Van le tempeste, e questa è già la nona che Aurelian col suo tramar professa, quando Felice Papa sull'ancona dei Santi vuol si celebri la messa.
Ma una novella idea ancor s'affoglia al credo rovesciato lì da un vate e i mal di Roma aggrappano la voglia di quel tal Paolo sorto a Samosate.
Su due frontiere così il cristiano combatte impavido la sua battaglia con quell'assalto che ne sforma il brano.
Ma la città, premuta ora ai confini con la legione che cede e deraglia, ha da badar ai suoi dei sibillini. |