I FIUMI
da L'ALLEGRIA - IL PORTO SEPOLTO
Mi tengo a quest'albero mutilato
abbandonato in questa dolina
che ha il languore
di un circo
prima o dopo lo spettacolo
e guardo
il passaggio quieto
delle nuvole sulla luna
Stamani mi sono disteso
in un'urna d'acqua
e come una reliquia
ho riposato
L'Isonzo scorrendo
Una tra le
più belle e intense poesie di Ungaretti. In essa traspare la condizione
umana dell’uomo semplice che lotta contro il suo destino spesso avverso.
E i versi finali, caro Stefano(l'autore di questo sito, ndr), sono di
una poesia che raggiunge dei vertici di rara altezza. Rileggila
più volte, e un giorno queste parole ti nasceranno spontanee
Giuseppe Pugliese
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mi levigava
come un suo sasso
Ho tirato su
le mie quattr'ossa
e me ne sono andato
come un acrobata
sull'acqua
Mi sono accoccolato
vicino ai miei panni
sudici di guerra
e come un beduino
mi sono chinato a ricevere
il sole
Questo è l'Isonzo
Il poeta nacque ad Alessandria
d'Egitto nel 1888 da genitori italiani. Il padre morì quando Ungaretti
aveva appena due anni. Nel 1912 si trasferì a Parigi dove studio
all'università Sorbona senza però laurearsi. Nella città
conobbe i maggiori esponenti delle avanguardie: Apollinare, Picasso, Soffici,
Papini, Palazzeschi e Marinetti. Allo scoppio della prima guerra mondiale,
rientrò in Italia e si arruolò volontario combattendo sul Carso.
Successivamente ritornò a Parigi dove visse dal 1918 fino al 1921,
lavorando presso l'ambasciata e scrivendo corrispondenze per il Popolo d'Italia.
Dopo l'esperienza parigina si trasferì' a Roma e lavorò per
il Ministero del Tesoro. Nel 1936 fu chiamata ad insegnare all'Università
di San Paolo in Brasile e qui visse fino al 1942. Nel 1939 fu colpito da un
grave lutto, la morte del figlioletto Antonietto. Al suo rientro in Italia
fu eletto Ambasciatore d'Italia e ottenne la cattedra di Storia della letteratura
italiana contemporanea dell'università di Roma. Morì a Milano
nel 1970.
OPERE
Poesia :
- Il porto sepolto (1916);
- Allegria di Naufragi (1919);
- Sentimento del tempo (1933);
- Il dolore (1947);
- La Terra promessa (1950);
- Un grido e paesaggi (1952);
- Il taccuino del vecchio (1960);
- Dialogo d'amore (1958);
Prosa :
- Il povero nella città (1949);
- Il deserto e dopo (1961);
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e qui meglio
mi sono riconosciuto
una docile fibra
dell'universo
Il mio supplizio
è quando
non mi credo
in armonia
Ma quelle occulte
mani
che m'intridono
mi regalano
la rara
felicità
Ho ripassato
le epoche
della mia vita
Questi sono
i miei fiumi
Questo è il Serchio
al quale hanno attinto
duemil'anni forse
di gente mia campagnola
e mio padre e mia madre
Questo è il Nilo
che mi ha visto
nascere e crescere
e ardere dell'inconsapevolezza
nelle estese pianure
Questa è la Senna
e in quel torbido
mi sono rimescolato
e mi sono conosciuto
Questi sono i miei fiumi
contati nell'Isonzo
Questa è la mia nostalgia
che in ognuno
mi traspare
ora ch'è notte
che la mia vita mi pare
una corolla
di tenebre.
Cotici, il 16 agosto 1916
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