"L'Ape Magà"
è uscito in Giappone nel 1970. E' arrivato in Italia nel 1980. Gli episodi sono 91 per la prima serie e 26 per la seconda. Produttori: Tatsunoko. Titolo giapponese: Konchu Monogatari Minashigo Hutch (prima serie), Shin Minashigo Hutch (seconda serie).
Protagonisti buoni: Magà (Hachi) , Maya (sua sorella)
Protagonisti cattivi: Parecchi. Cito la Mantide che mangiava gli insetti bambini
La storia
Uno dei cartoni più crudi di tutti i tempi, creato dalla Tatsunoko, a detta loro, per far comprendere ai piccini le dure leggi della natura. In realtà l'aspetto naturalista non c'entra una mazza visto che la Tatsunoko è responsabile anche del trucidissimo "Le avventure di Pinocchio", per il quale la "legge della jungla" non vale di certo. Un cartone, l'Ape Magà, di una violenza inaudita, spesso gratuita e in più impregnato di quello stolido spirito del "sacrificio" alla kamikaze. Oltremodo vergognoso il lavoro degli adattatori italiani: per sfruttare il successo dell'Ape Maia non si sono fatti scrupoli a cambiare il sesso del protagonista (nell'originale è maschio) e ad affibbiargli un nome simile a quello dell'altra e molto più simpatica ape. Magà vola alla ricerca della mamma ape-regina, superando in lacrimevoli avventure di sopravvivenza tra villaggi di mostruosi insetti, con usanze ispirate al Giappone medioevale. Dopo un attacco di vespe all'alveare si perde (cosa terribile per un’ape, l'insetto sociale per eccellenza). La faccia sembra quella del Pinocchio cattivo. Angosciante. Dopo varie avventure, finalmente Magà riesce a trovare la sua mamma, conoscendo così anche la sua sorellina Maya; decide infine di rimanere con la sua nuova famiglia. Nella 2a serie, una volta ritrovata la madre, Hutch e Maya girano per la foresta vivendo nuove avventure. Nel 1998 la serie è stata ridoppiata e trasmessa su ITA1; l’ambiguità sul sesso del protagonista è rimasta, infatti quando viene chiamato “Ape Magà” si rivolgono a lui con verbi al femminile, mentre quando gli danno del tu usano il maschile. In pratica uno strappalacrime a tutti i costi.