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"Diario di un fallimento"
10 Aprile 2006
di Stefano "Solegemello"
Oggi
avrei voluto scrivere di
"una bella giornata di sole" e invece la sensazione che provo è
quella di una profonda tristezza. Un urlo strozzato in gola, una festa
rovinata, questo è il 10 Aprile. La conclusione che
riesco a trarre questa
mattina è che il paese non ha dato un chiaro messaggio di
cambiamento e
che ancora è forte il fascino del grande fascinatore, non
il primo,
nella
storia d'Italia. Volevo parlare di gente in festa, di una
ritrovata voglia
di unità e invece siamo ancora qui "con le nostre famose
facce
idiote...a parlarci di noi..e di cosa abbiamo
sbagliato...". L'Italia è ancora un paese di guelfi e
ghibellini,
dove un' imbarazzante maggioranza silenziosa professa con
orgoglio l'antipolitica e tra la pubblicità e l'etica,
preferisce
sempre e comunque la prima. Ma noi in fondo lo amiamo il Caimano,
il Caimano è dentro di noi, amiamo essere presi per il culo,
amiamo i venditori
alla Vanna Marchi che ci promettono l'elisir di giovinezza e ci
sorridono
affabilmente dalla tv. Amiamo chi fa sparire le rughe e ci fa credere
di essere
più belli, anche quando non lo siamo. Dopo le elezioni del
2001, avevo
pensato che il problema dello schieramento democratico fosse la
frammentazione,
la divisione, l' incapacità insomma di dialogare, di far andare
d'accordo le sue tante anime. Oggi a cinque anni da quel voto,
quelle
considerazioni mi appaiono solo una parte del problema e certamente non
la
soluzione. Silvio Berlusconi è stato senz'altro in grado di
vendere ancora una
volta il suo prodotto difettoso e senza garanzia e ciò che
è più assurdo è che la gente gli ha
creduto.
La sinistra italiana, è triste
ammetterlo, non è andata al di là della peraltro
giusta demonizzazione del Presidente del Consiglio e senza dubbio non
ha saputo dare una
visione, un sogno, una speranza. Questo paese ha un disperato
bisogno di
speranza, ha bisogno di lavoro, ha bisogno di più cultura, di
tutela dei
più deboli, di investimenti in scuola e ricerca. Questi temi
evidentemente
appaiono all'italiano medio poco attraenti rispetto ai temi
fiscali tanto sbandierati dal Cavaliere. Perchè a noi italiani
di
contribuire al bene di
tutti non ce ne importa niente.
E ancora, non abbiamo saputo avere un
vero moto
di ribellione nei confronti delle leggi fatte
approvare in questi anni dal governo, non ci siamo risvegliati
neanche
di
fronte alla censura, non abbiamo battuto ciglio di fronte al
ritorno sulla scena politica dei fascisti anzi li abbiamo
sdoganati e sommati senza colpo ferire a partiti già
rappresentati in Parlamento. E' incredibile, ma ci stiamo
assuefacendo a
tutto questo, siamo
consapevoli fino in fondo che ciò può
rappresentare un
imbarbarimento del nostro sentire politico e democratico?
Parlo al plurale perchè questo è il diario di un
fallimento e comunque
finirà l'incerta assegnazione dei seggi non sarà
facile
ripartire dalle macerie lasciate da questi dieci anni.
"Festa di protesta" Roma
14.9.2002 - Girotondo a Piazza San Giovanni
di Stefano Solegemello
Ero a San Giovanni. Bellissima manifestazione,
pacifica, ordinata, colorata, intelligente. Interessanti e diretti gli
interventi, grandi
Nanni Moretti, Pardi , Flores D'Arcais e gli altri. Commoventi, Rita
Borsellino,
Arnoldo Foa. Una manifestazione che potrebbe sembrare di una parte
politica
ma in realtà non lo è.
Si rivendicavano principi che dovrebbero essere comuni
sia
alla destra che alla sinistra: la giustizia giusta, l’informazione
libera,
la pace. In piazza, famiglie, ragazzi, anziani, persone organizzate o
meno.
