Pierre
Fauchard pubblica "Le chirurgien dentiste"
definibile come il primo trattato scientifico su tale materia. I suoi studi
microscopici dimostrarono come inesistente quell'agente patogeno fino ad allora
chiamato il "verme nei denti" e molte procedure tecnico
operative per la conservativa e la protesi. In pedodonzia affermava falsa la
convinzione popolare che i denti di latte non avessero radici:"Le
radici dei denti da latte subiscono graduale usura quando i denti permanenti
sono sul punto di erompere comunque se uno o più denti da latte vengono
estratti prima del periodo in cui cadrebbero naturalmente le loro radici sono
lunghe e altrettanto forti quanto quelle dei denti permanenti".Inoltre
riteneva che non dovessero essere estratti i denti di latte se non in casi di
assoluta necessità ed avvertiva: gli alveoli dei mascellari infantili sono
deboli mentre le radici dei denti decidui sono a volte più stabili e solide di
quanto si creda, per cui estraendo un dente da latte si rischia di danneggiare
l'alveolo e addirittura di strappare una parte insieme al dente, per non parlare
del pericolo di danneggiare o distruggere il germe del permanente che sta al di
sotto, inoltre ci sono a volte denti decidui che non cadono e non vengono
rinnovati. Si deve quindi fare a meno di togliere i denti dei bambini il più a
lungo possibile, a meno che non siano mobili. Fauchard fu anche un
ortodontista, anzi forse il primo di cui ci siano pervenute notizie certe anche
se egli stesso racconta di aver appreso alcune tecniche ortodontiche da altri.
Due furono le modalità operative: una rapida detta "dei fili"
ed una ultrarapida che descriveva orgogliosamente così: "Molti anni fa
la moglie di G.Gossot revisore dei conti, mi mandò chiamare per esaminare i
denti di sua figlia allora dodicenne. Trovai che l' incisivo laterale del lato
sinistro del mascellare superiore si inclinava verso il palato, in modo da
costituire una vera e propria deformità. Interrogato dalla madre sulla
possibilità di rimediare a ciò, io risposi che poteva essere fatto in 8-10
giorni, con il metodo dei fili, se la ragazzina mi veniva inviata ogni giorno. Poiché
la giovane veniva istruita da vari signori che visitavano la sua casa
quotidianamente, la mia risposta non fu accettata per non distrarla dai suoi
studi. Ciò mi indusse a dire alla madre che se lei voleva avrei rimesso il
dente in posizione naturale in pochi minuti. Sorpresa dal breve tempo richiesto
ella acconsentì.
Usando una lima cominciai a separare il dente da quelli vicini che lo
comprimevano, diminuendo leggermente lo spazio che avrebbe dovuto occupare. Ciò
fatto lussai il dente con il pellicano (strumento da lui inventato n.d.r.)
mettendolo in posizione naturale con grande stupore della madre e delle altre
persone presenti. Appena ebbi ridotto il dente alla posizione normale, lo fissai
a quelli in fianco con un filo comune, che lasciai otto giorni; durante quel
periodo feci risciacquare la bocca alla ragazzina 4 o 5 volte al giorno con un collutorio
astringente. Quando il dente avesse riacquistato solidità, non si sarebbe mai
sospettato che era stato fuori della posizione naturale".
Tratta da vjco.it/one/storia.htm