“Lilly Sweet” La Crociera 2003

© Spray 2003

 

Nel corso di questi quattro anni pian piano credo di aver imparato molto, apprezzando contemporaneamente sempre di più le doti di questa piccola grande barca fino al punto di convincermi che fosse possibile, anche per una barca di soli 21 piedi, affrontare navigazioni ben più impegnative delle solite uscite sottocosta del fine settimana.

Ricordo di aver letto tempo addietro di una A21 che ha navigato fino a Gibilterra e di aver sentito raccontare di un’altra che da La Spezia è arrivata fino in Tunisia.

Navigazioni ormai normali per il crocerista medio con una barca di 30-40 piedi ma un po’ meno per una piccola barchetta di soli 6,46 mt.

La voglia di dimostrare a me stesso prima ancora che agli altri che si può far vela anche con poca spesa a patto di trovare la barca giusta e a patto di essere disposti a qualche sacrificio in termini di comodità, era diventata irrefrenabile.

E’ così che al momento di alare in secco la barca, ad ottobre dello scorso anno, ho cominciato a pensare al progetto di una vera crociera per l’estate 2003.

L’idea un po’ vaga all’inizio e diventata via via un tarlo continuo e, alla fine, la decisione.

Così una sera ho comunicato la mia idea alla famiglia:

-“l’anno prossimo porteremo la Lilly a farsi un bagnetto in qualche caletta dell’arcipelago della Maddalena”.

Considerato che una barca di 21 piedi come la A21, essendo un natante, non può navigare oltre le 12 miglia dalla costa, volendo rimanere nelle regole, una crociera dalla costa della Toscana al nord Sardegna è il massimo delle possibilità che la normativa le consente.

Se poi si considera bene forse per una barca di 21 piedi è comunque già quasi troppo. Di questo tono sono stati i primi commenti di amici e conoscenti a cui ho parlato dell’idea.

Ma la decisione era ormai irrevocabile e quindi ignorando i commenti ho iniziato a pianificare il viaggio come se si trattasse di una traversata oceanica a partire da …….l’equipaggio.

 

Cinzia, mia moglie, con quella sorta di “assennatezza” che a volte è tipica delle donne in certe situazioni ha subito chiarito di preferire il traghetto per raggiungere La Maddalena dove avrebbe atteso l’arrivo della “Lilly” organizzando i festeggiamenti (se mai ci fossi riuscito), naturalmente per tale attività non avrebbe potuto fare a meno della collaborazione dei figli Alessandro e Andrea, di conseguenza avrei dovuto trovarmi un nuovo equipaggio.

Ma come spesso accade (per la verità quasi mai) la fortuna aiuta gli audaci e in questo caso la fortuna si chiama “Alberto” amico e collega di lavoro con la passione della vela con il quale ho fatto qualche uscita invernale con un 40 piedi.

Parlando ad Alberto della mia idea e della non proprio entusiastica accoglienza ricevuta in famiglia, la risposta fu:

-“ Che problema c’è? Vengo io, fammi sapere quando vuoi partire…..”

Bene la cosa era ormai decisa e la partenza era fissata per il primo weekend di Luglio.

Le ultime settimane di Maggio sono dedicate a qualche “ritocco” alle dotazioni della “Lilly”  a partire da un ST1000 nuovo fiammante, la sostituzione dell’antenna del VHF (con relativa salita in testa d’albero) che aveva improvvisamente deciso di smettere di funzionare, il “nuovo” autogonfiabile per le 12 mg, l’installazione di una seconda batteria, il tendalino nuovo.

 

All’ultimo minuto Alessandro, figlio quindicenne e buon timoniere, ci ripensa e decide di far parte dell’equipaggio che quindi alla fine è composto da tre elementi.

L’ultima settimana prima della partenza passa nella consultazione frenetica di tutti i siti meteo disponibili via internet che purtroppo, dopo un mese e mezzo di tempo stabile e di clima africano, sono concordi nell’indicare per venerdì 4 Luglio il passaggio sul mar Ligure di una perturbazione preceduta da vento moderato da SW (…..che sia la versione velica dell’ormai famosa nuvola di Fantozzi ?).

