libertà e, fra le note, ci sembrava quasi di sentire il fruscio dei lunghi abiti delle dame che danzavano.

Godwin ci ha fatto notare che, ascoltando attentamente, si percepisce quasi  il percorso del fiume, prima è calmo poi si agita e si sentono degli uccelli che cinguettano sui bordi del fiume.

Poco sopra abbiamo accennato alla “Water Music” che in italiano chiamiamo “Musica sull’acqua”. Questa è stata composta da Georg Friedrich Handel. Lo avete mai sentito nominare?

 Nacque ad Halle nel 1685 ed è, quindi, un compositore tedesco.

La sua passione per la musica e il suo talento cominciarono a manifestarsi già quando aveva dieci anni. Così il padre, contrario alla carriera artistica, fu costretto ad accettare le aspirazioni del figlio che intraprese la carriera musicale.

Poi nel 1702 Handel per accontentare il padre iniziò a studiare giurisprudenza, ma quella non poteva essere la sua strada e così nel 1703 si trasferì ad Amburgo, dove compose la sua prima opera “Amira”. Si trasferì poi in Italia per arricchire le sue conoscenze musicali e, successivamente, a Londra, dove morì nel 1759.

A differenza della musica di Strauss la “Water Music” ci è sembrata molto complessa. Ha un ritmo particolare e ci ha suscitato emozioni diverse. Provate ad ascoltare i due brani e noterete subito la differenza.

Mentre con il valzer di Strauss ci siamo gettati a ballare, nell’ascoltare “Water Music” abbiamo avuto delle difficoltà.

Il valzer è un ballo di coppia, la musica di Handel, invece, più adatta ad una situazione di gruppo, ci impediva quasi i movimenti.

Ma torniamo alla pittura!!! L’immagine più celebre immortalata dal Botticelli è quella relativa ad Afrodite, dea dell’amore, che si credeva fosse nata dalla schiuma del mare, originatasi da una goccia del sangue di Urano, ferito a morte dal figlio Crono con lui in lotta per il potere. Afrodite sarà considerata la Dea del mare e della felice navigazione.

                                     

Il tremolio dell’acqua, i suoi colori sempre diversi, hanno ispirato anche molti altri pittori. Vedi Monet, un impressionista francese che disegnava la natura standoci “immerso”.

E l’elemento acqua è dunque presente e forte nei suoi quadri.

Dopo aver parlato del tema dell’acqua nella musica e nella pittura vogliamo farvi notare, proprio come abbiamo fatto anche noi con l’aiuto della nostra professoressa e di Godwin, quanto l’acqua abbia influenzato l’uomo del passato.

Quanti dei dell’acqua conosciamo? Tanti.

 Poseidone nella mitologia greca è dio del mare, e poi ancora Oceano con le sue numerosissime figlie, le ninfe oceaniche.

                               

Ci sono molti miti e leggende che possiamo trovare in tante culture.

Sapete cos’è un mito?

Ve lo diciamo noi: la parola mito deriva dal greco mythos e significa racconto.

I miti sono il tentativo di dare una risposta alle domande che tutti ci poniamo sull’origine del mondo.

Il mito ha spesso un profondo significato religioso.

Nella Bibbia la terra creata dal signore è sempre ricca di pioggia e l’acqua è simbolo di compiacimento verso il popolo di Dio, la “Luce promessa” ma anche il castigo, come nel Diluvio Universale.

Ecco cosa ci dice un mito masai: -Tumbainot (un discendente di Serea) era un pio uomo amato dal signore… Al tempo suo la Terra era già assai popolata; ma gli uomini non erano buoni, anzi cattivi e trasgredivano gli ordini di Dio. Soltanto il più grave dei delitti, l’omicidio, non era ancora stato commesso, finchè un giorno Nambija uccise Suage, il figlio di un uomo giusto… In seguito a questo omicidio Iddio decise di distruggere gli uomini. Soltanto il pio Tumbainot trovò grazia presso il Signore. Iddio gli ordinò di costruire una capanna di legno, un’arca, e di andarvi dentro con le sue due mogli, i suoi due figliuoli e le mogli di loro, prendendo con sè alcuni animali di ciascuna specie.Dopo che uomini e bestie furono sistemati nell’arca e Tumbainot vi ebbe stivato una grande provvista di viveri, Iddio fece cadere una pioggia dirotta, la quale produsse una grande inondazione, sicchè gli uomini e gli animali che erano fuori dell’arca affogarono tutti. E l’arca galleggiò sopra le acque del diluvio…..”

 

Ci sono miti romani, greci, asiatici e delle popolazioni dell’America del Sud, precisamente degli aztechi. Questi credevano che quattro “Soli” avessero preceduto il mondo attuale, due di questi erano la pioggia e l’altro l’acqua.

E ancora una favola dell’America del Sud racconta:- Al principio del mondo non c’era acqua, solo una formica l’aveva e non volle darla a nessuno…. Poi si seppe dove era l’acqua: dentro un grandissimo albero.

