"Enrico
Berlinguer, dolce e tenace" (2004)
20 anni fa moriva il
segretario del Pci
Scrivimi, dai
il tuo contributo!
a cura di
Stefano Latini - sito "solegemello"
TRATTO DA: Per Enrico, per esempio -Padova, Piazza dei Frutti
7 giugno 1999 discorso di Walter VeltroniLEGGI IL DISCORSO INTEGRALE; http://www.geocities.com/enricoberlinguer/...
"Ricordo ancora la folla muta e silenziosa a via delle Botteghe Oscure, ricordo l'arrivo dei treni e delle navi, ricordo Fellini impettito davanti alla bara di Berlinguer, ricordo gli operai dell'Italsider, la fabbrica di Guido Rossa. E ricordo le parole che furono scritte in quei giorni. Ciò che scrisse Norberto Bobbio: "Caratteristica fondamentale di Enrico Berlinguer è stata, a mio avviso, quella di non avere i tratti negativi che contraddistinguono tanta parte della classe politica italiana. Penso alla vanità, all'esibizionismo, all'arroganza, al desiderio di primeggiare che purtroppo fanno parte del 'mestiere', della professione del politico". O quello che scrisse Luigi Pintor : "E' come se quest'uomo integro, verso il quale ho sempre provato un'istintiva amicizia, che in qualche modo sentivo ricambiata, fosse caduto vittima di uno sforzo troppo grande". O quello che scrisse Roberto Benigni : "Il dono breve e discreto che il cielo aveva dato a Berlinguer era di unire parole ad uomini, ora la sua voce è sparita e se è vero, come dice il poeta, che la vita si spegne in un falò di astri in amore, in questi giorni è bruciato il firmamento". Su "La Stampa" di Torino fu scritto amaramente che "Berlinguer predicava rigore, moralità equilibrio, pazienza, fatica, tenacia. Tutte cose così fuori moda".
(Walter Veltroni)
“Un uomo introverso e malinconico, di immacolata onestà e sempre alle prese con una coscienza esigente, solitario, di abitudini spontanee, più turbato che alettato dalla prospettiva del potere, e in perfetta buona fede di cui ci resta un programma sociale, politico, economico, etico e morale non scritto basilare per il futuro democratico e di progresso del nostro Paese." (Indro Montanelli)
la risposta di Giovanni Berlinguer"Mi è capitato spesso di pensare a Berlinguer come a un campione di scacchi che sta giocando la partita più importante della sua vita: la partita dura ormai da molte ore; sta giungendo alle battute finali e guardando la scacchiera il campione si accorge che, con la prossima mossa, l'avversario gli darà scacco matto. Ha un solo modo per evitarlo: morire un minuto prima che l'altro muova. In fondo, la tragica fine risparmia a Berlinguer l'impatto con la crisi della sua strategia politica"
(Piero Fassino, "Per passione"(Rizzoli, 2003),
BIOGRAFIA DI ENRICO BERLINGUER
(Sassari 1922 - Padova 1984)
tratto da: http://www.italiadonna.it/...(con integrazioni a cura di Solegemello)
Uomo politico italiano. Iscrittosi al PCI nel 1943, entrò nel comitato centrale nel 1945 e dal 1949 al 1956 fu segretario della FGCI.
Membro della segreteria nazionale nel 1958, dopo una lunga carriera di organizzatore nel partito, ne divenne vicesegretario nel 1969 e segretario nel 1972, succedendo a Luigi Longo. Nel 1973 avviò un 'nuovo corso' della politica del partito comunista italiano, lanciando la formula del 'compromesso storico'. Dopo i successi elettorali del giugno 1975 e 1976, la sua politica produsse il risultato storico di far entrare il partito nella maggioranza di governo, ma ebbe riflessi negativi in campo elettorale.
Fondamentale è la sua visione del "socialismo democratico" che lo portò a contestare apertamente la repressione da parte dell'Unione sovietica della "primavera di Praga" guidata da Dubcek nel '68 ; Altrettanto netta fu la posizione berlingueriana nel caso dell'ingerenza di Mosca nei confronti dell'Afghanistan e della Polonia nei primi anni '80. Altro tema cardine della politica di Enrico Berlinguer fu la “questione morale”, ossia la denuncia della corruzione e dello strapotere del sistema dei partiti. (solegemello)
Nel novembre 1980 lanciò la proposta del governo delle sinistre, aperto ai laici e ai cattolici progressisti, ma i rapporti con il partito socialista andarono sempre più deteriorandosi. Condusse poi una dura opposizione al pentapartito guidato da Craxi, specie sui decreti economici e per la riduzione dei meccanismi salariali della scala mobile. Su questi temi lanciò la proposta di un referendum popolare, che sancì la sconfitta del PCI e la frattura non solo all'interno della sinistra ma anche nelle stesse organizzazioni sindacali (1984).
