STELLA DEL CANE IL MISTERO DI SIRIO

Il Mistero di Sirio, libro scritto da Robert Temple, si rivelņ quasi un "giallo" di carattere storico di grande interesse, perché prendeva le mosse da una tribł africana, i dogon, usi a celebrare la cosiddetta cerimonia del Sigui, i cui sacerdoti, muniti di maschere, eseguivano una complessa danza rituale. Si trattava di una cerimonia del rinnovamento, basata sul moto apparente di Sirio, la stella pił brillante dei celi, nota ai pił come la "stella del cane" e disposta nella costellazione del Cane Maggiore, poco sotto Orione. Il saggio di Temple esplorava anche taluni aspetti derll'astronomia nell'antico Egitto.

L'indagine dell'autore si basava su un articolo scritto negli anni 50 da due antropologi francesi, Griaule e Dieterlen. Nelle loro ricerche i due studiosi avevano scoperto che i dogon possedevano insospettate cognizioni riguardo a Sirio e alla sua compagna invisibile, la "nana bianca" Sirio B. Robert Temple, americano trapiantato in Inghilterra, membro della Royal Astronomical Society, laureato in lingue orientali e sanscrito, venne a conoscenza dell'articolo nei primi anni '60. C'era di che stupirsi: i dogon sapevano dell'esistenza di Sirio B, a malapena visibile con l'ausilio di un potente telescopio. Di fatto, l'astronomo Irving lindenblad riuscģ a fotografarla per la prima volta nel 1970 solo con grandi difficoltą.

Anche adesso, la maggior parte delle persone ignora l'esistenza , non solo di Sirio B, ma anche di Sirio A: come potevano i dogon, avere informazioni precise sulla stella invisibile negli anni '50? Un altro mistero risiedeva in certi dati astronomici conservati fisicamente nella forma delle loro maschere di culto, alcune vecchie di secoli e ammassate nelle caverne. L'osservazione dei dogon per quel minuscolo astro era perlomeno strana: da dove aveva origine la loro conoscenza?

Temple concluse che, evidentemente, non proveniva dai moderni astronomi, ma da fonti ancestrali e, probabilmente, era giunta fino alla tribł prima che emigrasse nell'attuale dimora, il Mali, nell'Africa sub-sahariana. Gli antichi egizi consideravano Sirio la stella pił importante del cielo e l'identificavano con la loro dea piłm amata, Iside. Per questa via obbliqua, l'articolo degli antropologi francesi condusse inevitabilmente lo studioso, attraverso un'oscura tribł africana, all'antico Egitto.

Quali altre cognizioni sulle stelle potevano avere gli antichi egizi, se erano stati loro a trasmettere alla tribł africana le nozioni su Sirio B?

Brano tratto dal libro "IL MISTERO DI ORIONE"
di Robert Bauval e Adrian Gilbert