Descrizione generale |
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Per la nostra prima vacanza in campeggio in tre, facciamo una scelta di basso profilo e puntiamo sulle lago artificiale di S.te Croix, allo sbocco delle gole del Verdon, in Provenza (Francia). La durata prevista è una settimana, a partire da lunedì 5 agosto. Esse costituiscono il più grande canyon europeo e sono state scavate, nel corso dei millenni dal Verdon entro un massiccio altopiano di rocce sedimentarie.
Dal nostro punto di vista non si tratta della prima esperienza di campeggio in assoluto da quando è nato Tommaso, in quanto abbiamo già trascorso una settimana con lui al mare alla fine di giugno, ma allora si trattava di una casa mobile con tutti i confort e ci siamo dedicati al dolce far niente, ora invece siamo in tenda e cerchiamo di fare una vita un poco più dinamica, compatibilmente con le sue esigenze. In fondo, povero bimbo, ha pur sempre solo sei mesi !!
Benché l´itinerario costiero via Genova, Ventimiglia, Nice, Draguignan e Route Napoleon sia la più breve, per evitare il traffico della riviera ligure scelgo come itinerario di avvicinamento quello alpino, via Torino, colle Monginevro, Briancon, Sisteron, Oraison. È più lungo, quasi tutto su strade statali per quanto riguarda il tratto francese, e tuttavia incontriamo poco traffico ed arriviamo abbastanza facilmente al lago di S.te Croix.
Scopriamo ben presto che il vero problema è trovare posto in campeggio. Dopo tre ore e 70 km di tentativi, troviamo finalmente un posto in serata, lontano sia dal lago che dalle gole del Verdon, nell´area del Montdeniér, in località Venascle, poco distante (12 km, di cui 4 sterrati ...) dal caratteristico paese di Moustiers S.te Marie.
Si tratta di un campeggio estremamente tranquillo, in piena campagna, circondato da campi di lavanda, i cui titolari sono i proprietari della vicina azienda agricola. Non vi sono né bar né minimarket, ed anche l´allacciamento elettrico risulta spartano (una prolunga !!), tuttavia il posto è molto bello, e di notte la quasi totale mancanza di sorgenti luminose assicura delle stellate veramente spettacolari.
L´area del Verdon tutta in un giorno (in auto) |
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Il fiume Verdon nasce dal versante francese delle Alpi Marittime e segue approssimativamente la direttrice NE - SW fino a confluire nella Durance e successivamente nel Mediterraneo. Lungo il suo corso incontra ben cinque sbarramenti artificiali, ognuno dei quali origina un lago. Di questi, quello di S.te Croix è il terzo ed il più esteso, e si trova all´uscita delle gole.
Il canyon è lungo una trentina di chilometri e, lungo buona parte del suo sviluppo, è costeggiato da due strade panoramiche, che percorrono l´altopiano e sono costellate di numerosi belvedere a strapiombo ove risulta molto agevole fermarsi e gettare lo sguardo nel vuoto sottostante.
Benchè noi abbiamo trascorso nella zona una settimana, la visita delle gole si presta facilmente anche ad una gita di una giornata con itinerario circolare, partendo dalla vicina Costa Azzurra. In questo caso, il percorso più comodo prevede l´arrivo da Draguignan attraverso la Route Napoleon.
Si giunge in prossimità del canyon sulla D71 in corrrispondenza del grande viadotto sull´Artuby e dei balconi della Mescla, un belvedere da cui si gode la vista delle confluenza dell´Artuby nel Verdon. La fermata quì è obbligatoria, e vi è anche grande disponibilità di posteggio.
La strada prosegue poi verso Aiguines, mantenendo il canyon alla propria destra. Di tanto in tanto le piazzole a bordo strada favoriscono rapide fermate per gettare l´occhio in basso verso il fondo della gola. Dopo cica una decina di chilometri la strada cessa di costeggiare la gola e scollina verso Aiguines, da cui già si vede, in basso, il grande lago di S.te Croix.
Si segue la strada scendendo verso il lago e si continua in direzione Moustiers S.te Marie e La Palud sur Verdon. Costeggiando il lago sulla D957, si giunge allo spettacolare ponte di Galetas, che attraversa quello che rimane del Verdon nel punto in cui si immette nel lago. Impossibile non fermarsi per ammirare le colossali rupi che costituiscono l´uscita del canyon.
