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"Diario di un fallimento" 10 Aprile 2006
di Stefano "Solegemello"

Oggi avrei voluto scrivere di "una bella giornata di sole" e invece la sensazione che provo è quella di una profonda tristezza. Un urlo strozzato in gola, una festa rovinata, questo è il 10 Aprile. La conclusione che riesco a trarre questa mattina è che il paese non ha dato un chiaro messaggio di cambiamento e che ancora è forte  il fascino del grande fascinatore, non il primo, nella storia d'Italia. Volevo parlare di gente in festa, di una ritrovata voglia di unità e invece siamo ancora qui "con le nostre famose facce idiote...a parlarci di noi..e di cosa abbiamo sbagliato...". L'Italia è ancora un paese di guelfi e ghibellini, dove un' imbarazzante maggioranza silenziosa professa con orgoglio l'antipolitica e tra la pubblicità e l'etica, preferisce sempre e comunque la prima.  Ma noi in fondo lo amiamo il Caimano, il Caimano è dentro di noi, amiamo essere presi per il culo, amiamo i venditori alla Vanna Marchi che ci promettono l'elisir di giovinezza e ci sorridono affabilmente dalla tv. Amiamo chi fa sparire le rughe e ci fa credere di essere più belli, anche quando non lo siamo.  Dopo le elezioni del 2001, avevo pensato che il problema dello schieramento democratico fosse la frammentazione, la divisione, l' incapacità insomma di dialogare, di far andare d'accordo le sue tante anime. Oggi a cinque anni da quel voto, quelle considerazioni mi appaiono solo una parte del problema e certamente non la soluzione. Silvio Berlusconi è stato senz'altro in grado di vendere ancora una volta il suo prodotto difettoso e senza garanzia e ciò che è più assurdo è che la gente gli ha creduto.  La sinistra italiana, è triste ammetterlo, non è andata al di là della peraltro giusta demonizzazione del Presidente del Consiglio e senza dubbio non ha saputo dare una visione, un sogno, una speranza. Questo paese ha un disperato bisogno di speranza, ha bisogno di lavoro, ha bisogno di più cultura, di tutela dei più deboli, di investimenti in scuola e ricerca. Questi temi evidentemente appaiono all'italiano medio poco attraenti rispetto ai temi fiscali tanto sbandierati dal Cavaliere. Perchè a noi italiani di contribuire al bene di tutti non ce ne importa niente.
E ancora, non abbiamo saputo avere un vero moto di ribellione nei confronti delle leggi fatte approvare in questi anni dal governo, non ci siamo risvegliati neanche di fronte alla censura, non abbiamo battuto ciglio di fronte al ritorno sulla scena politica dei fascisti anzi li abbiamo sdoganati e sommati senza colpo ferire a partiti già rappresentati in Parlamento. E' incredibile, ma ci stiamo assuefacendo a tutto questo, siamo consapevoli fino in fondo che ciò può rappresentare un imbarbarimento del nostro sentire politico e democratico?  Parlo al plurale perchè questo  è il diario di un fallimento e comunque finirà l'incerta assegnazione dei seggi non sarà facile ripartire dalle macerie lasciate da questi dieci anni.


"Festa di protesta" Roma 14.9.2002 - Girotondo a Piazza San Giovanni

  di Stefano Solegemello

Ero a San Giovanni. Bellissima manifestazione, pacifica, ordinata, colorata, intelligente. Interessanti e diretti gli interventi, grandi Nanni Moretti, Pardi , Flores D'Arcais e gli altri. Commoventi, Rita Borsellino, Arnoldo Foa. Una manifestazione che potrebbe sembrare di una parte politica ma in realtà non lo è.
Si rivendicavano principi che dovrebbero essere comuni sia alla destra che alla sinistra: la giustizia giusta, l’informazione libera, la pace. In piazza, famiglie, ragazzi, anziani, persone organizzate o meno. Tanti indipendenti.  Torna l'impegno dei singoli (di ogni classe sociale) per una manifestazione politica organizzata da non politici