Tanti indipendenti. Torna l'impegno dei singoli (di ogni classe
sociale)
per una manifestazione politica organizzata da non politici
Bellissima la parte musicale! Fiorella Mannoia
(Sally, Cielo d'irlanda, Non sono un cantautore, Quello che le
donne...ecc, grande voce, bravissima!), Francesco De Gregori (Il signor
Hood, Generale, Dr Doberman,
Buffalo Bill, La storia (con Fiorella), Bambini venite parvulos, Buona
notte
fiorellino, Viva l'italia (cantata tutti insieme), Luca Barbarossa (Le
cose
da salvare, Yuppie, al di là del muro) grande!, Roberto
Vecchioni
(Sogna ragazzo sogna, Velasquez, Bandolero stanco, Samarcanda...cantata
in
coro da tutti, con tanti ragazzi e non che facevano il girotondo e
saltavano, perchè la politica può essere anche gioia!) ,
Avion Travel (ottima
qualità musicale, hanno interpretato la canzone guida del film
di
Moretti
"La stanza del figlio").
Una Roma magnifica, un sole cocente alle 15 poi un
pò d'ombra, finalmente.
Alla sera si sono accese le luci, si è
illuminata la
Basilica, è partita l'ultima canzone : "Viva l'Italia" di
De Gregori. Un bel modo per concludere in bellezza una
giornata
di festa e di impegno.Viva l'Italia !
Roma, 21/3/2002
-"L'utopia dei deboli è la paura dei forti"-
di Stefano Solegemello
L'altro giorno stavo per scrivere qualcosa nella
sezione politica del mio sito.Avrei parlato del primo anno del governo
Berlusconi, della rinascita dei movimenti, della partecipazione civile,
della conflittualità sociale degli ultimi mesi, della questione
morale che investe la politica. Avrei parlato delle tante
manifestazioni democratiche che sono nate spontaneamente o in modo
organizzato contro il governo, degli intellettuali, dei "girotondi",
del movimento degli studenti, della manifestazione "larghissima" del 2
Marzo
in Piazza San Giovanni, dell'articolo 18 (la riforma dei licenziamenti
senza
giusta causa) e del difficile rapporto tra Sindacati confederali e
Governo.
Purtroppo l'attualità impone invece di parlare
di
un truce attentato politico, l'ennesimo nella storia d'Italia. Il 19
Marzo
a Bologna intorno alle ore 20, 30 è stato assassinato a colpi di
pistola
Marco Biagi, stretto collaboratore del ministro del lavoro Roberto
Maroni.
Una violenza inaudita e insensata che, dalle prime
analisi sulla rivendicazione, firmata ancora una volta "Brigate Rosse",
può essere ascritta alla strategia ormai nota dall'uccisione di
Ezio Tarantelli nel 1985 e di Massimo D'Antona nel 1999. Il terrorismo
ancora una volta colpisce
un professore universitario, un intellettuale libero e senza dogmi che
si
era posto come cerniera tra le parti, con l' intento di riformare un
settore
importante come quello del lavoro. Il teorema della lotta armata si
conferma
quello di eliminare fisicamente gli avversari politici e questo,
al
di là della condivisione o meno delle idee di riforma del Prof.
Biagi,
è un qualcosa di inaccettabile da parte di ogni cittadino
democratico.
Gli spari di Bologna hanno infatti colpito non solo il progetto di
revisione
dello Statuto dei lavoratori ma anche il normale svolgimento
della
dialettica democratica; dopo l'attentato diventa infatti più
difficile
per il governo svolgere il suo normale compito e per l'opposizione
portare
avanti le legittime critiche al progetto di riforma e le preannuncaite
manifestazioni
e scioperi. Questo assurdo assassinio si rivolge contro lo Stato
stesso,
disconoscendone la legittimità e proponendo una rivoluzione
violenta.