Proseguendo si giunge ad un bivio: dritto verso Moustiers, destra verso La Palud e la sponda destra della gola (D952). Se si vuole visitare Moustiers S.te Marie, ora o mai più!! Altrimenti si sale in rapidi tornanti fino ad imboccare il canyon, che ora si trova a destra della strada. Il primo tratto è abbastanza panoramico, fino al belvedere di Mayreste, dopodicè si allontana dal precipizio. Lo spettacolo sembra terminato, invece è appena cominciato. Infatti, un chilometro dopo il lentissimo semaforo di La Palud, sulla destra, inizia il grandioso itinerario circolare della Route des Cretes (D23), che descrivo con dovizia di particolari in seguito.
Ripartendo da La Palud, ancora in direzione Castellane e fuori vista rispetto al canyon, si giunge all´ultimo e forse più significativo punto panoramico della zona: il Point Sublime. Come sempre, c´è buona disponibilità di posteggio e ci vuole un buon quarto d´ora per giungere al belvedere vero e proprio, ma ne vale la pena. Con la complicità di una curva nel tracciato del fiume, ci si trova proprio di fronte alla sfilata del corridoio Ramson, ovvero alle imponenti falesie che costituiscono le porte di ingresso del canyon.
Proseguendo, rimane solo da terminare il giro riattraversando il Verdon appena possibile per riportarsi sulla riva sinistra e ricongiungersi con la strada verso Compts sur Artuby e Drauguignan. Si segue la strada principale D952 in direzione Castellane, costeggiando la riva del fiume, e lo si attraversa in prossimità dell´antico ponte di Carajuan. Si prosegue poi verso Trigance sulla D955, svoltando poi sulla D90, si supera Trigance e si raggiunge infine la D71, svoltando verso Compts sur Artuby e Drauguignan
Moustiers S.te Marie: visita del paese ed escursione (a piedi) |
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Martedì 6 agosto la mattina trascorre tra l´allestimento del campo ed un paio di scrosci di pioggia improvvisi, cerchiamo comunque di mettere a frutto il pomeriggio con una visita al caratteristico paese medioevale di Moustiers S.te Marie.
Pessima idea !!! Benché sia ben organizzato, con ampi posteggi (direi qualche centinaio di posti auto) in cima al paese, rimaniamo ingorgati nella strada di accesso ai posteggi stessi, e dopo mezz´ora riusciamo a uscire.
Il paese successivo è Les Salles sur Verdon, quattro case in riva al lago di S.te Croix. Per di più, è tutto disperatamente moderno. Infatti è stato ricostruito ex-novo quando il precedente paese è stato abbandonato in quanto ricoperto dalle acque al momento dello riempimento dell´invaso. Risponde comunque alla nostra esigenza: trovare un ufficio turistico ove procurarci le mappe dei sentieri della zona.
Torniamo a Moustiers mercoledì 7 e ci trascorriamo un paio d´ore. Si tratta di un paese di origine medioevale arroccato a mezza costa ai piedi dell´altopiano. È nota per le porcellane, ma è altrettanto famosa per una grande stella appesa per mezzo di una catena in mezzo ad una gola che separa due rupi che si stagliano al di sopra della cittadina. Non ne è nota l´origine, ma la tradizione più accreditata la attribuisce ad un cavaliere crociato, come ex-voto per la liberazione dalla prigionia in Terrasanta. Quale che ne sia l´origine, questa stella costituisce il simbolo ed una delle attrattive dei questo paese.
La nostra visita consiste in una passeggiata fra le vie ed i caratteristici negozi, senza omettere un salto nella trecentesca chiesa romanica il cui campanile a bifore spicca fra i tetti delle case. Per il giorno successivo, giovedì pianifichiamo invece una passeggiata alla cappella di Notre Dame de Beauvoir, in alto nella gola, proprio al di sotto della catena a cui sta appesa la stella di cui sopra. La salita, breve ma ripida, si snoda lungo una via crucis fino alla spianata della cappella.
