Con quale gioia, volto ai (suoi) Romani, Marco riflette il gran poter di Cristo che insiem risana e moltiplica i pani come in effetti anche Pietro l'ha visto.
Com'è copioso il credo nel Signore che pur offeso presso una fantesca addita sempre il verso al peccatore e il mare ancor gli schiude per la pesca.
Nel
suo rapporto è cheta la tempesta e
cheta è la miseria più rosiva che
poi sul Tabor subito si arresta.
E'
quella vita tutta genuflessa che
in fila quasi intorno a una sorgiva il
nulla beve e prona si confessa. |