Tutti gli uomini si misero a tagliarlo, ma non riuscirono ad abbatterlo perché rimaneva attaccato a delle enormi liane.

Quando un pappagallo riuscì a segare con il becco la liana più grande, l’albero cadde al suolo con grande rumore: dai suoi rami si formarono i fiumi e dal tronco uscì il mare. In principio l’acqua del mare era dolce, il diavolo che aveva l’ordine da Dio di metterci il sale, se lo rubò.

Allora Dio gettò un cucchiaino di sale e l’acqua diventò salata.

                                

Quando non sapete che fare potete divertirvi leggendo uno dei tanti miti sull’acqua, oppure diventare scatenati inventori di musica e, se siete al mare o in piscina, potete creare delle vere e proprie composizioni melodiche utilizzando solo le vostre mani.

Come si fà?! Semplice.

Quando Godwin era ancora piccolo e viveva in Nigeria, si divertiva a creare suoni e ritmi sbattendo le mani sul pelo dell’acqua! Potrebbe diventare il nuovo gioco per l’estate!!

 

Con Godwin, oltre ad esserci divertiti leggendo leggende, o ascoltando la musica, abbiamo anche riflettuto sul fatto che l’acqua può essere motivo di guerre e di ingiustizie.

Certo non abbiamo perso di vista il nostro obiettivo: l’acqua madre, l’acqua fonte di vita, ma anche di morte.

Ci sono persone che muoiono per l’inquinamento dell’acqua o per la sua mancanza e altri che la sprecano,come noi, credendo che sia una fonte inesauribile. Bisognerebbe fare molta attenzione perchè, invece, non lo è.

 

Eccoci tornati al discorso dell’acqua per la vita. Partiamo da questa riflessione:

“Tutte le persone a prescindere dal loro grado di sviluppo e dalla situazione sociale ed economica, hanno il diritto di avere accesso all’acqua potabile in quantità e di una qualità congrua rispettivamente alle loro esigenze elementari”. (Conferenza ONU al Mar della Plata, 1977).

 

Sono passati 26 anni, il problema “acqua” è ancora da risolvere se il 2003 è stato segnalato come l’anno dell’acqua!

Viviamo su di un pianeta blu, che ha due terzi della superficie coperti dall’acqua, ma quasi tutta l’acqua della Terra è troppo salata e buona solo per andare in barca!

Ecco i numeri che ci hanno spaventato:

 - nel 2025 2 persone su 3 potrebbero non avere accesso all’acqua;

- oggi 1.000.600.000 persone non dispongono di acqua potabile;

- ogni giorno 10.000 bambini muoiono di colera e altre malattie trasmesse da acqua  non potabile;

- l’80 % di tutte le malattie e 1/3 di tutte le morti nei paesi in via di sviluppo sono provocate dall’acqua inquinata. Bilarzia, tifo, salmonella, escherichia coli, epatite.                      

Abbiamo visto, in un filmato sull’Etiopia, bambini della nostra età lavarsi e bere nella

stessa pozza d’acqua marrone, l’unica di cui disponevano.

In molte regioni africane, donne e bambini impiegano fino a 5 ore al giorno per andare a piedi alle sorgenti d’acqua e aspettare il proprio turno nella speranza di riempire una pentola d’acqua.

A settembre 2002, proprio quando tornavamo sui nostri banchi di scuola, si teneva a Johannesburg, un SUMMIT MONDIALE sullo sviluppo sostenibile.

La scarsità e l’uso non oculato delle risorse idriche sono state individuate come due delle minacce più gravi. Così tutti i capi di governo si sono impegnati a dimezzare il numero delle persone che non hanno accesso all’acqua pulita entro il 2015.
Letti questi dati, abbiamo subito pensato al nostro rubinetto di cucina quando decidiamo di bere un bicchiere d’acqua fresca, oppure alla fontanella senza rubinetto che si trova proprio davanti alla nostra scuola!

Dove finisce quell’acqua trasparente e fresca che noi “sprechiamo”?

 

Spinti a riflettere su questo problema abbiamo svolto due piccole indagini e i dati sono preoccupanti:

 

1)Quanta acqua utilizziamo in una giornata?

Azioni consumo in litri
Lavare i denti 2
Pulizia personale
(doccia o bagno)
35/100
Pulizia casa 30
Lavaggio piatti 10
Annaffiatura fiori 10
(
2 volte alla settimana)
Consumo alimentare 10
Acqua bevuta 1,7

 

 2)quanta acqua viene sprecata nelle fontanelle senza rubinetto sparse nel nostro quartiere?

tempo acqua sprecata ( litri)
5 secondi 1
1 minuto 12
1 ora 720
1 giorno(24 ore) 17.280
1 mese (30 giorni) 518.400
1 anno 6.307.200

Godwin ci ha raccontato che spesso in alcuni villaggi africani, non tormentati dalla siccità più grave, una persona dispone di appena 10 l. di acqua al giorno.