Alla sconfitta della sua proposta politica sul piano interno (compromesso storico) corrispose, sul piano internazionale, il venir meno delle aspettative dell'eurocomunismo in seguito al declino del partito comunista francese e di quello spagnolo. Colto da malore mentre teneva un comizio a Padova nel corso della campagna per le elezioni europee, Berlinguer morì poco dopo.
BIOGRAFIA DI ENRICO BERLINGUER - links
http://www.cronologia.it/storia/biografie/berlingu.htm
In questo link possibilità di ascoltare un frammento del discorso sul "compromesso storico".
http://www.arcabari.it/Archivio/schede/Enrico_Berlinguer.htm
Berlinguer chi era
http://www.sinistragiovanile.bari.it/speciali/enrico/intro.html
Bel Ricordo di Enrico Berlinguer
LE VOSTRE LETTERE
Ricevo da una lettrice di questa pagina una bella lettera che pubblico a seguire. Chi volesse intervenire con un suo scritto su questa pagina può scrivere a: sfn12@inwind.it
di Olga Besson
Mi si accapona la pelle...mi vengono le lacrime agli occhi e ..un nodo in gola a ricordare...ero così giovane...affrontavo il mondo e la vita con la passione..con la voglia di lottare e di cambiare... la voglia di essere protagonista e artefice della mia vita...del mio destino...le assemblee... le lotte...le manifestazioni di piazza...gli avvenimenti che si succedevano..in un turbinio di emozioni e sensazioni...il rapimento Moro...il suo funerale...le stragi di Bologna... gli attentati...i comitati direttivi fino a tarda notte...le segreterie della sezione..via dei Frentani...le Botteghe oscure..il privato che si intrecciava con la politica... la ribellione...gli amori...le manifestazioni...mano nella mano...prima.. poi con i bambini in braccio e in carrozzina e sempre a sperare a sognare un mondo migliore...di libertà,di amore, di solidarietà ,dove ognuno di noi poteva essere e ritrovare se stesso contribuendo alla sua realizzazione e a quella di un mondo dove ci fosse posto e amore per tutti... eravamo giovani e guardavamo in avanti con gli occhi al cielo e la spernza nel cuore e...abbiamo lottato...e duramente perchè ci credevamo e...ce l'abbiamo fatta...sì...nonostante tutto ce l'abbiamo fatta....perchè oggi i nostri figli hanno votato per mandare via Berlusconi....e il primo maggio sono venuti con noi ....sottobraccio a festeggiare e a cantare tutti insieme...viva la libertà... viva la democrazia...E lui...Berlinguer in quegli anni è stato il simbolo ...il condottiero...di poche parole ma profonde che entravano dentro di te come macigni e ti davano la forza di lottare e di credere che veramente si poteva essere....onesti...integri...e amare...gli uomini ...perchè questo è quello che mi ha trasmesso...oltre la politica....il suo essere profondamente umano...il suo leggere nelle pieghe della società ma anche nelle pieghe del nostro animo e fare della politica un modo per stare bene con noi stessi ...e con gli altri.Eravamo tutte donne...ragazze...del partito...di altri partiti...all'Hilton a Roma una grande assemblea con tanti vestiti colorati...gli zoccoli neri...i calzettoni rossi....che tenerezza....sedute per terra tante...tantissime..arrabbiate con il partito...con la politica...con il mondo che non ci capiva... che non sapeva cogliere...capire...la nostra sofferenza...la nostra fatica di essere donne e mogli e madri in un mondo maschile...le nostre lotte il nostro amore per la vita...la nostra voglia di vivere e di contare...arriva Berlinguer...non aspettato...entra in silenzio ...piano...discreto e si mette a una parte del palco....quasi in disparte e ci osserva...osserva quella platea colorata....che sussulta...che lo fischia...che lo contesta...come segretario di un partito...nemico per le donne...poi....piano piano comincia a parlare e si scusa...e dice che rispetta la nostra platea che interviene per salutarci...umilmente...non mi ricordo le sue parole...mi ricordo lo sguardo e l'amore che ha rivolto a tutte noi...ricordo la sua voce che ha riempito e avvolto tutta la sala di qualcosa di magico e...la sala è piombata in un profondo silenzio...si sentiva solo la sua voce e il rispettto della platea nei confronti di questo piccolo grande uomo...poi ci siamo alzate tutte insieme in un ondeggiare di colori... e un applauso...scrosciante... fragoroso...immmenso è salito dalla sala insieme allo scandire di Berlinguer....Berlinguer...e da allora è diventato anche il nostro...segretario, anche per noi l'uomo il padre...l'amico...poi la notizia del suo malore...poi il suo funerale...non c'era nemmeno lo spazio per camminare in piazza san Giovanni..e per vedere il passaggio della sua bara ci hanno fatto salire sulle terrazze dei palazzi...e con un terribile nodo di commozione in gola e le lacrime agli occhi... abbiamo visto un milione di persone passare e accarezzare la sua bara ...con lo sguardo !Era la fine di un sogno e se ne era andato con lui....insieme a un pezzetto del nostro cuore e della nostra giovinezza...e così è stato....ciao Enrico....
