Franco Caraffa
sociologo della
comunicazione
psicologo del disegno
“ .....
e finalmente ho imparato a guardare
il cielo” - franco angeli editore
sociolettura
Doppia è la
partenza che suggerisce Virgilio per un’adeguata lettura delle sue opere: una è
originata dal morbido tratto grafico e l’altra dalla scelta dei colori che
spesso può sembrare dissonante dalla ricerca di affettività che abbonda nella
sua espressione artistica.
Due partenze che,
alla fine, si fondono in un unico armonioso linguaggio che non solo
incuriosisce, ma che può anche giungere ad incantare.
Sono opere
ingegnosamente artistiche che ricercano, soprattutto, una continua ed armoniosa
visione del mondo in un movimento continuo, fascinoso, quasi ipnotico ed
affabulatore.
La mano di Virgilio
tende ad esprimere la vitalità complessa di un’artista-persona che è
naturalmente portata a vedere il mondo così come realmente è: infinitamente
composito.
Un mondo della cui
materialità, praticità, venalità, è osservatore spesso distaccato, pur essendone
affascinato; un mondo che l’artista guarda con occhi disincantati e quasi mai
condizionati dall’educazione e dai condizionamenti ricevuti.
I lavori di
Virgilio sono opere che esprimono tutta la sua femminilità mai saziata, sempre
in attesa di essere nuovamente vissuta appieno, ancora alla ricerca della
propria centralità, da situarsi chiaramente in un proprio ben delimitato
spazio, del quale è la indiscussa dominante.
È una visione del
mondo non fatto di cose, di spazi, di riposi, d’ozi o di pesante lavoro, ma un
mondo composto di persone, di pensieri spesso onirici; un intreccio di
relazioni, di scambi, di contatti umani che s’incrociano in un turbinio
indistinto e mai uguale, e non completamente soddisfacente.
Virgilio offre
all’osservatore espressioni da scoprire poco per volta, opere che mutano
secondo lo stato d’animo con il quale si gustano, dona stimoli mai
completamente assimilati e sempre pronti ad indicare nuove scoperte.
Sono espressioni
artistiche che piaceranno sicuramente a persone che non hanno permesso alla
materialità imperante di sopire completamente l’intrepido folletto che
naturalmente alberga nell’animo di ognuno, persone alla continua ricerca di
nuove esperienze, d’emozioni sempre prime che non sopportano la monotonia
dell’essere già giunti.
Piaceranno alle
persone che anelano, soffrono, vivono, godono, cercano ed al contempo
rifuggono, che rifiutano e si nutrono di un contatto umano, sempre ed invano
sperato caldo ed avvolgente, perché troveranno nell’operosa arte di Virgilio di
che alimentare la loro ansia di vivere.
Milano, gennaio
2001
comunicato stampa
Ora Virgilio è una
pittrice richiesta ed apprezzata, ma lunga è stata l’incubazione della sua arte
che, per fortuna, è ancora in continua evoluzione.
Una vita a contatto
continuo con le persone più vere, più vive, con le persone delle notti milanesi
che ha animato per anni con la sua calda, suadente ed incisiva voce.
Il suo modo
d’essere artistico, e forse anche un po’ scapestrato, potrebbe derivarle dalla
discendenza dal Tasso, da parte di mamma, e da una tribù di zingari da parte di
padre.
Questo può spiegare
perché per lei non è sufficiente l’espressione canora per soddisfare il suo
bisogno di dare ed allora il destino le fa incontrare prima Alberto Savioli,
artista restauratore di ferro battuto antico, che le dà le prime severe
critiche e la sprona a continuare a migliorarsi ed a passare dai disegni alle
tele ad olio.
Ancora per caso,
incontra lo scultore e pittore Gino Cosentino che la accoglie nel suo studio e
le svela tutti i segreti dei lavori a spatola.
Virgilio, donna di
volontà e costanza mascolina, continua a lavorare sia su di sé sia sulle tele
ed a confrontarsi con la vita.
Poi incontra Otmaro
Maestrini, il più grande editore di poesie in Italia, che colpito dal suo
temperamento artistico le agevola gli incontri con il grande pubblico.
Non saranno certo
gli unici incontri importanti quelli già fatti, perché Virgilio, con il suo
magnetismo attira le positività della vita e questa la ripaga dandole un
talento ed uno stile inconfondibile.