Le BR non fanno distinzioni tra maggioranza e opposizione, tutto il
sistema
dei partiti e della democrazia sono ai loro occhi qualcosa da abbattere
in
nome di un sogno rivoluzionario delirante. L'unica risposta possibile
è
quella di non piegarsi alle oscure logiche del terrorismo: il
normale
confronto-scontro tra governo e opposizione deve continuare. La
rinuncia
alle proprie posizioni segnerebbe la vittoria delle BR e della
democrazia
rimarrebbe soltanto un vago ricordo. In queste ore si ripetono
sempre
le stesse parole, si innalza la bandiera dell'unità tra tutti i
cittadini
e tra tutti i partiti; questo è senz'altro un punto di partenza
anche
se "l'unità nazionale" può riguardare solo la
condanna
della violenza mentre sugli altri fronti, le varie questioni di
merito,
gli schieramenti politici devono continuare a confrontarsi in modo
civile
ma con la stessa passione e durezza di prima. La ricerca di un accordo
deve
essere perseguita senza snaturare la ragione di esistenza della
maggioraza,
dell'opposizone, delle parti sociali e se le posizini risulteranno alla
fine
inconciliabili la democrazia sarà comunque ancora in piedi e non
morirà
per questo. Il colpo mortale alla libertà è quello
inferto
dall'imporsi del pensiero "unico", finchè ci si divide, in modo
pacifico
e civile, la nostra pace e la nostra sicurezza non sono in
discussione.
Per questo motivo il sindacato deve condannare il terrorismo, accendere
mille
e mille luci contro la violenza ma al tempo stesso deve
continuare
le sue battaglie fatte di impegno e passione. Purtroppo da parte del
governo
arrivano accuse becere all'opposizione, alla Cgil, il
sindacato
più intransigente sull'articolo 18, ai movimenti. Vengono
accusati
dalla maggioranza, spesso con toni molto duri di aver fomentato e fatto
nascere
con le proposte di lotta democratica, questa stagione di violenza.
Ascoltando
ieri sera le parole dell'ex sottosegretario Taormina che definiva le BR
il
"braccio armato di Cofferati" sono rimasto letteralmente allibito, come
anche
quelle di Berlusconi e di altri ministri che collegano il tragico
assassinio
di Bologna ai toni del sindacato, dei movimenti ecc.
L'esistenza di movimenti come quello dei No-Global o
dei
"Girotondi" o di altre iniziative democratiche e spontanee deve essere
letto
come una ricchezza del tessuto sociale italiano e non come un pericolo
per
la pace. La politica, quella vera, è quella che nasce d'istinto,
quella
che ti fa muovere, scendere in piazza, impegnarti in prima persona
nelle
cose a cui tieni. Prima di accusare ingiustamente tanti cittadini
democratici,
il governo dovrebbe riflettere di più e cercare i veri
responsabili
di queste stragi che sicuramente non possono essere attribuite ai
movimenti.
Purtroppo dal tragico G8 dello scorso anno, il governo mira a iscrivere
tutto
"il movimento"(No-global, studenti, società civile,
"autoconvocati"
, ecc) in una lista di "sorvegliati speciali". E' un errore molto
grave
e una strategia che punta a ridurre la democrazia e la partecipazione
di
tutti alla politica. Prima di gettare ombre e sospetti sul movimento
No-global
bisognerebbe riflettere su quello che è realmente successo a
Genova,
dove un piccolo gruppo di anarchici (i "Black bloc") ha creato
disordini
mentre centinaia di migliaia di persone continuavano a sfilare in pace,
con
la polizia più interessata a contrapporsi ai manifestanti
pacifici
che agli anarchici vestiti di nero. Serve cautela in tutti i giudizi e
personalmente
credo che puntare il dito su una parte politica, sui "movimenti" o sul
sindacato
per spiegare l'assassinio del Prof. Biagi non sia la strada che bisogna
percorrere.
La storia del nostro paese, come ho già detto, è
segnata
da altri omicidi del genere, professori universitari che collaborando
con
il governo di turno (lo stesso Biagi aveva lavorato sia per il
centro-sinistra
che per il centro-destra) finiscono per diventare bersagli di chi vuole
combattere con la violenza quelle tesi.
Il nome di Tarantelli è per me particolarmente
signficativo
in quanto legato alla facoltà che frequento, la Facoltà
di
Economia di Roma, Università La Sapienza. Mi sono
imbattuto molte
volte in questi anni di studio in una piccola lapide che ricorda
Tarantelli.
Su questa piccola stele, nascosta quasi da un cespuglio, campeggia una
frase
che mi ha sempre colpito molto "L'utopia dei deboli è la paura
dei
forti". Credo che sia perfetta per riassumere tutte le parole che si
scriveranno
sui giornali e che verranno pronunciate in interminabili special
televisivi.
Cosa ci resta infatti di valido se eliminiamo dalla nostra vita la
speranza
e gli ideali?