Bellissima la parte musicale! Fiorella Mannoia (Sally, Cielo d'irlanda, Non sono un cantautore, Quello che le donne...ecc, grande voce, bravissima!), Francesco De Gregori (Il signor Hood, Generale, Dr Doberman, Buffalo Bill, La storia (con Fiorella), Bambini venite parvulos, Buona notte fiorellino, Viva l'italia (cantata tutti insieme), Luca Barbarossa (Le cose da salvare, Yuppie, al di là del muro) grande!, Roberto Vecchioni (Sogna ragazzo sogna, Velasquez, Bandolero stanco, Samarcanda...cantata in coro da tutti, con tanti ragazzi e non che facevano il girotondo e saltavano, perchè la politica può essere anche gioia!) , Avion Travel (ottima qualità musicale, hanno interpretato la canzone guida del film di Moretti
"La stanza del figlio").

Una Roma magnifica, un sole cocente alle 15 poi un pò d'ombra, finalmente.
Alla sera si sono accese le luci, si è illuminata la Basilica, è partita l'ultima canzone : "Viva l'Italia" di
De Gregori. Un bel modo per concludere in bellezza una giornata di festa e di impegno.Viva l'Italia !
 

Roma, 21/3/2002  -"L'utopia dei deboli è la paura dei forti"-
di Stefano Solegemello