Non sono spaventosi i NOSTRI SPRECHI?

 

Il continente africano avrebbe acqua abbastanza per distribuirla ai suoi 600.000.000 di abitanti:

E’ attraversato da molti fiumi e laghi. Il Nilo, il Niger, il Congo e lo Zambesi. Sono presenti grandi laghi.

Perché dunque avendo acqua in abbondanza l’Africa non soddisfa i bisogni della sua popolazione? Proviamo a spiegarlo:

 

1. mancanza di un’infrastruttura idrica di base: tubature, acquedotti, rete

    distributiva, mantenimento e miglioramento degli argini dei fiumi;

2. mancanza di coordinamento tra le nazioni dove passano queste acque.

    In caso di accordi esistenti, questi, spesso, non vengono applicati.

3. estrema debolezza economica dei vari paesi africani dove questi fiumi passano.

4. mancanza di adeguate tecniche che aiutino una maggiore distribuzione dell’acqua               

    tra la popolazione. Come la costruzione di invasi, dighe, depuratori.

5. indisponibilità economica a poter pagare i servizi dell’erogazione dell’acqua che      

    il governo potrebbe offrire.

 

Le città africane sono molto popolate e la domanda di approvvigionamento domestico cresce rispetto alle capacità delle reti per distribuirla.

Pensate che la città di Kinshasa, ad esempio, si estende per circa 70 Km. di lunghezza e 20 di larghezza.

Succede che i poteri pubblici non hanno il denaro per far arrivare l’acqua in tutti i quartieri. In alcuni esiste solo qualche bocca di erogazione o pompe manuali.

Ma non è finita.

A Onagadongou (Burkina Faso), nel 1994 solo un quarto della popolazione disponeva di un allacciamento individuale come la rete di distribuzione dell’acqua.

L’abbonamento mensile da pagare, spesso,è superiore di tre volte al valore del salario minimo.

Così i proprietari di un allacciamento di acqua individuale si trasformano spesso in rivenditori.

Salvo quei pochi paesi dove il problema dell’acqua non è terribile, zone come il Sahel ( vicino al deserto ) o l’Etiopia, dove la siccità è un problema gravissimo, la sete di acqua è enorme e in aumento, nonostante i numerosi summit tra paesi dell’ONU che si pongono l’obiettivo di dare acqua a questi paesi.

 

Abbiamo capito anche un altro problema legato all’acqua.

Nessuno dei fiumi dell’Africa australe, così come alcuni nel Medio Oriente, è racchiuso all’interno delle frontiere di un solo stato.

Quello che avviene alla sorgente di un fiume sarà trasmesso per tutta la lunghezza del suo corso, finché si getta nell’oceano, dunque l’acqua può essere causa di conflitti internazionali.

Nessuna società può sopravvivere senza un adeguato approvvigionamento idrico. L’acqua è indispensabile per tutta la vita economica, soprattutto per l’economia agraria.

E’ per questo che l’accesso all’acqua può facilmente diventare fonte di conflitto fra diverse nazioni. Spesso le risorse idriche tendono ad essere distribuite in modo ineguale e, quando i fiumi attraversano più di uno Stato, sono fonti permanenti di tensioni.

In effetti gli Stati a monte hanno la possibilità di inquinare l’acqua o possono minacciare di costruire delle dighe per esercitare pressioni su altri Stati.

Grazie agli incontri con Godwin abbiamo capito che ci devono essere fra gli Stati rivieraschi degli accordi che devono stabilire come utilizzare le acque dei fiumi che attraversano i loro territori in modo da non creare distribuzioni idriche poco omogenee.

 

Ma voi credete che solo nei paesi africani ci siano problemi idrici? Anche nell’Italia meridionale e soprattutto in alcune isole del mediterraneo ci sono questi problemi. Ad esempio in Sicilia la scarsità d’acqua è grave. Questa è causata da diversi motivi quali:

 1)La Sicilia, come sapete, è un’isola e come tale le sorgenti d’acqua sono rare, a

    volte addirittura inesistenti. Infatti i piccoli fiumiciattoli presenti sono alimentati

    da acque piovane e non da acque sorgive;

 

2)La poca acqua presente in Sicilia, inoltre, viene a volte rubata per essere

  rivenduta a prezzi altissimi anche se non è potabile;

 

 3) Le tubature e gli acquedotti sono spesso a volte danneggiati e  perdono il 30%

     dell’acqua che trasportano.

 

Certamente il "percorso" sull'acqua che abbiamo intrapreso non può considerarsi concluso.

Abbiamo cominciato quest'avventura e ci siamo accorti, quasi subito, che erano proprio tante le strade da seguire.

Ne abbiamo scelte alcune esplorandole con curiosità, divertimento, a volte anche incredulità per quanto scoprivamo. Sappiamo già che dovremo e vorremo riprendere il cammino l'anno prossimo per conoscere e approfondire tante tematiche appena sfiorate.

 Sicuramente abbiamo imparato molte cose.