Roma, 23/3/2002 - Circo
Massimo
3.000.000 in piazza con il
sindacato, ecco la risposta al terrorismo
foto tratte da "La Repubblica"
Roma, 2/3/2002 "Da Reggio
Emilia a Piazza San Giovanni"
di Marco (Reggio Emilia)
Eccomi qui...ancora devo riprendermi dalla
stanchezza fisica
: sveglia alle 5 del mattino per prendere uno dei tanti pullman che
dall'Emilia
Romagna sono calati a Roma; dal parcheggio del Flaminio a piedi fino
alla
fermata del metrò per arrivare alla Stazione Termini...poi il
corteo
fino a Piazza San Giovanni...poi via...cercare un metrò per
ritornare
al Flaminio...la stanchezza che comincia a farsi sentire...risalire sul
pullman
e nella notte far rientro a casa)ma sono felice ed orgoglioso. Quella
di
sabato è stata una bella giornata e l'emozione è stata
davvero
tanta...
Erano parecchi anni che non partecipavo ad una
manifestazione di piazza. Questa volta mi sembrava importante esserci.
Il popolo della sinistra (cristo....ma quanti eravamo:
ragazzini,
adulti, anziani, gruppi di intere famiglie...)si è voluto
ritrovare...si
è voluto contare...e c'eravamo...santodio se c'eravamo (con
buona
pace dei 120.000 della questura: ma chi è che conta???!!). La
gioia
ha preso il posto della rabbia e ai leader della sinistra abbiamo fatto
arrivare
FORTE E CHIARO...una parola...UNITA'!! Sta a loro ora raccogliere
questo
mandato...certo ora non possono farne a meno perchè sanno bene,
hanno
ben capito, che non faremo loro più sconti...ed è per
questo
che sabato abbiamo rinnovato loro la fiducia. Abbandonando per un
giorno
la rissosità e la polenica. Ora si apre un momento importante :
lavorare
per l'unità altrimenti tutto ciò che è successo
sabato
può solo rischiare di essere un canto del cigno. Vedremo!
Alcune immagini che mi hanno colpito: un auto che si
ferma
per lasciarci attraversare la strada mentre a piedi ritornavamo al
Flaminio
e ci applaude, ci manda baci con le mani e se ne va stombazzando il
clacson....un
padre vicino a me nella splendida piazza San Giovanni insieme al figlio
diciassettenne
ad applaudire, commuoversi... un ragazzo di colore statunitense in
vacanza
a Roma, si avvicina incuriosito...mi chiede di tradurgli ciò che
sta
accadendo..."it's incredible!!"...in America tutto ciò non
potrebbe
accadere...mai l'opposizione - e così tante persone -
scenderebbero
in piazza...applaude quando Rutelli parla della Palestina...
Mi fermo qui: tante immagini...troppe da raccontare...
troppe
per essere rovinate da chi cerca di sminuire tutto giocando con i
numeri...non
ha importanza...chi c'era sa la verità.
Roma, 28/5/2001 di Stefano Solegemello
A Roma è una giornata accecante. Il sole riempie le strade, le persone corrono indaffarate e sparpagliate.
Il centro è animato in questo primo scampolo d’estate, la metropolitana è come sempre affollata e si respira a fatica, i turisti cominciano a popolare la città per lasciarla solo in pieno autunno… e poi mi chiedo se a Roma esista una stagione dell’anno tranquilla.
Dopo un breve viaggio, in un vagone assai affollato eccomi giunto in destinazione: Piazza del Popolo, un luogo che da qualche tempo ho preso ad amare, la piazza più scenografica di Roma con le sue tre braccia protese.
E’ una giornata particolare, è una giornata di festa, almeno per una parte dei romani.
Roma ha un nuovo sindaco: Walter Veltroni. La piazza
comincia lentamente a riempirsi di persone munite di bandiere, altre
semplicemente curiose, altre che attendono solo di sentir parlare il
loro leader.
C’è qualcosa di speciale che anima gli occhi
delle persone che vedo accanto a me, noto una punta di orgoglio, una
voglia di esserci,
partecipare, di mostrare il proprio impegno civile. E’ l’orgoglio per
una
vittoria importante, è il grido liberatorio dopo le sfortunate
elezioni
del 13 maggio.