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LE IDEE DI ENRICO BERLINGUER
Fondamentale per la redazione di questa pagina web è stato il libro
"La sfida interrotta. Le idee di Enrico Berlinguer" W.Veltroni - Baldini e Castoldi 1994
LA QUESTIONE MORALE
"La questione morale esiste da tempo, Ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perchè dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni, la effettiva governabilità del paese e la tenuta del regime democratico."(dall'intervista a "L'unità", dicembre 1980)
«I partiti sono diventati macchine di potere»
Intervista di Enrico Berlinguer a Eugenio Scalfari
«La Repubblica», 28 luglio 1981
"I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei programmi della società, della gente; idee, ideali, programmi pochi o vaghi; sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune".
"Noi vogliamo che i partiti cessino di occupare lo Stato. I partiti debbono, come dice la nostra Costituzione, concorrere alla formazione della volontà politica della nazione: e ciò possono farlo non occupando pezzi sempre più larghi dello Stato, sempre più numerosi centri di potere in ogni campo, ma interpretando le grandi correnti di opinione, organizzando le aspirazioni del popolo…"
LEGGI TUTO L'ARTICOLO: http://www.ilbolerodiravel.org/kattivi_maestri/q_morale.htm
IL SOCIALISMO
(....) Quali furono infatti gli obiettivi per cui è sorto il movimento per il socialismo? L'obiettivo del superamento di ogni forma di sfruttamento e di oppressione dell'uomo sull'uomo, di una classe sulle altre. Di una razza sul'altra. Del sesso maschile su quello femminile, di una nazione sulle altre nazioni. E poi: la pace fra i popoli, il progessivo avvicinamento tra governanti e governati, la fine di ogni discriminazione nell'accesso al sapere e alla cultura. Ebbene, se guardiamo alla realtà del mondo d'oggi chi potrebbe dire che questi obiettivi non sono più validi?
Tante incrostazioni ideologiche(anche proprie del marxismo) noi le abbiamo superate. Ma i motivi, le ragioni profonde della nostra esistenza quelle no, quelle ci sono sempre e ci inducono a una sempre più incisiva azione in Italia e nel mondo.(dall'intervista a F. Adornato, l'Unità, 18 dicembre 1983)
Il riscatto e la liberazione dei giovani - degli uomini - presuppone un impegno individuale, della singola persona, il rispetto delle sue propensioni e vocazioni, delle sue specifiche preferenze e aspirazioni personali nei vari campi: ma si realizza pienamente e duraturamente solo attraverso un sforzo collettivo, un'opera corale, una lotta comune. Insomma ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno.
(dall'intervista a Moby Dick, mensile della Fgci siciliana, giugno 1981)
Pensiamo che il tipo di sviluppo economico e sociale capitalistico sia causa di gravi distorsioni, di immensi costi e disparità sociali, di enormi sprechi di ricchezza. Non volgiamo seguire i modelli di socialismo che si sono finora realizzati, rifiutiamo una rigida e centralizzata pianificazione dell'economia, pensiamo che il mercato possa mantenere una funzione essenziale, che l'iniziativa individuale sia insostituibile, che l'impresa provata abbia un suo spazioe conservi un suo ruolo importante. (dall'intervista a E.Scalfari, "La repubblica", luglio 1981)
Comunque lei non crede che il socialismo nella libertà sia più realizzabile nel sistema occidentale che in quello orientale?
Si certo, il sistema occidentale offre meno vincoli. Però stia attento. Di là, all'Est, forse, vorrebbero che noi costruissimo il socialismo come piace a loro. Ma di qua, all'Ovest, alcuni non vorrebbero neppure lasciarci cominciare a farlo, anche nella libertà.
