Un grande nome è quello di Martina che al tempo della strage di Severo subisce giovinetta la rovina a somma gloria dell'Eterno vero.
Lo dice Urbano ottavo con un’ode che dando in sunto l'Urbe ancor pagana innalza per la martire una lode e insiem la dà per orfana romana.
Non merita pietà quel largo credo che ha fatto già di Roma un santuario e trova pur nel povero il suo aédo.
Il culto che ricorda il grande strazio e un giorno ormai domanda al calendario le ottiene poi un posto nel prefazio. |