Il programma della traversata prevedeva appunto la partenza nella serata di Venerdì 4 Luglio da Marina di Pisa  con rotta  211° in direzione di Bastia, prima tappa, distante 70 Mg dove contavamo di arrivare in 15/16 ore di navigazione dopo aver doppiato Gorgona e Capraia.

Già da giovedì le condizioni meteo sono peggiorate soffia un Libeccio forza 6/7.

Rapido giro di telefonate con Alberto che abita a Prato e si decide di rinviare la partenza a Sabato o Domenica se il tempo migliora.

Venerdì la pressione è in aumento il vento cala un po’ ma rimane ancora da SW, le previsioni indicano una rotazione del vento a N forza 4 nelle prossime 24ore.

 

Sabato 5 Luglio - è una bella mattina limpida, l’umidità dei giorni precedenti sembra scomparsa di colpo e il vento in calo come previsto è girato a N.

Di buon ora percorro gli 8 Km che separano la mia abitazione dal mare per verificare meglio le condizioni, c’è un po di onda lunga di scaduta ma il cielo è pulito e limpido con  visibilità perfetta che permette di scorgere nitidamente sull’orizzonte il profilo di Gorgona distante 22 Mg.

Prendo il cellulare e chiamo Alberto:

“Alberto, il vento è calato e non c’è mare, si parte a mezzogiorno ok?”

Carichiamo rapidamente le ultime cose, il frigo portatile, e alle 13 molliamo gli ormeggi sotto lo sguardo un po’ preoccupato di Lucia, la moglie di Alberto, che vedendo la “Lilly” lasciare il pontile ci dice:

“Sai che proprio piccola”.

Appena fuori il mare è buono anche se c’è un po’ di onda lunga da W che però non disturba.

Vento da NNW 12 nodi, issiamo randa e genoa intermedio e spengiamo il motore, navigando al traverso, facciamo quasi 5 nodi. Appena passata la secca della Meloria il mare si spiana definitivamente e il vento si stabilizza con un bel maestralino intorno ai 13 – 14 nodi da NW che ci fa navigare costantemente sopra i 5 nodi. In poco più di quattro ore siamo al traverso di Gorgona e la visibilità che rimane ottima ci permette di scorgere gia il profilo della Corsica sull’orizzonte.

Decidiamo di fare sosta per la notte a Capraia dove arriviamo intorno alle 22 dopo poco meno di dieci ore di navigazione quasi tutte sotto vela, solo per le ultime miglia dopo il tramonto abbiamo dovuto dare un po di motore in quanto il bel maestrale che ci aveva accompagnato per tutta la giornata ha mollato.

Diamo fondo all’ancora nella rada davanti all’ingresso del porticciolo di Capraia non senza qualche difficoltà perché è sabato sera e sono rimasti solo “posti in piedi” e allontanandosi anche solo pochi metri il fondale sprofonda rapidamente.

La notte non è delle più tranquille perché arrivano a tratti delle raffiche da W che incanalandosi nella gola alle spalle del porto spazzano la rada facendo temere per la tenuta dell’ancora ma al mattino poi è tutto tranquillo.

 

Domenica 6 Luglio- secondo giorno di navigazione salpiamo l’ancora poco dopo le 7 in direzione della Corsica il tempo si è ormai completamente ristabilito e il caldo si fa subito sentire mentre spira una brezzetta leggera 7-8 nodi da ENE e il mare è una tavola.

Issiamo le vele ma manteniamo anche il motore per cercare di tenere una buona media visto che la prossima tappa prevista è Taverna di Campoloro distante circa  45 miglia. Verso mezzogiorno il vento sempre da Est sale intorno a 9 –10 nodi appena sufficiente per far riposare il povero Farymann 6HP che nonostante i sui 27 anni fa comunque il suo dovere.

Navigazione monotona e caldo insopportabile, Alberto che non resiste si tuffa un paio di volte facendosi rimorchiare attaccato alla scaletta. Verso le 16 il vento è calato e ci obbliga a far di nuovo motore ma ormai mancano poche miglia e alle 18 siamo ormeggiati al pontile nel porto di Taverna.

