navebis.gif (2919 byte)   LA FAMIGLIA DI DANIELE

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Negli anni 60, quando mio padre aveva la mia stessa età andò a vivere in Madagascar per seguire mio nonno che si ero dovuto trasferire per motivi di lavoro.

Prese per la prima volta nella sua vita l’aereo appena progettato il famoso BOEING 707; il viaggio durò 12 ore. Gli scali erano Roma, Parigi, Cairo e Tanarive (capitale del Madagascar).

La prima impressione fu quella di vedere persone di un’ altro colore. Perché in quell’epoca in Italia non c’era l’immigrazione di oggi.

L’aeroporto di Tanarive distanziava 50 km dalla città; lungo il tragitto mio padre notò che la terra era rossa, le macchine molto antiche e i modelli differenti dai nostri.


Mio padre prese tre mesi di lezione di francese e frequentò le scuole del posto.
Le case tranne quelle in città principali erano di creta.
La popolazione essendo molto povera camminava scalza .
La loro religione era cattolica e mussulmana, mentre nei piccoli villaggi vi era una religione tribale.
Ogni anno ricordavano tutti i morti del villaggio facendo feste e riti religiosi.

Quando mio padre ritornò in Italia dopo 7 anni ebbe il cosiddetto "MAL D’AFRICA ."  


UN RITO DEI MALGASCI.

Capitò a mio padre di assistere ad un’usanza religiosa tribale, che mi ha raccontato

E' un rito che oggi fanno soprattutto per il turismo. Consiste nell' uccidere il boeuf (bue con la gobba) e prelevare il sangue con un piccolo recipiente e correre su un piccolo promontorio di sassi e versarlo sulla cima, questo tragitto viene ripetuto una decina di volte. Il significato era per un annata più prospera per tutto il paese. 

 

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