Tornando, seguiamo un sentiero che, anzichè riportarci direttamente nel paese, prosegue a mezza costa, a tratti un po´ scosceso, verso i resti della modesta cinta di mura medioevali. Puntiamo alla cascata di Riou, che però è quasi asciutta, e proseguiamo su un sentiero in piano fra gli uliveti, concludendo più in basso, alla base del paese stesso. Ci resta solo più da tornare alla macchina, posteggiata in cima al paese. Nel complesso, una piacevole sgambatina di meno di due ore, un primo collaudo per Tommaso (positivo) e per lo zainetto porta bambino (assolutamente negativo, un modello della Chicco assolutamente importabile, una autentica tortura per le anche!!)
Una precisazione: noi abbiamo cercato una passeggiata di basso profilo, ma intorno a Moustiers sono disponibili numerose altre passeggiate, anche molto più lunghe ed impegnative, quali quella che, per ripidi tornanti, porta in cima ad una delle rupi ove è ancorata la catena.
La sponda destra del canyon fino a La Palud e la Routes des Cretes (in auto) |
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Dedichiamo il prosieguo della giornata di mercoledì 7 ad un giro lungo la sponda destra del canyon, indubbiamente la più spettacolare. Si tratta di un deja vu, ripercorriamo parte del giro già fatto nel ´96, però già sappiamo che ne varrà la pena.
Poco dopo Moustiers S.te Marie, la strada D952 sale in rapidi tornanti in direzione di La Palud sur Verdon e ben presto si addentra nella gola, mantenendo una posizione molto panoramica. Dopo alcuni chilometri facciamo sosta per pranzo presso il belvedere di Mayreste, in corrispondenza del primo tornante che si incontra dopo essersi addentrati lungo la gola.
Anche qui ci sono discrete possibilità di posteggio, mentre occorre prestare estrema attenzione al belvedere. Infatti dista circa una decina di minuti dalla strada, ma il percorso è costituito per lo più da pietre calcaree scivolosissime ed un po´ scoscese, per cui risulta praticabile solo indossando calzature idonee. Fortunatamente noi siamo ben attrezzati, ma vediamo altri turisti con i sandali da spiaggia che mettono a rischio le loro caviglie... Infine, occorre ancora precisare che il belvedere è semplicemente una rupe strapiombante, priva di alcun riparo, mancorrente o parapetto, quindi richiede cautela, soprattutto per chi soffre di vertigini, come me.
Riprendiamo la strada nel primo pomeriggio verso La Palud, da cui faremo il giro della Route des Cretes D23 (strada delle creste). Si tratta di un percorso circolare lungo circa quindici chilometri che conduce nei punti più elevati e spettacolari di tutta la zona, da cui si gode una vista mozzafiato su tutta la regione.
Per ragioni di traffico, il tratto centrale di questa strada è a senso unico, per cui se si vuole fare il percorso circolare completo occorre prenderlo dal verso giusto e seguire le frecce. Arrivando da Moustiers, questo significa superare il lentissimo semaforo che regola l´incrocio di La Palud (occorre mettere in conto da dieci minuti a mezz´ora ...) e proseguire in direzione Castellane. Dopo circa un chilometro, sulla destra, parte la Route des Cretes.
Questa strada è molto battuta dagli arrampicatori sportivi in quanto, nei suoi primi tornanti si affaccia sulla terrificante falesia dell´Escalés. Si tratta di oltre 300 m di falesia calcarea strapiombante che attira climbers da tutta Europa. Per questi pazzi (con rispetto parlando) risulta molto agevole agganciare le funi di sicurezza alle ringhiere di protezione e successivamente calarsi lungo le falesie. Proseguendo, la strada si arrampica fino ad affacciarsi sul canyon ed iniziare una ripida discesa (questo è il tratto a senso unico) che, di tornante in tornante, di belvedere in belvedere, conduce fino al rifugio La Maline (fine del tratto a senso unico) e, oltre, sul fianco del burrone di Mainmorte, fino a tornare a La Palud sur Verdon, all´incrocio di cui sopra.
Il rifugio La Maline, che risulta quindi accessibile anche direttamente da La Palud, senza fare il giro della Route des Cretes, è un altro dei punti chiave della zona in quanto costituisce il punto di partenza, o eventualmente di arrivo, del più classico e famoso sentiero che solca le gole: il Martel.
Questo sentiero, estremamente impegnativo, si snoda per 14 km risalendo il corso del Verdon dal rifugio La Maline fino alla sfilata del corridoio Ramson, per una durata di 6-8 ore. Dovendo portare sulle spalle un bambino di 6 mesi, e non essendo dei grandissimi atleti, non ci siamo potuti cimentare con questa escursione, ma non è detto che in futuro non ci si provi ...
