Sentenza:
“È reato assumere chi non ha permesso di soggiorno”
Assumere
una colf senza permesso di soggiorno è reato. Lo afferma una recente sentenza
del-la Corte di cassazione, che potrebbe creare parecchio scompiglio tra le
migliaia di famiglie italiane con una domestica straniera non ancora in regola.
Nei casi più gravi, infatti, i datori di lavoro rischiano l’arresto da tre
mesi a un anno. Oppure una multa da due a sei milioni di lire. «Dal punto di
vista formale si tratta di una pronuncia ineccepibile» commenta l'avvocato
civilista Giovanni Mariano. I magistrati, infatti, hanno ribadito quanto già
stabilito da una legge del '98 in materia di immigrazione: il datore di lavoro
deve fare attenzione ai documenti del dipendente straniero che assume. Tutte le
famiglie, insomma, devono controllare che il permesso di soggiorno sia valido e
non scaduto, annullato o revocato. O, peggio ancora, che non sia mai stato
rilasciato. «La Cassazione ha sottolineato un fatto che dovrebbe essere sempre
attentamente considerato: il datore di lavoro è tenuto a verificare la
regolarità dei documenti della sua domestica. Tra l'altro, il permesso di
soggiorno è concesso dalle questure e, dunque, non è difficile sapere se è
stato rilasciato». il permesso di soggiorno, inoltre, è indispensabile per
mettere in regola la colf con i contributi Inps. Ricordiamo qui quali altri
documenti devono essere presentati all'Inps allegati al permesso:
·
il modulo
di iscrizione (sigla LD09), da ritirare agli sportelli Inps. Deve essere
compilato e sottoscritto sia dal datore di lavoro sia dal lavoratore;
·
un
documento d'identità valido del datore di lavoro e del lavoratore (carta
d'identità, passaporto, patente);
·
il codice
fiscale del cittadino straniero.
Il modulo di iscrizione del lavoratore all'Inps, con
la documentazione richiesta (va bene una fotocopia), può essere spedito anche
via posta con raccomandata con ricevuta di ritorno. Inoltre, il decreto
legislativo numero 38/2000 impone che il padrone di casa invii, al momento
dell'assunzione, una comunicazione all'Inail (1'Isti-tuto che assicura contro
gli infortuni sul lavoro).
Lorena
Bassis (Donna
Moderna del 20/08/2000)