Il Crocifisso di San Damiano

Conclusione

San Francesco pregava spesso davanti a questa Croce. Anche santa Chiara, durante la sua permanenza a san Damiano, dal 1212 al 1253, anno della morte, ha pregato davanti a questo Crocifisso. Il Cristo di san Damiano è stato testimone, inoltre, di un evento mirabile: infatti, secondo la Leggenda perugina (FF 1591-1593) Francesco, ormai sofferente e infermo, aveva composto, proprio nei pressi del monastero, il Cantico di frate sole (FF 263). All'ombra di questa croce è nata anche la Regola per le Sorelle Povere, scritta da santa Chiara (FF 2744-2822).

Ancor oggi, l'icona del Cristo di san Damiano conservato attualmente nella chiesa di santa Chiara in Assisi continua a segnare e a illuminare la crescita spirituale delle figlie di santa Chiara, chiamandole alla santità nella contemplazione del Cristo, nella vita semplice e povera, secondo il Vangelo.

Questo Crocifisso, solenne e glorioso, di una bellezza serena e profonda, diventa, per ogni figlio e figlia di Francesco e Chiara, lo specchio sul quale posare lo sguardo (cf. FF 2879; 2888; 2904), per poter diventare sempre più trasparenza di quell'amore che ha spinto il Figlio a donarsi per gli uomini, amandoli «fino alla fine» (Gv 13,1).

 

“San Francesco offre con tutta evidenza, l'immagine di un uomo autentico, di un uomo riuscito, che ha saputo raggiungere la pace con Dio, con se stesso, con gli altri, con il cosmo. Ma qual’è la radice profonda di questa personalità, il vero segreto del suo fascino?

Non vi è dubbio: è la scelta di Cristo. Dal colloquio del giovane Francesco col Crocifisso di S. Damiano fino all'identificazione col Cristo crocifisso, plasticamente espressa nelle Stimmate che riceve a La Verna, c'è tutto il cammino di conversione.

Ecco: il Cristo, ascoltato a S. Damiano, abbracciato nel fratello lebbroso, è la nuova luce di Francesco.

È forse una rinuncia alla vita? AI contrario, egli diventa ora più capace di gustarla e di cantarla. Il suo "Cantico delle creature", sgorgato in un'ora di atroci sofferenze, sarà non soltanto una meravigliosa preghiera, ma anche un inno alla vita, alla gioia, al mondo visto nella luce di Dio.

Carissimi giovani, amate la vita! Amatela con la profondità e la passione di Francesco d'Assisi. Amatela nella bellezza della natura, nella gioia dell'amicizia, nelle conquiste della scienza, nella lotta generosa per la costruzione di un mondo migliore. Non sciupatela in gioie effimere, in avventure senza ritorno, in un conformismo vuoto.

Guardate in alto! Puntate all'Eterno!».

(Giovanni Paolo II, Venerdì 17 settembre 1993, Santuario de La Verna)

 

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