L'altro giorno stavo per scrivere qualcosa nella sezione politica del mio sito.Avrei parlato del primo anno del governo Berlusconi, della rinascita dei movimenti, della partecipazione civile, della conflittualità sociale degli ultimi mesi, della questione morale che investe la politica. Avrei parlato delle tante manifestazioni democratiche che sono nate spontaneamente o in modo organizzato contro il governo, degli intellettuali, dei "girotondi", del movimento degli studenti, della manifestazione "larghissima" del 2 Marzo in Piazza San Giovanni, dell'articolo 18 (la riforma dei licenziamenti senza giusta causa) e del difficile rapporto tra Sindacati confederali e Governo.
Purtroppo l'attualità impone invece di parlare di un truce attentato politico, l'ennesimo nella storia d'Italia. Il 19 Marzo a Bologna intorno alle ore 20, 30 è stato assassinato a colpi di pistola Marco Biagi, stretto collaboratore del ministro del lavoro Roberto Maroni.
Una violenza inaudita e insensata che, dalle prime analisi sulla rivendicazione, firmata ancora una volta "Brigate Rosse", può essere ascritta alla strategia ormai nota dall'uccisione di Ezio Tarantelli nel 1985 e di Massimo D'Antona nel 1999. Il terrorismo ancora una volta colpisce un professore universitario, un intellettuale libero e senza dogmi che si era posto come cerniera tra le parti, con l' intento di riformare un settore importante come quello del lavoro. Il teorema della lotta armata si conferma quello di eliminare fisicamente gli avversari politici e questo,  al di là della condivisione o meno delle idee di riforma del Prof. Biagi, è un qualcosa di inaccettabile da parte di ogni cittadino democratico. Gli spari di Bologna hanno infatti colpito non solo il progetto di revisione dello Statuto dei lavoratori ma anche  il normale svolgimento della dialettica democratica; dopo l'attentato diventa infatti più difficile per il governo svolgere il suo normale compito e per l'opposizione portare avanti le legittime critiche al progetto di riforma e le preannuncaite manifestazioni e scioperi. Questo assurdo assassinio si rivolge contro lo Stato stesso, disconoscendone la legittimità e proponendo una rivoluzione violenta. Le BR non fanno distinzioni tra maggioranza e opposizione, tutto il sistema dei partiti e della democrazia sono ai loro occhi qualcosa da abbattere in nome di un sogno rivoluzionario delirante. L'unica risposta possibile è quella di non piegarsi alle oscure logiche del terrorismo:  il normale confronto-scontro tra governo e opposizione deve continuare. La rinuncia alle proprie posizioni segnerebbe la vittoria delle BR e della democrazia rimarrebbe soltanto un vago  ricordo. In queste ore si ripetono sempre le stesse parole, si innalza la bandiera dell'unità tra tutti i cittadini e tra tutti i partiti; questo è senz'altro un punto di partenza anche se  "l'unità nazionale" può riguardare solo la condanna della violenza mentre sugli altri fronti, le varie questioni di merito,  gli schieramenti politici devono continuare a confrontarsi in modo civile ma con la stessa passione e durezza di prima. La ricerca di un accordo deve essere perseguita senza snaturare la ragione di esistenza della maggioraza, dell'opposizone, delle parti sociali e se le posizini risulteranno alla fine inconciliabili la democrazia sarà comunque ancora in piedi e non morirà per questo. Il colpo mortale alla libertà è  quello inferto dall'imporsi del pensiero "unico", finchè ci si divide, in modo pacifico e civile,  la nostra pace e la nostra sicurezza non sono in discussione. Per questo motivo il sindacato deve condannare il terrorismo, accendere mille e mille luci contro  la violenza ma al tempo stesso deve continuare le sue battaglie fatte di impegno e passione. Purtroppo da parte del governo arrivano accuse becere all'opposizione,  alla Cgil,  il sindacato più intransigente sull'articolo 18, ai movimenti. Vengono accusati dalla maggioranza, spesso con toni molto duri di aver fomentato e fatto nascere con le proposte di lotta democratica, questa stagione di violenza. Ascoltando ieri sera le parole dell'ex sottosegretario Taormina che definiva le BR il "braccio armato di Cofferati" sono rimasto letteralmente allibito, come anche quelle di Berlusconi e di altri ministri che collegano il tragico assassinio di Bologna ai toni del sindacato, dei movimenti ecc.
L'esistenza di movimenti come quello dei No-Global o dei "Girotondi" o di altre iniziative democratiche e spontanee deve essere letto come una ricchezza del tessuto sociale italiano e non come un pericolo per la pace. La politica, quella vera, è quella che nasce d'istinto, quella che ti fa muovere, scendere in piazza, impegnarti in prima persona nelle cose a cui tieni. Prima di accusare ingiustamente tanti cittadini democratici, il governo dovrebbe riflettere di più e cercare i veri responsabili di queste stragi che sicuramente non possono essere attribuite ai movimenti. Purtroppo dal tragico G8 dello scorso anno, il governo mira a iscrivere tutto "il movimento"(No-global, studenti, società civile, "autoconvocati" , ecc)  in una lista di "sorvegliati speciali". E' un errore molto grave e una strategia che punta a ridurre la democrazia e la partecipazione di tutti alla politica. Prima di gettare ombre e sospetti sul movimento No-global bisognerebbe riflettere su quello che è realmente successo a Genova, dove un piccolo gruppo di anarchici (i "Black bloc") ha creato disordini  mentre centinaia di migliaia di persone continuavano a sfilare in pace, con la polizia più interessata a contrapporsi ai manifestanti pacifici che agli anarchici vestiti di nero. Serve cautela in tutti i giudizi e personalmente credo che puntare il dito su una parte politica, sui "movimenti" o sul sindacato per spiegare l'assassinio del Prof. Biagi non sia la strada che bisogna percorrere. La storia del nostro paese, come ho già detto,  è segnata da altri omicidi del genere, professori universitari che collaborando con il governo di turno (lo stesso Biagi aveva lavorato sia per il centro-sinistra che per il centro-destra) finiscono per diventare bersagli di chi vuole combattere con la violenza quelle tesi.
Il nome di Tarantelli è per me particolarmente signficativo in quanto legato alla facoltà che frequento, la Facoltà di Economia di Roma,  Università La Sapienza. Mi sono imbattuto molte volte in questi anni di studio in una piccola lapide che ricorda Tarantelli. Su questa piccola stele, nascosta quasi da un cespuglio, campeggia una frase che mi ha sempre colpito molto "L'utopia dei deboli è la paura dei forti". Credo che sia perfetta per riassumere tutte le parole che si scriveranno sui giornali e che verranno pronunciate in interminabili special televisivi. Cosa ci resta infatti di valido se eliminiamo dalla nostra vita la speranza e gli ideali?

