Luca Signorelli  
Pittore italiano (Cortona - Arezzo, 1450 circa - 1523).
Allievo, secondo le fonti, di Piero della Francesca, rileva l'influsso del maestro nelle sue prime opere: il frammento di affresco, raffigurante San Paolo, dipinto nel 1474 per la torre Comunale di Città di Castello (ora nella Pinacoteca civica), la Madonna col Bambino del Museum of Fine Arts di Boston e quella dell'Ashmolean Museum di Oxford.
Il successivo percorso dell'artista é tuttavia chiaramente orientato verso l'ambiente fiorentino, con una spiccata preferenza per il dinamismo lineare del Pollaiolo.
Nel 1482 partecipò alla decorazione delle pareti della Cappella Sistina (Testamento e morte di Mosè in collaborazione con Bartolomeo della Gatta) . Con la Pala Vagnucci per il duomo di Perugia (ora nel Museo dell'opera del duomo), dipinto intorno al 1484, l'artista mostra di aver fatto proprie le proposte più recenti offerte dall'ambiente fiorentino, come le ricerche di Leonardo e il gusto fiammingo diffuso in Toscana soprattutto dopo l'arrivo del trittico portinari di Hugo Van der Goes.
I suoi rapporti con firenze si fecero del resto in quegli anni più stretti: l'Educazione di Pan (già a Berlino, Staatliche Museen, andata distrutta nel 1945) fu eseguita per Lorenzo il Magnifico; la Sagra Famiglia (Roma, Galleria Pallavicini) e molte Madonne rilevano il suo adeguarsi alla moda fiorentina del tondo.
la sua attività si intensificò nel corso dell'ultimo decennio del secolo: nel 1491 dipinse per la chiesa di S. Agostino e per il duomo di Volterra una Madonna con Bambino e santi e l'Annunciazione (ambedue nella Pinacoteca di Volterra), seguirono l'Adorazione dei Magi (1493-1494; Parigi Louvre), il gonfalone di Urbino (1494; Palazzo Ducale), la Natività (Londra, National Gallery) e alcuni ritratti, come quello di Niccolò Vitelli (Birmingham, barber Institute of Fine Arts) e il ritratto di giurista (Berlino, Staatliche Museen).
sullo scorcio del secolo si collocano le sue realizzazioni più famose; nel 1497-1498, dipinse a fresco le dieci storie di San Benedetto nel chiostro grande di Monte Oliveto maggiore e nell'aprile 1499 iniziò la decorazione, già intrapresa e subito interrotta nel 1447 dal Beato Angelico e da Benozzo Gozzoli, delle vele nelle volte della cappella di San Brizio nel duomo di Orvieto, ricevendo ben presto anche l'incarico di affrescare sulle pareti le Storie dell'Anticristo, il Giudizio universale, la Resurrezzione della carne, i Dannati, Chiamata al cielo degli eletti, Gli angeli guidano i beati in Paradiso, Gli angeli cacciano i reprobi nell'Inferno e, nel basamento, figure di uomini illustri ed episodi della Divina Commedia e da poemi antichi.
il ciclo, portato atermine quasi certamente nel 1502, presenta motivi di grande interesse anche dal punto di vista iconografico; in particolare le Storie dell'Anticristo ispirate ai vangeli apocrifi, alle Rivelazioni di Santa Brigida(pubblicate nel 1492 a lubecca) e alla Leggenda aurea di Jacopo da Varagine, sono state poste in rapporto con la predicazione del Savonarola.
All'ecuzione del ciclo, considerato il capolavoro del maestro parteciparono in larga misura aiuti ed allievi, come del resto avvenne in numerose opere tarde, tra le quali vanno ricordate la pala di Arcevia (1508, Milano, Brera), la Comunione degli Apostoli e la Concezione (del 1512 la prima, del 1519 la seconda; Cortona, Museo diocesano).