Terminato il giro della Route des Cretes, la nostra giornata volge al termine e torniamo al campeggio attraversando l´altopiano di Venascle direttamente da La Palud. La strada che ci risulta dalle cartine si rivela quasi completamente sterrata e abbastanza mal tenuta, ma in compenso attraversa una zona selvaggia e quasi disabitata che si rivela veramente spettacolare, fra boschi, calanchi e fragranti campi di lavanda.
Le cascate di St. Maurin (a piedi) |
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Venerdì 9 ci cimentiamo con una passeggiata finalmente nella gola vera e propria: le cascate di St. Maurin. Il sentiero si diparte dalla strada della sponda destra del Verdon, la D952, poco dopo che la strada si è addentrata dentro la gola, all´altezza della casa cantoniera. Lo spazio per posteggiare è poco, al massimo una decina di auto, ma troviamo un posto ugualmente.
Le cascate di St Maurin sono due. Quella superiore si trova al di sopra della strada e fuori vista rispetto ad essa, mentre quella inferiore è parecchio più in basso, verso le rive del Verdon. Per la mattinata decidiamo di salire, puntando alla cascata superiore. Il sentiero è parecchio ripido e presenta numerose varianti. Nominalmente questa zona sarebbe riserva naturale o qualcosa del genere, con divieto di accesso, ma facciamo finta di niente.
Dopo i primi dieci minuti, si arriva ad una specie di pianoro, contrassegnato da una grande quercia e, poco oltre, una zona umida con parecchi rivoli d´acqua. Seguendo a ritroso queste acque risaliamo il fianco della montagna infilandoci in un bosco di vecchi noci, finchè finalmente troviamo la cascata.
Data la stagione, l´acqua è poca, ma il salto è comunque spettacolare. Tornando verso il basso, scopriamo che il sentiero giusto per la cascata non era quello che abbiamo seguito, ma si staccava poco sulla destra rispetto alla grande quercia in mezzo al pianoro. Vabbè, pazienza ...
Per il pomeriggio, decidiamo di scendere verso la cascata inferiore, seguendo quello che viene anche definito sentiero dei pescatori. In questo caso, il percorso sembra più nettamente marcato, anche se molto ripido inizialmente, come si può vedere bene dalla strada. Questo sentiero ci conduce in fretta verso il pianoro sottostante, da cui un nuovo tratto ripido ci porta a superare un salto di roccia ed ad avvicinarci alle acque del Verdon.
In questo tratto finale del canyon, che prende il nome di via d´acqua di St. Maurin, le acque del lago penetrano profondamente entro la gola, rendendola navigabile. Questo fa sì che venga spesso invaso da una moltitudine di barchette, pedalò e canoe provenienti dal vicino lago di S.te Croix, e anche oggi ne vediamo svariate decine.
Giungiamo infine alla cascata inferiore. Rispetto alla superiore, il salto d´acqua è molto più basso, principalmente si tratta di uno sgocciolare di acqua sulle rocce ricoperte di muschio, comunque è estremamente piacevole e rilassante in quanto si trova circondata da alberi ed arbusti e quasi nascosta alla vista.
Per ragioni di tempo non possiamo proseguire fino alle rive del Verdon, per cui ci arrampichiamo nuovamente verso la macchina e di qui terminiamo la nostra giornata tornando al campeggio
La sponda sinistra del canyon e la parte superiore della sponda destra (in auto) |
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Il nostro obiettivo per sabato 10 è parecchio ambizioso: ci proponiamo di partire dalla sponda destra, presso il piazzale dove termina il corridoio Ramson, giungere al Verdon, attraversarlo al ponte di Tusset e di quì risalire fino al belvedere di Rancoumas, cinquecento metri più in alto, di fronte alle impressionanti falesie dell´Escalès.
Purtroppo il meteo ci risulta avverso, in quanto il cielo risulta coperto da una fitta cappa di nuvole, per cui ripieghiamo sul programma alternativo, il giro in auto della sponda sinistra del canyon.