(dall'intervista a G.Pansa, "Corriere della sera", giugno 1976)
Se vuole che le dica quel che non va nell'Unione Sovietica glielo dico. Un regime politico che non garantisce il pieno esercizio delle libertà, anzitutto. Il che non è una cosa da poco anzi è la più grave, ed è ciò che ci spinge a cercare una via diversa da quella. Poi gli aspetti che riguardano la vita dello Stato e del partito, la scarsa partecipazione dei lavoratori alla vita politica del paese. Infine gli interventi militari in Cecoslovacchia e in Afghanistan, entrambi assai gravi... Io le invettive non le lancio contro nessuno, non mi piace scagliare anatemi, gli anatemi sono espressione di fanatismo e c'è troppo fanatismo nel mondo. Ognuno si porta addosso il fardello delle sue ideologie, le sue religioni, le sue convinzioni, giudica le cose in quella prospettiva e basta, e anche per questo il mondo va male.
(dall'intervista a Oriana Fallaci, "Corriere della sera, luglio 1980)
Esiste un orientamento secondo cui il movimento comunista internazionale viene visto come un'unica entità omogenea. Invece, esso presenta un panorama vario e all'interno di questo panorama cìè il partito comunista italiano, con le sue tradizioni storiche e i suoi tratti originali. Il primo tratto caratteristico del nostro partito è che ha sempre fatto proprie le migliori tradizioni democratiche e patriottiche del paese, risalendo fino al Risorgimento. Abbiamo anche dato un contributo notevole alla lotta di liberazione nazionale, a fianco degli Usa e della coalizione di forze antifasciste. Il nostro partito ha lottato per garantire tutte le libertà fondamentali. - la libertà di associazione, di parola, ecc - nel quadro di un sistema sociale ed economico più avanzato, secondo la Costituzione del 1948 che consideriamo una delle più avanzate in Europa Occidentale dal punto di vista democratico. E il partito comunista ha svolto un ruolo decisivo nell'elaborazione unitaria di questa costituzione. Non abbiamo mai creduto, neanche nel 1945, che un solo partito, o una sola classe - potesse risolvere i problemi del nostro paese.
(dall'intervista a Time magazine, giugno 1975)
Come considera Craxi? Cosa rende più difficile, proprio sul piano personale, il vostro riavvicinamento?
I caratteri personali sono diversi, ma questo non è un ostacolo al dialogo. La cosa che mi preoccupa in Craxi è che certe volte mi sembra che pensi soltanto al potere per il potere.
(dall'intervista a Chiara Valentini, "Panorama, maggio 1983)
IL COMPROMESSO STORICO
Non abbiamo la pretesa di fare gli interpreti autentici del pensiero di Aldo Moro, e tanto meno, pur rispettando la sua levatura, siamo suoi seguaci. Sta di fatto tuttavia che, a mio avviso, L'onorevole Aldo Moro aveva affrontato il nodo della questione comunista secondo un modo e con un intento precisi, che erano di sciogliere quel nodo positivamente. La sua gradualità, anzi la sua prudenza circospetta, stavano in diretta relazione con la sua dichiarata volontà di procedere più avanti possibile nel rapporto con il Pci. La sua visione della democrazia non contemplava che lo Stato sorto dalla Resistenza e dalla società italiana quale si è storicamente formata, potessero vivere svilupparsi escludendone il movimento operaio nel suo complesso, e quindi il Pci, il partito che più lo rappresenta. Dopo la tragica scomparsa di quest'uomo, la Dc è divenuta oscillante e preoccupata e, via via, si è dimostrata sempre più irresponsabilmente propensa ad allungare i tempi all'infinito e, intanto, a profittarne.
(dall'intervista a Gianfranco Piazzesi, Berlinguer: possibile un nuovo colloquio con la Dc. Corriere della sera, maggio 1979);
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Le Lettere dal carcere di Aldo Moro
Il PCI e Berlinguer durante il sequestro di Aldo Moro ad opera delle Brigate Rosse (Marzo-Maggio 1978) furono tra i più determinati ad affermare "la linea della fermezza", strategia che non contemplava nessuna trattativa con i terroristi pena un loro implicito riconoscimento. Nelle righe che seguono sono proposti alcuni stralci dalle lettere di Aldo Moro dal carcere brigatista; lo statista democristiano invocava per sè, per lo Stato, per il suo partito, una linea diversa che conducesse ad uno scambio di prigionieri; A cura di Stefano Latini - Sito "solegemello"
(...) "La verità è che parliamo di rinnovamento e non rinnoviamo niente. La verità è che ci illudiamo di essere originali e creativi e non lo siamo.La verità è che pensiamo di far evolvere la situazione con nuove alleanze, ma siamo sempre là con il nostro vecchio modo di essere e di fare, nell'illusione che , cambiati gli altri, l'insieme cambi e cambi anche il paese, come esso certamente chiede di cambiare."(..)