Roma, 23/3/2002 - Circo Massimo
3.000.000 in piazza con il sindacato, ecco la risposta al terrorismo


foto tratte da "La Repubblica"
 

Roma, 2/3/2002 "Da Reggio Emilia a Piazza San Giovanni"
di Marco (Reggio Emilia)

Eccomi qui...ancora devo riprendermi dalla stanchezza fisica : sveglia alle 5 del mattino per prendere uno dei tanti pullman che dall'Emilia Romagna sono calati a Roma; dal parcheggio del Flaminio a piedi fino alla fermata del metrò per arrivare alla Stazione Termini...poi il corteo fino a Piazza San Giovanni...poi via...cercare un metrò per ritornare al Flaminio...la stanchezza che comincia a farsi sentire...risalire sul pullman e nella notte far rientro a casa)ma sono felice ed orgoglioso. Quella di sabato è stata una bella giornata e l'emozione è stata davvero tanta...
Erano parecchi anni che non partecipavo ad una manifestazione di piazza. Questa volta mi sembrava importante esserci.
Il popolo della sinistra (cristo....ma quanti eravamo: ragazzini, adulti, anziani, gruppi di intere famiglie...)si è voluto ritrovare...si è voluto contare...e c'eravamo...santodio se c'eravamo (con buona pace dei 120.000 della questura: ma chi è che conta???!!). La gioia ha preso il posto della rabbia e ai leader della sinistra abbiamo fatto arrivare FORTE E CHIARO...una parola...UNITA'!! Sta a loro ora raccogliere questo mandato...certo ora non possono farne a meno perchè sanno bene, hanno ben capito, che non faremo loro più sconti...ed è per questo che sabato abbiamo rinnovato loro la fiducia. Abbandonando per un giorno la rissosità e la polenica. Ora si apre un momento importante : lavorare per l'unità altrimenti tutto ciò che è successo sabato può solo rischiare di essere un canto del cigno. Vedremo!
Alcune immagini che mi hanno colpito: un auto che si ferma per lasciarci attraversare la strada mentre a piedi ritornavamo al Flaminio e ci applaude, ci manda baci con le mani e se ne va stombazzando il clacson....un padre vicino a me nella splendida piazza San Giovanni insieme al figlio diciassettenne ad applaudire, commuoversi... un ragazzo di colore statunitense in vacanza a Roma, si avvicina incuriosito...mi chiede di tradurgli ciò che sta accadendo..."it's incredible!!"...in America tutto ciò non potrebbe accadere...mai l'opposizione - e così tante persone - scenderebbero in piazza...applaude quando Rutelli parla della Palestina...
Mi fermo qui: tante immagini...troppe da raccontare... troppe per essere rovinate da chi cerca di sminuire tutto giocando con i numeri...non ha importanza...chi c'era sa la verità.
 

Roma, 28/5/2001 di Stefano Solegemello

A Roma è una giornata accecante. Il sole riempie le strade, le persone corrono indaffarate e sparpagliate.

Il centro è animato in questo primo scampolo d’estate, la metropolitana è come sempre affollata e si respira a fatica, i turisti cominciano a popolare la città per lasciarla solo in pieno autunno… e poi mi chiedo se a Roma esista una stagione dell’anno tranquilla.

Dopo un breve viaggio, in un vagone assai affollato eccomi giunto in destinazione: Piazza del Popolo, un luogo che da qualche tempo ho preso ad amare, la piazza più scenografica di Roma con le sue tre braccia protese.

E’ una giornata particolare, è una giornata di festa, almeno per una parte dei romani.

Roma ha un nuovo sindaco: Walter Veltroni. La piazza comincia lentamente a riempirsi di persone munite di bandiere, altre semplicemente curiose, altre che attendono solo di sentir parlare il loro leader.
C’è qualcosa di speciale che anima gli occhi delle persone che vedo accanto a me, noto una punta di orgoglio, una voglia di esserci, partecipare, di mostrare il proprio impegno civile. E’ l’orgoglio per una vittoria importante, è il grido liberatorio dopo le sfortunate elezioni del 13 maggio.

Il rischio di perdere anche la capitale e di vederla governata da uno dei tanti emissari del Cavaliere è stato forte, e nelle parole della gente noto questa voglia di salutare quel sindaco che con tanto impegno hanno voluto.