Passiamo per Moustiers, proseguiamo sulla D957, superiamo il ponte di Galetas ed abbandoniamo la riva del lago risalendo in rapidi tornanti sulla D71 verso Aiguines ed il suo castello. La strada prosegue e si inerpica sempre più, portandoci direttamente dentro la cappa di nuvole e togliendoci la vista di qualunque panorama. Per fortuna, dopo un poco le nuvole cominciano a diradarsi e riusciamo a vedere qualcosa.
Non riuscendo a fare molte escursioni, mi limito a guardarne il percorso dall´alto, e nel corso di una sosta a bordo strada intravedo, in basso e sulla sponda opposta, il sentiero del Bastidon, che dal belvedere di Mayreste conduce, attraverso passaggi a mezza costa, a volte parecchio esposti, fino al burrone di Mainmorte, ove la Routes des Cretes si riporta verso La Palud.
Proseguendo lungo la strada, superiamo la galleria del Fayet e giungiamo infine all´ardito viadotto sull´Artuby. Poco oltre, la strada prende ad allontanarsi definitivamente dal canyon. Poichè nel frattempo la giornata si è rimessa al bello, decidiamo di riprendere il programma iniziale e puntare verso il ponte di Tusset, per una escursione che però vista l´ora, risulterà necessariamente ridotta.
Percorriamo dunque, a ritroso, il percorso indicato nei paragrafi iniziali (giro del Verdon tutto in un giorno) ed abbandoniamo la D71 al bivio per Trigance. Una ripida discesa lungo la D90 ci porta a questo piccolo paese che, benchè annunciato come medioevale dalla cartellonistica stradale, in realtà non sembra avere nulla di particolare. Svoltiamo quindi sulla D955 in direzione Castellane e La Palud, finchè passiamo il Verdon, torniamo sulla sponda destra e ci ricongiungiamo con la D952. Al bivio prendiamo a sinistra (direzione La Palud, a destra si risalirebbe la sponda destra fino a Castellane) e finalmente riprendiamo a costeggiare il Verdon.
In questo tratto il fiume non è ancora costretto a farsi strada entro la gola, anzi fluisce piacevolmente a fianco della strada, con numerose spiaggette piene di turisti. Fra queste, spiccano quelle che si trovano presso l´antico ponte di Carajuan, un ponte basso in pietra a due arcate, situato presso la confluenza dello Jabron nel Verdon, che viene anche preso come punto di riferimento per alcuni sentieri che percorrono le alture della zona.
Proseguendo lungo la D952, nel breve volgere di un paio di chilometri il paesaggio ritorna aspro, la strada abbandona il corso del fiume e riprende ad inerpicarsi, si passa attraverso una corta galleria a senso unico alternato (semaforo, l´attesa potrebbe diventare lunga !!) ed, immediatamente all´uscita, un bivio sulla sinistra scende sulla D23B verso il Verdon ed il parcheggio situato all´uscita del corridoio Ramson.
Si tratta delle porte di ingresso del canyon vero e proprio, costituito da alte rupi e falesie strapiombanti, ed è un altro dei punti topici della zona. L´uscita del corridoio Ramson costituisce infatti anche il punto di arrivo, o eventualmente di partenza, del sentiero Martel, il cui estremo opposto è il rifugio Malines. Quindi, analogamente al tratto di strada presso il rifugio Malines, anche qui si trovano un grande numero di auto posteggiate lungo la strada, molte di più rispetto alla capienza del posteggio.
Il ponte di Tusset (a piedi) |
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Per prendere il sentiero verso il ponte di Tusset, non è necessario spingersi fino in fondo alla strada, basta fremarsi all´altezza del campeggio Cauvin.
Il sentiero, marcato inizialmente da segnavia gialli, tende a diventare confuso fra gli alberi, ma la direzione si intuisce e ben presto si ritrova il tracciato. Dalla strada il percorso è abbastanza breve, circa una ventina di minuti e si giunge in riva al Verdon ed al ponte di Tusset. Si tratta di un ponte in pietra a schiena d´asino con una unica arcata risalente al periodo alto mediovale, che costituisce un importante ed agevole punto di attraversamento del fiume.