(Aldo Moro da una lettera a Benigno Zaccagnini, non recapitata)
(...) "Non creda la D.C. di aver risolto di aver chiuso il suo problema, liquidando Moro. Io ci sarò ancora come un punto irriducibile di contestazione e di alternativa, per impedire che della D.C. si faccia quello che se ne fa oggi"(...) 24-4-1978
(Aldo Moro - da una lettera a B.Zaccagnini, recapitata il 24 Aprile '78)
(...) "Il governo è in piedi e questa è la riconoscenza che mi viene tributata per questa come per tante altre imprese. Un allontanamento dai familiari senza addio, la fine solitaria senza la consolazione di una carezza, del prigioniero politico condannato a morte. Se voi non intervenite, sarebbe scritta una pagina agghiacciante nella storia d'Italia. Il mio sangue ricadrebbe su di voi, sul partito, sul Paese. Pensateci bene cari amici. Siate indipendenti. Non guardate al domani ma al dopo domani. (...) "
(Aldo Moro - da una lettera a B.Zaccagnini, recapitata tramite Don Mennini il 20 Aprile '78)
(...)"Bacia e carezza per me tutti, volto per volto, occhi per occhi, capelli per capelli. A ciascuno una mia immensa tenerezza che passa per le tue mani.(...) Vorrei capire, con i miei piccoli occhi mortali, come ci si vedrà dopo. Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo. (...)
(Aldo Moro - da una lettera a Eleonora Moro recapitata il 5 maggio)
Alle 13.30 del 9 Maggio 1978 a Via Caetani a Roma, a poca distanza dalle sedi del PCI e della DC, viene ritrovata una Renault 4 rossa : al suo interno, il corpo senza vita di Aldo Moro.
LINK: Gli scritti di Moro, le lettere, il memoriale, articoli di giornale:
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UNA CONCLUSIONE
Credo che sia sempre più forte il bisogno di reinvestire la politica di "pensieri lunghi", di progetti. (dall'intervista a F.Adornato, L'Unità, 18 dicembre 1983)
E la cosa che le dà più fastidio sentir dire di lei? Che sarei triste, perchè non è vero.
(intervista a Giovanni Minoli, Mixer, 1983)
Questi appuntamenti sono ormai una consuetudine. Sono davvero qualcosa di bello, non solo per il loro rilevo e significato politico ma anche per il loro valore umano giacchè l'animo vostro, l'animo di tutti noi che siamo qui, è pervaso, è commosso da sentimenti senza i quali la lotta politica si ridurrebbe ad arida cosa: i sentimenti della fraternità, della solidarietà. E cioè del legame che unisce gli uni agli altri , uomini che hanno comuni ideali, comuni aspirazioni; i sentimenti della speranza in un futuro più bello per il nostro paese.
(discorso a piazza San Giovanni, giugno 1976)
BIBLIOGRAFIA - aggiungi un libro o un link...scrivimi, clicca qui!
Pietro Folena, segretario FGCI durante la segreteria Berlinguer è autore del libro:
"I ragazzi di Berlinguer", 1997 , Baldini e castoldi - Milano
Walter Veltroni - La sfida interrotta. Le idee di Enrico Berlinguer
224 p. I saggi Baldini Castoldi Dalai
Altre letture su Enrico Berlinguer
clicca qui: http://www.geocities.com/enrico....
http://www.sinistragiovanile.bari.it/speciali/enrico/intro.html
Bel Ricordo di Enrico Berlinguer
Nostra signora di Lourdes
(Antonello Venditti , Ullalla, 1976)
"Matrimonio per amore!"
un giorno suggerì l'amico al suo compare
"questa volta s' ha da fare, con le carte
e con l'anello al dito e la lottizzazione del terreno,
te lo giuro, te lo giuro amore davanti
a nostra Signora di Lourdes.
Don Abbondio per favore,
cerca di lasciare fuori l'Innominato
per l'Italia e per Lucia,
io credo che sia una lezione di democrazia
e invece io credo che sia una spia
e che questa è una sporca bugia,
che non promette affatto bene
proprio adesso che siamo davanti
a nostra Signora di Lourdes".
"La mia dote per favore, che fai ci ripensi
e non me la vuoi più dare!?
Sine cura, lascia stare
e non parlarmi sempre di rivoluzione,
di emancipazione sessuale, di rivendicazione salariale
proprio adesso che siamo sdraiati,
preganti e piangenti davanti a nostra Signora di Lourdes"