E poi, Walter Veltroni, è un politico che senti vicino, una sorta di eterno ragazzo con il vizio dell’idealismo.

Eccolo arrivare alle 18 accompagnato da tutti i leader del centrosinistra, la piazza rumoreggia e passa dal "Bella ciao" di poco prima a "Walter, Walter…."; lui, vestito in blu e cravatta rossa..., fa ciao con la mano, ringrazia, sorride.

Ed ecco cominciare la parte politica , le bandiere prendono a sventolare forte, bandiere di tutti i colori, verdi, azzurre, bianche, rosse. Tante bandiere rosse, bandiere di sinistra, bandiere delle sinistre, drammaticamente divise, fortemente unite oggi. Vecchi, ragazzi, ragazze, capelloni, borghesi, signore, passanti. Tutti con quel sorriso e quel luccicore negli occhi. Un luccicore di passione e speranza, di rinnovato impegno.
Le bandiere dei democratici di sinistra, le bandiere comuniste, le bandiere dell’alleanza, per una volta tutte unite, tutte a sventolare dalla stessa parte. Poi un grido "uniti, uniti..",
Rutelli, il primo che parla, annuisce. Bertinotti rimane in disparte, D’Alema è pensieroso, Fassino guarda la scena.
Poi è la volta di Walter, acclamato, comincia a parlare prima lentamente poi prendendo vigore e forza. Parla di politica cittadina, di politica nazionale, invita all’unità. Parla dei deboli, dei disabili, delle periferie, che lo hanno votato con determinazione al secondo turno. Parla da uomo di sinistra , altrochè. Molto bello il riferimento a Vittorio Foà e il ricordo di Petroselli. Quasi gridando conclude il suo discorso con un invito a lottare contro la bomba atomica del terzo millennio: la povertà e la fame, e ancora un invito a ritrovarsi tutti insieme, domani, quando ce ne sarà bisogno.

Le parole finiscono, i leaders si complimentano con Walter, parte la "Canzone popolare" di Ivano Fossati, inno dell’Ulivo ieri e oggi.

Mentre parte la musica e gli applausi sono infinitamante lunghi, Fausto Bertinotti stringe la mano prima cauto poi fortemente convinto a Walter Veltroni: è più di un semplice saluto; il navigato leader comunista sembra molto toccato dalle parole di Veltroni di poco prima, e recede da quella cautela che lo aveva caratterizzato nella prima parte della manifestazione. Un momento molto toccante si è appena celebrato, le due sinistre così divise e in crisi alle elezioni politiche sembrano ora cercare un dialogo, riprendere un discorso interrotto. La piazza è commossa: le bandiere di Rifondazione, prima un po’ timide, sventolano insieme alle altre;

Il sole accecante dell’inizio pomeriggio è un po’ diradato, ma la giornata è ancora serena, e tanti occhi, in piazza trasformano il luccicore in lacrime.

Stefano.solegemello
 

Marzo 2001

Continuo a sperare che un giorno si possa applicare anche in Italia quello che in Francia chiamano "gauche pluriel"; Io non sono contrario ad una sinistra antagonista, una sinistra dai toni sociali netti e chiari, quello che mi delude un pò è che per trovare un partito di "sinistra vera", bisogna rifarsi alla tradizione "comunista"...poteva avere una logica  30 anni fa...ma oggi con la crisi generalizzata di questo sistema politico in tutto il mondo (e spesso il comunismo ha coinciso con la  dittatura) , non so quanto abbia senso.

Bisogna inventare qualcosa di nuovo....una "nuova bandiera rossa", non perchè alcuni ideali non vadano conservati ma perchè l'impianto ideologico marxista è sorpassato dalla nostra moderna società. Se per tutto il Novecento si è reagito al capitalismo delle fabbriche, ai "padroni" con la bandiera comunista, oggi bisogna pensare a qualcosa di diverso, la classe operaia in Italia non è più una "forza sociale", non si è più in un paese di contadini o di salariati, la situazione è oggi molto più composita e "i nuovi poveri" coincidono sempre di più con gli immigrati o con quelli che in ogni parte del mondo premono alle frontiere dei paesi ricchi chiedendo una parte del profitto da essi generato.