Il rischio di perdere anche la capitale e di vederla governata da uno dei tanti emissari del Cavaliere è stato forte, e nelle parole della gente noto questa voglia di salutare quel sindaco che con tanto impegno hanno voluto.
E poi, Walter Veltroni, è un politico che senti vicino, una sorta di eterno ragazzo con il vizio dell’idealismo.
Eccolo arrivare alle 18 accompagnato da tutti i leader del centrosinistra, la piazza rumoreggia e passa dal "Bella ciao" di poco prima a "Walter, Walter…."; lui, vestito in blu e cravatta rossa..., fa ciao con la mano, ringrazia, sorride.
Ed ecco cominciare la parte politica , le bandiere
prendono a sventolare forte, bandiere di tutti i colori, verdi,
azzurre, bianche, rosse.
Tante bandiere rosse, bandiere di sinistra, bandiere delle sinistre,
drammaticamente
divise, fortemente unite oggi. Vecchi, ragazzi, ragazze, capelloni,
borghesi,
signore, passanti. Tutti con quel sorriso e quel luccicore negli occhi.
Un
luccicore di passione e speranza, di rinnovato impegno.
Le bandiere dei democratici di sinistra, le bandiere
comuniste,
le bandiere dell’alleanza, per una volta tutte unite, tutte a
sventolare
dalla stessa parte. Poi un grido "uniti, uniti..",
Rutelli, il primo che parla, annuisce. Bertinotti
rimane in
disparte, D’Alema è pensieroso, Fassino guarda la scena.
Poi è la volta di Walter, acclamato, comincia a
parlare
prima lentamente poi prendendo vigore e forza. Parla di politica
cittadina,
di politica nazionale, invita all’unità. Parla dei deboli, dei
disabili,
delle periferie, che lo hanno votato con determinazione al secondo
turno.
Parla da uomo di sinistra , altrochè. Molto bello il riferimento
a
Vittorio Foà e il ricordo di Petroselli. Quasi gridando conclude
il
suo discorso con un invito a lottare contro la bomba atomica del terzo
millennio:
la povertà e la fame, e ancora un invito a ritrovarsi tutti
insieme,
domani, quando ce ne sarà bisogno.
Le parole finiscono, i leaders si complimentano con Walter, parte la "Canzone popolare" di Ivano Fossati, inno dell’Ulivo ieri e oggi.
Mentre parte la musica e gli applausi sono infinitamante lunghi, Fausto Bertinotti stringe la mano prima cauto poi fortemente convinto a Walter Veltroni: è più di un semplice saluto; il navigato leader comunista sembra molto toccato dalle parole di Veltroni di poco prima, e recede da quella cautela che lo aveva caratterizzato nella prima parte della manifestazione. Un momento molto toccante si è appena celebrato, le due sinistre così divise e in crisi alle elezioni politiche sembrano ora cercare un dialogo, riprendere un discorso interrotto. La piazza è commossa: le bandiere di Rifondazione, prima un po’ timide, sventolano insieme alle altre;
Il sole accecante dell’inizio pomeriggio è un po’ diradato, ma la giornata è ancora serena, e tanti occhi, in piazza trasformano il luccicore in lacrime.
Stefano.solegemello
Marzo 2001
Continuo a sperare che un giorno si possa applicare anche in Italia quello che in Francia chiamano "gauche pluriel"; Io non sono contrario ad una sinistra antagonista, una sinistra dai toni sociali netti e chiari, quello che mi delude un pò è che per trovare un partito di "sinistra vera", bisogna rifarsi alla tradizione "comunista"...poteva avere una logica 30 anni fa...ma oggi con la crisi generalizzata di questo sistema politico in tutto il mondo (e spesso il comunismo ha coinciso con la dittatura) , non so quanto abbia senso.
Bisogna inventare qualcosa di nuovo....una "nuova bandiera rossa", non perchè alcuni ideali non vadano conservati ma perchè l'impianto ideologico marxista è sorpassato dalla nostra moderna società. Se per tutto il Novecento si è reagito al capitalismo delle fabbriche, ai "padroni" con la bandiera comunista, oggi bisogna pensare a qualcosa di diverso, la classe operaia in Italia non è più una "forza sociale", non si è più in un paese di contadini o di salariati, la situazione è oggi molto più composita e "i nuovi poveri" coincidono sempre di più con gli immigrati o con quelli che in ogni parte del mondo premono alle frontiere dei paesi ricchi chiedendo una parte del profitto da essi generato.