Questo tratto della costa orientale della Corsica  non è un gran che, il porto di Taverna è l’unico approdo tra Bastia e Solenzara. In ogni caso il porto non è male e offre tutti i servizi necessari e anche un localino per la serata con un costo che tutto sommato è da considerarsi economico se paragonato con i “furti” perpetrati in alcuni approdi nostrani.

Per una notte con acqua e energia elettrica abbiamo speso 14€ contro i 26€ che pagheremo a Maddalena per una sistemazione decisamente peggiore.

 

Lunedì 7 Luglio - terzo giorno ci attende un’altra giornata di navigazione non entusiasmante lungo la costa orientale della Corsica, lasciamo Taverna intorno alle 8 dirigendo a sud e gudagnamo qualche miglio verso il largo sia per cercare un po’ d’aria sia per passare fuori dalla zona dove la carta nautica indica il divieto di transito sottocosta per circa 9 miglia a nord di Aleria a causa della presenza di un poligono di tiro dell’aeronautica militare francese.

Per la verità ci rendiamo conto di essere gli unici a rispettare il divieto in quanto vediamo barche a vela e a motore che scorrazzano tranquillamente sottocosta anche in questo tratto. 

Vento leggero da ESE  navighiamo con l’aiuto del motore. Intorno alle 11 siamo al traverso di Aleria dove la costa piega a SW il vento sale intorno ai 10 nodi da SE e ci permette di fermare il motore, navighiamo di bolina larga per 210°.

Poco dopo le 14 siamo al traverso del porto di Solenzara il vento che è girato ancora un po’ più a S ci costringe a fare un bordo verso E per poter poi puntare di bolina sul faro di  Punta della Chiappa che chiude a sud il golfo di Porto Veccho. Dopo Solenzara la costa corsa cambia aspetto e cominciano ad alternarsi tratti di scogliera e piccole insenature con graziose spiaggette. Alle 17 doppiamo il golfo di Pinarello, e successivamente punta Capicciola dopo la quale si apre il bel golfo di S.Cipriano con l’omonima isoletta che chiude l’insenatura sul lato nord. Doppiata punta San Cipriano siamo davanti al golfo di Porto Vecchio, nel frattempo il vento che adesso è da Sud pieno è salito a 15 –16 nodi e navighiamo di bolina a quasi 6 nodi infilando il canale tra la Palombaggia e le isole Cerbicali a sud di punta della Chiappa. Proseguendo a sud il vento rinfresca ulteriormente ruotando ancora di qualche grado verso W. Davanti al golfo di Santa Giulia il vento è salito a 20 nodi e l’abbiamo dritto sul naso. Ammainiamo il genoa e procediamo a motore arrancando un po’ col vento dritto di prua per percorrere le ultime 3-4 miglia che ci separano dalla splendida baia di Rondinara dove abbiamo deciso di passare la notte e dove arriviamo intorno alle 21 dando fondo all’ancora in 5 metri di acqua limpidissima su un fondo di sabbia bianca e dove sono ancorate non meno di una quarantina di imbarcazioni. Un’occhiata al log, mentre cuoce la pasta, per vedere che oggi abbiamo percorso 58 miglia in circa 13 ore di navigazione che portano a 145 il totale delle miglia percorse in questi tre giorni.

 

Martedì 8 Luglio – Ormai siamo quasi arrivati quindi possiamo prendercela un po’ più comoda. L’alba nella baia di Rondinara è uno spettacolo unico, esco in pozzetto per fare qualche foto. Alessandro e Alberto dormono ancora. Prima di colazione è d’obbligo un tuffo, Alessandro e Alberto nuotano fino a terra e tornano con baguette e croissant acquistati al market del campeggio vicino alla spiaggia. Ricca colazione dopo di che salpiamo l’ancora verso le “bocche”.

Il bollettino annuncia tempo buono con vento da SW forza 3 ma appena fuori da punta Rondinara le “bocche” si fanno subito sentire. Secondo Alberto è solo un po’ di termica visto che tra sollazzi vari sono ormai le 11.