La nostra passeggiata si ferma qui, con una lunga sosta sulla spiaggia ai piedi del ponte, rodendoci per non aver portato i costumi da bagno. Infatti, benchè la portata del fiume sia parecchio ridotta in questa stagione, presso il ponte si forma un´ansa ove l´acqua risulta profonda anche qualche metro, tanto da permettere arditi tuffi e qualche nuotata. Non sembra propriamente calda, ma questo non costituisce un impedimento per una masnada di ragazzini provenienti dal vicino campeggio...
Il posto è comunque molto bello e merita sicuramente di essere visto, non solo per la vicinanze con le acque del Verdon, che qui si mostrano veramente di un verde smeraldo incredibile, ma per la presenza delle imponenti falesie che costituiscono l´imbocco del corridoio Ramson.
Risulta impressionante vedere, quasi dalla base, delle falesie alte qualche centinaio di metri, ma risulta altrettanto impressionante considerare che il sentiero che abbiamo appena abbandonato, dopo aver oltrepassato il ponte di Tusset, si arrampica rapidamente fino a oltre 400 m più in alto per giungere al belvedere di Rancoumas, proprio di fronte alle falesie di cui sopra, con in mezzo i 400 m di vuoto della gola del Verdon !! Davvero un peccato non aver potuto effettuare l´escursione al completo, anche se, per dovere di cronaca, segnalo che la guida dei sentieri sconsiglia questo belvedere a chi soffre di vertigini.
Sulla via del ritorno, dopo aver ripreso la D952, un´ultima rapida sosta ha luogo al Point Sublime, forse il più spettacolare punto panoramico, praticamente di fronte all´uscita del corridoio Ramson ma in quota, da cui si può osservare l´addentrarsi del fiume fra le pareti di roccia della gola.
Quinson ed il museo della preistoria (in auto) |
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Domenica 11 è per noi l´ultimo giorno, ci piacerebbe effettuare un´ultima escursione, ma il tempo è molto nuvoloso e si è pure levato il vento freddo, per cui dobbiamo fare una scelta alternativa. Ci portiamo a Quinson, una cinquantina di chilometri più a valle, lungo il corso del Verdon. Qui, nel 2001, è stato inaugurato un nuovo museo sulla preistoria, e decidiamo di spenderci una mezza giornata.
Si tratta di un museo di concezione estremamente moderna, talora anche troppo, con numerosi video, diverse ricostruzioni, pur senza trascurare le collezioni di reperti provenienti da scavi nella zona. Inoltre, vale la pena di segnalare che, per la visita, vengono forniti auricolari per ascoltare il commento nelle varie lingue, fra cui anche l´italiano.
In assenza di altre informazioni, a priori ci aspettavamo qualcosa a base di fossili e dinosauri, mentre invece il museo è incentrato su un periodo storico più recente, in cui già sono comparsi i primi antenati dell´uomo.
Il percorso storico parte dai primissimi, rudimentali utensili dei primi cacciatori e raccoglitori fino all´arrivo della civiltà conseguente alla conquista romana. Di pari passo, soprattutto per le epoche più antiche, vengono anche illustrate le trasformazioni geologiche e climatiche che si sono succedute nella zona, esaminandone l´impatto sul maggiore o minore sviluppo di insediamenti umani.
Non sapendo che altro fare, può essere un diversivo interessante, certo non vale la pena di rinunciare ad una passeggiata nelle gole o ad una giornata in riva al lago per fare 50 km e venire a visitare questo museo... Nonostante questo giudizio parzialmente negativo, devo comunque sottolineare che sembra che esso attiri parecchia gente. Infatti, non so se fosse a causa del giorno festivo o della brutta giornata, comunque, al momento di uscire, ore 15.30 circa, la coda all´ingresso era di una buona mezz´ora.
Commenti e considerazioni |
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Per gli appassionati dei grandi scenari naturali, un luogo imperdibile. Per gli amanti delle escursioni, una rete di sentieri per tutti i livelli di difficoltà. Per i patiti di sport estremi, va da sé, non vi è luogo migliore: rafting, canyoning, deltaplano, parapendio e tutti i tipi di arrampicata sportiva. Per i pigri inguaribili, un lago meraviglioso ove non fare nulla.
Insomma, difficile trovare un motivo per non andarci, ancora più difficile, essendoci già stati, trovare un motivo per non ritornarci, anche se forse è meglio evitare il mese di agosto.
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© 2000-2004 Michele Ornato. Tutti i diritti riservati.
Data ultimo aggiornamento: 22 giugno 2004
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