C'è bisogno di una
sinistra, c'è bisogno di un "nuovo sogno rivoluzionario", ma
c'è anche la necessità di attuare un "discorso nuovo".
Non si può rispondere alla
"globalizzazione
moderna" con ricette di molti anni fa..serve una "nuova illusione";
D'altra parte i partiti comunisti
dell'Europa
non sono altro che piccole formazioni spesso a carattere nostalgico.
Non
si possono riproporre anche dal punto di vista "iconografico" i
vecchi
eroi dei nostri genitori;
Bisogna prendere atto che in tutta l'Europa moderna il "comunismo è fallito" e che spesso là dove è stato attuato ha provocato dittature e povertà.
Spero in una sinistra NUOVA, anche RIVOLUZIONARIA, non è questo il mio problema(ovvero il moderatismo), ma che sia in grado di darsi un supporto ideologico più adatto al 2000;
Solo così ci lasceremo davvero alle spalle il Novecento.
Quello che mi sta molto a cuore è "la
partecipazione"; è giusto alle volte schierarsi, prendere
posizioni chiare come per esempio con il caso Haider o come in questi
giorni all'università LA
SAPIENZA di cui io faccio parte;
per la prima volta dopo 10 anni c'è nella nostra
università
romana un movimento studentesco che sta prendendo corpo; Ecco questo
partecipare
è importante! Soprattutto partecipare con uno scopo comune e
sentito
giusto da tutti(calza l'esempio dell'aumento indiscriminato delle tasse
all'università
).
Insomma è bello incontrarsi, riconoscersi in
alcuni temi base e poi difenderli.
Solegemello
13 maggio 2001 :
Waterloo per l'Italia
di César -W El
Comandante
Leggi altri articoli sul sito di César-Welcomandante
E quindi (permettetemi la congiunzione iniziale) ha vinto lui, il Cavaliere.
Una vittoria che ai più è parsa scontata ma che deve far riflettere quella parte di inguaribili ottimisti che sino all'ultimo hanno sperato in una vittoria di mister " salvo tutti io " Francesco Rutelli.
E' stata una vittoria secca,dura che non ammette repliche,onore ai vincitori,noi non faremo ne colpi di stato Franchisti ne ci attaccheremo a brogli elettorali o complotti fascisti come la destra avrebbe fatto in caso di sconfitta.
Siamo stati battuti,ma non siamo noi piccolo 38% di "centrosinistra" ad aver perso, ma tutta l'Italia.
Ci siamo resi ridicoli permettendo all'uomo più potente del paese di presentarsi a delle elezioni che potevano solo andare male : da un parte un certo conflitto d'interessi,dall'altra un buon,ma pur sempre "piccolo" Francesco Rutelli che con la sua parlantina Romana e il suo giustificato ma continuo attaccare Berlusconi non poteva far più di quel che ha fatto.
Berlusconi forte dell'appoggio di Fini e Bossi ha fatto un sol boccone di D'Alema e compagni (compagni di nome ma non di fatto...),vincendo al proporzionale e stravincendo al maggioritario.
Quando il partito dell'uomo più potente del paese implicato con la mafia e in altre storie di "denaro sporco" prende il 30% dei voti c'è da farsi qualche domanda...
Una cosa è innegabile : il centrosinistra ha toppato e fallito in modo quasi clamoroso. Due le ipotesi da formulare : se da una parte la non alleanza con Rifondazione Comunista ha avuto le sue ripercussioni (tra l'altro complimenti a Bertinotti : il vero terzo polo Italiano contro tutto e tutti ) in termini di voti; forse il più grande sbaglio è stato quella di una non campagna : i giustificati attacchi a Berlusconi al termine sono stati forse troppi creando terreno favorevole per pietismo e scontato vittimismo della destra.
La contropubblicità cui è stato vittima il cavaliere lo ha favorito in modo straordinario.
Adesso capiamo il suo costante rifiuto di parlare di Rutelli : sulle pagine dei nostri quotidiani ogni giorno vi erano decine di titoli dedicati a Berlusconi e pochi invece per il leader dell'Ulivo : la contropublicità è in ogni caso pubblicità e questo le lungimiranti menti del centrosinistra forse non l'hanno ancora capito.