L’anemometro segna 20 nodi di reale da SW quindi con un po’ di prudenza issiamo il fiocco piccolo e prendiamo 2 mani alla randa. La scelta di ridurre subito la velatura si rivela quanto mai azzeccata perché dopo punta Capicciolo siamo già a 22 nodi  e al traverso dell’isola di Cavallo i nodi sono 28.

Probabilmente ha ragione Alberto è solo un po’ di termica (!!) perché il mare non è troppo duro anche se cominciamo ad imbarcare qualche spruzzo. Filiamo via di bolina larga a più di 6 nodi e la “Lilly” si comporta egregiamente , Alberto è al timone e Alessandro alla scotta pronto a scaricare un po’ la randa quando serve ridurre lo sbandamento. Poco prima delle 13 doppiamo l’isola di Lavezzi. Siamo nelle “bocche” con 30 nodi al traverso. C’ è un po’ più di mare ma è ancora maneggevole, Alberto asseconda bene il passaggio sulle onde un po’ più grosse e solo ogni tanto prendiamo qualche lavata. Nonostante la velatura ridotta navighiamo costantemente sopra i 6 nodi che è il massimo che la “Lilly” può fare e lo sbandamento è abbastanza contenuto anche se il timone richiede un po’ di attenzione.

Alberto mi cede il timone così che possa anch’io poter dire di aver fatto le “bocche” con 30 nodi.

Cerchiamo di guadagnare qualche grado verso W in modo da mantenerci larghi rispetto alla punta nord di Razzoli dove sorge l’omonimo faro per poter dopo poggiare un po’ ed entrare nel canale tra l’isola di Budelli e l’isola di Spargi  in direzione di La Maddalena.

Dopo circa un’ora di navigazione siamo al traverso di Razzoli ed iniziamo a poggiare di qualche grado. Anche il vento sembra aver cambiato leggermente direzione guadagnando qualcosa verso Nord tanto che adesso navighiamo con il vento appena oltre il traverso.

L’andatura è un po’ meno impegnativa anche se la “Lilly” ogni tanto parte in planata sul fianco discendente dell’onda e Alberto cerca di assecondarla col timone tanto che il LOG arriva a segnare 8,3 nodi di velocità max durante le planate mentre l’anemometro ha registrato nelle “bocche” la punta massima di vento di 32 nodi.

Alle 14:30 doppiamo punta Bonifazzinca a Nord di Spargi e la cavalcata si conclude. Squilla il cellulare sono Cinzia e Lucia che con il resto delle rispettive famiglie sono di vedetta sulla spiaggia di Bassa Trinita a Maddalena e ci hanno appena individuato. Fissiamo di vederci al molo di Cala Francese non prima però di aver fatto una sosta a cala Corsara di Spargi per un bagnetto ed un panino, ce lo siamo meritati!.

A sera, dopo aver percorso circa 170 miglia in quattro giorni, la Lilly è ormeggiata al pontile galleggiante di punta Tegge a La Maddalena che sarà la nostra base per i prossimi 20 giorni.

Alberto e Lucia con i figli si fermeranno con noi a Maddalena fino a domenica mentre noi rimarremo fino a fine mese. 

Nei giorni a seguire percorreremo circa 140 miglia scorrazzando con la Lilly tra le isole di quel paradiso del velista che è dell’arcipelago Maddalenino che qualcuno ha definito, a mio avviso senza esagerare, come la “Polinesia del Mediterraneo” e di cui si potrebbe parlare per giorni senza riuscire a dare che una pallida idea delle sue bellezze.

Anche Cinzia convinta ormai delle grandi doti di navigatrice della “Lilly” e di quelle del suo skipper promosso sul campo “comandante” decide di far parte dell’equpaggio per il ritorno.

Il viaggio di ritorno si conclude il 30 Luglio con l’arrivo a Marina di Pisa dopo 26 giorni dalla partenza e 480 miglia percorse con una (grande) piccola barca di 6,46 mt.

 

Grazie Lilly.