C'è bisogno di una sinistra, c'è bisogno di un "nuovo sogno rivoluzionario", ma c'è anche la necessità di attuare un "discorso nuovo".
Non si può rispondere alla "globalizzazione moderna" con ricette di molti anni fa..serve una "nuova illusione";
D'altra parte i partiti comunisti dell'Europa non sono altro che piccole formazioni spesso a carattere nostalgico. Non si possono riproporre anche dal punto di vista "iconografico" i vecchi eroi dei nostri genitori;

Bisogna prendere atto che in tutta l'Europa moderna il "comunismo è fallito" e che spesso là dove è stato attuato ha provocato dittature e povertà.

Spero in una sinistra NUOVA, anche RIVOLUZIONARIA, non è questo il mio problema(ovvero il moderatismo), ma che sia in grado di darsi un supporto ideologico più adatto al 2000;

Solo così ci lasceremo davvero alle spalle il Novecento.

Quello che mi sta molto a cuore è  "la partecipazione"; è giusto alle volte schierarsi, prendere posizioni chiare come per esempio con il caso Haider o come in questi giorni all'università LA SAPIENZA di cui io faccio parte;
per la prima volta dopo 10 anni c'è nella nostra università romana un movimento studentesco che sta prendendo corpo; Ecco questo partecipare è importante! Soprattutto partecipare con uno scopo comune e sentito giusto da tutti(calza l'esempio dell'aumento indiscriminato delle tasse all'università ).
Insomma è bello incontrarsi, riconoscersi in alcuni temi base e poi difenderli.

Solegemello


 
 

13 maggio 2001 :
Waterloo per l'Italia
di César -W El Comandante

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E quindi (permettetemi la congiunzione iniziale) ha vinto lui, il Cavaliere.

Una vittoria che ai più è parsa scontata ma che deve far riflettere quella parte di inguaribili ottimisti che sino all'ultimo hanno sperato in una vittoria di mister " salvo tutti io " Francesco Rutelli.

E' stata una vittoria secca,dura che non ammette repliche,onore ai vincitori,noi non faremo ne colpi di stato Franchisti ne ci attaccheremo a brogli elettorali o complotti fascisti come la destra avrebbe fatto in caso di sconfitta.

Siamo stati battuti,ma non siamo noi piccolo 38% di "centrosinistra" ad aver perso, ma tutta l'Italia.

Ci siamo resi ridicoli permettendo all'uomo più potente del paese di presentarsi a delle elezioni che potevano solo andare male : da un parte un certo conflitto d'interessi,dall'altra un buon,ma pur sempre "piccolo" Francesco Rutelli che con la sua parlantina Romana e il suo giustificato ma continuo attaccare Berlusconi non poteva far più di quel che ha fatto.

Berlusconi forte dell'appoggio di Fini e Bossi ha fatto un sol boccone di D'Alema e compagni (compagni di nome ma non di fatto...),vincendo al proporzionale e stravincendo al maggioritario.

Quando il partito dell'uomo più potente del paese implicato con la mafia e in altre storie di "denaro sporco" prende il 30% dei voti c'è da farsi qualche domanda...

Una cosa è innegabile : il centrosinistra ha toppato e fallito in modo quasi clamoroso. Due le ipotesi da formulare : se da una parte la non alleanza con Rifondazione Comunista ha avuto le sue ripercussioni (tra l'altro complimenti a Bertinotti : il vero terzo polo Italiano contro tutto e tutti ) in termini di voti; forse il più grande sbaglio è stato quella di una non campagna : i giustificati attacchi a Berlusconi al termine sono stati forse troppi creando terreno favorevole per pietismo e scontato vittimismo della destra.

La contropubblicità cui è stato vittima il cavaliere lo ha favorito in modo straordinario.

Adesso capiamo il suo costante rifiuto di parlare di Rutelli : sulle pagine dei nostri quotidiani ogni giorno vi erano decine di titoli dedicati a Berlusconi e pochi invece per il leader dell'Ulivo : la contropublicità è in ogni caso pubblicità e questo le lungimiranti menti del centrosinistra forse non l'hanno ancora capito.