Sarà quindi presumibilmente Super-Silvio a guidare le sorti del nostro paese,quale sarà la prima mossa,le leggi che gli permetteranno di intascarsi migliaia di miliardi alla faccia di noi poveri contribuenti (questa volta di nome e di fatto..) o quella per l'esecuzione a morte di tutti gli esponenti comunisti ("l'anticomunismo è un dovere" docet...)
ai posteri l'ardua sentenza.
Questi non sono altro che oramai inutili ed effimeri pensieri che lasciano il tempo che trovano, sperando un giorno in una vera democrazia comunista dove non esiste il ricco il povero, l'abbiente e il non abbiente, il Berlusconi e chi lo vota, ma solo una grande istituzione che sembra oramai dimenticata dalla maggior parte della nostra nazione : LA GIUSTIZIA. E questo scopo lo perseguiremo,come diceva qualcuno sicuramente migliore di me, fino a sempre.
Maggio 2001
Ti ringrazio per l'articolo l'ho letto con piacere.
Hai ragione quando dici che quello dell' Ulivo non era il miglior
centro sinistra possibile, ma PRC ha sbagliato.....e sbaglia ancora di
più a vantarsi spudoratamente in tv del suo 5%!! Cosa pensa di
fare con 3 senatori? PRC non ha rubato voti a sinistra, ha rubato voti
all'Ulivo e alla causa ,
non si è proposta come sinistra alternativa, capace di mettere
in
discussione la sinistra dei DS. Ha rubato voti alla causa di un'Italia
progressista,
di sinistra,magari moderata ma di sinistra. I teoremi di PRC sarebbero
giusti
se PRC crescesse, si candidasse a partito forte e di massa,
come era una volta il Pci. Non è così
è un piccolo partito! E allora quel 5% non serve.....serve solo
a Berlusconi a governare probabilmente per 5 anni, 5 lunghi anni..
Io credo nel "modello di Roma", il modello che ha
presentato la candidatura di Walter Veltroni a sindaco. Credo che DS,
PRC, CI, SDI, e
altre formazioni socialiste, debbano incontrarsi , parlarsi e dare vita
ad
un progetto "plurale" e poi allearsi con il centro democratico
dell'Ulivo. E che debbano fare questo "da sinistra", cioè
smettendola, i DS, di
inseguire il centro.
Un grande sinistra, competitiva che si allea con una
fetta
di moderati, la grande vittoria del 96 era questo, questo è il
futuro!
E quella straegia portava PRC ad avere 9% voti. Insomma
i
DS tornino a fare i progressisti ma PRC si renda conto che un 5%
da
solo......è solo una piccola goccia in un mare azzurro, azzuro
Berlusconi.
Stefano.solegemello
RIMANIAMO VIGILI. ATTENTI,
PARTECIPATIVI...........NON FACCIAMO DIVORARE E MASTICARE DALLA BALENA
AZZURRA, NON FACCIAMOCI COMPRARE, NON SALIAMO SUL CARRO DEL VINCITORE,
NON GIOIAMO PER UN MISERO 5% TROVIAMO L'UNITA' FACCIAMO SVENTOLARE LE
NOSTRE BANDIERE QUANDO CE NE SARA' BISOGNO, E CE NE SARA' SIATENE
CERTI!!!!
SONO GIORNI DI TRISTEZZA E DI DOLORE....MA VERRANNO
ANCHE I GIORNI DELLA LOTTA E DELLA DIFESA DELLA LIBERTA'.
POSSO SEMBRARE RETORICO MA PURTROPPO LA LIBERTA' DI
ESPRESSIONE, LA COMUNICAZIONE AVRA' PRESTO UN SOLO PADRONE.... NELLE TV
PUBBLICHE E IN QUELLE PRIVATE....!
PARTECIPIAMO PARTECIPIAMO!
"A SAN GIOVANNI STANOTTE...LA PIAZZA E' VUOTA...MA
QUANTA GENTE CHE C'E' SOTTO LA GRANDE BANDIERA.....IL MONDO
CAMBIA......"
(Dolce Enrico,A.V.)
con tutto il cuore
Stefano.solegemello
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