Sarà quindi presumibilmente Super-Silvio a guidare le sorti del nostro paese,quale sarà la prima mossa,le leggi che gli permetteranno di intascarsi migliaia di miliardi alla faccia di noi poveri contribuenti (questa volta di nome e di fatto..) o quella per l'esecuzione a morte di tutti gli esponenti comunisti ("l'anticomunismo è un dovere" docet...)

ai posteri l'ardua sentenza.

Questi non sono altro che oramai inutili ed effimeri pensieri che lasciano il tempo che trovano, sperando un giorno in una vera democrazia comunista dove non esiste il ricco il povero, l'abbiente e il non abbiente, il Berlusconi e chi lo vota, ma solo una grande istituzione che sembra oramai dimenticata dalla maggior parte della nostra nazione : LA GIUSTIZIA. E questo scopo lo perseguiremo,come diceva qualcuno sicuramente migliore di me, fino a sempre.

  W El Comandante
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Maggio 2001

Ti ringrazio per l'articolo l'ho letto con piacere. Hai ragione quando dici  che quello dell' Ulivo non era il miglior centro sinistra possibile, ma PRC ha sbagliato.....e sbaglia ancora di più a vantarsi spudoratamente in tv del suo 5%!! Cosa pensa di fare con 3 senatori? PRC non ha rubato voti a sinistra, ha rubato voti all'Ulivo e alla causa , non si è proposta come sinistra alternativa, capace di mettere in discussione la sinistra dei DS. Ha rubato voti alla causa di un'Italia progressista, di sinistra,magari moderata ma di sinistra. I teoremi di PRC sarebbero giusti se PRC crescesse, si candidasse a partito forte e di massa,
come era una volta il Pci. Non è così è un piccolo partito! E allora quel 5% non serve.....serve solo a Berlusconi a governare probabilmente per 5 anni, 5 lunghi anni..
Io credo nel "modello di Roma", il modello che ha presentato la candidatura di Walter Veltroni a sindaco. Credo che DS, PRC, CI, SDI, e altre formazioni socialiste, debbano incontrarsi , parlarsi e dare vita ad un progetto "plurale" e poi allearsi con il centro democratico dell'Ulivo. E che debbano fare questo "da sinistra", cioè smettendola, i DS, di inseguire il centro.
Un grande sinistra, competitiva che si allea con una fetta di moderati, la grande vittoria del 96 era questo, questo è il futuro!
E quella straegia portava PRC ad avere 9% voti. Insomma i DS tornino a fare i progressisti ma  PRC si renda conto che un 5% da solo......è solo una piccola goccia in un mare azzurro, azzuro Berlusconi.

Stefano.solegemello

RIMANIAMO VIGILI. ATTENTI, PARTECIPATIVI...........NON FACCIAMO DIVORARE E MASTICARE DALLA BALENA AZZURRA, NON FACCIAMOCI COMPRARE, NON SALIAMO SUL CARRO DEL VINCITORE, NON GIOIAMO PER UN MISERO 5% TROVIAMO L'UNITA' FACCIAMO SVENTOLARE LE NOSTRE BANDIERE QUANDO CE NE SARA' BISOGNO, E CE NE SARA' SIATENE CERTI!!!!
SONO GIORNI DI TRISTEZZA E DI DOLORE....MA VERRANNO ANCHE I GIORNI DELLA LOTTA E DELLA DIFESA DELLA LIBERTA'.
POSSO SEMBRARE RETORICO MA PURTROPPO LA LIBERTA' DI ESPRESSIONE, LA COMUNICAZIONE AVRA' PRESTO UN SOLO PADRONE.... NELLE TV PUBBLICHE  E IN  QUELLE  PRIVATE....!
PARTECIPIAMO PARTECIPIAMO!

"A SAN GIOVANNI STANOTTE...LA PIAZZA E' VUOTA...MA QUANTA GENTE CHE C'E' SOTTO LA GRANDE BANDIERA.....IL MONDO CAMBIA......"
(Dolce Enrico,A.V.)

con tutto il cuore

Stefano.solegemello
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