LE AVVENTURE DI DANTE: IL SOMMO POETA

 

 

INFERNO                         PURGATORIO                      PARADISO

 

INFERNO:

 

AMBIENTE: Dante smarrisce la retta via, si ritrova in una selva oscura che a descriverla incute paura; è talmente tremenda che parlarne è come affrontare la morte. Non si sa come entrò in questa selva, la sua mente era talmente offuscata, che perse la retta via. Dante si smarrisce nella selva del peccato, ne prova le conseguenze ed è prossimo alla morte temporale ed eterna. Quando giunge ai piedi della montagna, là, dove termina la valle che lo impaurì, guarda in alto e vede le spalle del monte gia rivestite dai raggi del sole che conduce ogni uomo per la sua strada. La paura che si impossessò di Dante, si placa ma lui passa la notte con l'angoscia nel cuore.

DANTE: come colui che con respiro affannato riesce ad uscire dal mare ed arriva sulla riva per poi rigirarsi a guardare l'acqua piena di pericoli, è così l'anima mia impaurita che vuole fuggire, io mi rigiro a guardare la selva, da cui nessun uomo è riuscito a tornar indietro.

AMBIENTE: Dante, dopo essersi riposato riprende la strada per il pendio solitario. All'inizio di questo colle gli viene incontro una lonza molto agile, ricoperta da un pelo maculato, Dante così, decide di tornare indietro. Nel frattempo sta sorgendo l'aurora e il sole si leva dalla costellazione dell'Ariete, quindi, ci troviamo nel mese di Aprile, la fiducia che Dante aveva perso la riacquista quando vede il creato, a un certo punto gli appare un leone. Sembra che gli vada incontro con la testa alta e l'aria paurosa, all’improvviso arriva anche una lupa, è talmente magra che sembra piena di tutti i suoi difetti: l'avarizia ha gia fatto vivere in miseria molta gente. Questa lupa impaurisce Dante che solamente a vederla perde ogni speranza di salire il monte.

DANTE: è come colui che fa delle compere, ma arriva il tempo in cui deve lasciare ogni sua ricchezza, solo il pensiero di lasciare tutto lo fa soffrire. Questa lupa, mi induce gli stessi sentimenti, queste tre fiere mi rimandano nella selva oscura.

AMBIENTE: mentre ritorna nella selva, gli appare una persona, il poeta Virgilio sembra che abbia perso la voce perché lui è restato molto tempo in silenzio.

DANTE: abbi pietà di me, ombra o uomo!

VIRGILIO: un uomo non sono più, ma lo sono stato. Nacqui sotto Giulio Cesare, vissi a Roma sotto il buono Augusto al tempo degli dei falsi e bugiardi. Fui poeta e cantai la storia di Enea figlio di Anchise che venne da Troia prima che la città fosse distrutta.

DANTE: perché mi parli di queste cose ormai passate che non portano altro che dolore? Perché non sali il monte che porta alla felicità eterna? Vedi questo animale che mi rimanda indietro, aiutami tu o poeta saggio, perché mi fa tremare vene e polsi.

VIRGILIO: se vuoi cercare di uscire da questo luogo brutto, è meglio tornare indietro e intraprendere un altro viaggio. Questa lupa non lascia passare nessuno e se qualcuno si ribella è capace anche di ucciderla, molti sono gli animali a cui la lupa si unisce, finché non arriverà il Veltro ad ucciderla, ci saranno molti animali come la lupa. Questi la farà morire con molto dolore servendosi dell'astuzia, della sapienza, dell’amore e della virtù ma non sarà certamente avido di ricchezza e la sua dimora sarà dovunque. Di questa povera Italia dunque, sarà la salvezza.

DANTE: poeta, io ti supplico per quel Dio che tu non conoscesti, affinché io possa fuggire da questo male e soprattutto dal peggiore di tutti i mali, conducimi in Paradiso affinché possa vedere la porta di San Pietro e vedere questi dannati che tu mi hai descritto.

AMBIENTE: Virgilio inizia a camminare e Dante lo segue. Si dirigono nella città piena di dolore, sulla sommità di una porta leggono: "Lasciate ogni speranza voi che entrate, qualsiasi tipo di speranza".

DANTE: Maestro, il loro significato mi è difficile da capire.

VIRGILIO: è necessario a questo punto che io ti dia una risposta perché tu non abbia nessuna preoccupazione. Noi siamo arrivati all'Inferno perché tu devi vedere i lamenti delle anime addolorate che hanno perduto il senso della ragione.

AMBIENTE: Virgilio prende la mano di Dante. In questo luogo si sentono dei lamenti, dei sospiri, dei pianti, delle grida, tutte queste cose risuonano per tutta l'aria tenebrosa. Dante comincia a lacrimare.

DANTE: maestro, che cosa è tutto questo che io odo e questa gente che è vinta dal dolore?

VIRGILIO: in questo misero luogo ci sono le anime delle persone che in vita non hanno fatto né del bene né del male e adesso sono costrette a scontare la pena che gli aspetta. Insieme agli ignavi ci sono gli angeli neutrali, coloro che non hanno saputo decidersi se andare con Lucifero o Dio.

DANTE: maestro, perché si lamentano così? Che pena devono scontare? Che peccato hanno commesso?

VIRGILIO: questi non hanno speranze, la loro vita è stata cieca e brutta, adesso sono invidiosi di ogni altra sorte. Il mondo non ha alcun desiderio di ricordarli, parlare di loro è una perdita di tempo. Guarda e andiamo oltre.

AMBIENTE: Dante si gira e vede un'insegna che corre dietro gli ignavi, è talmente veloce che non si può immaginarla ferma. Corre senza senso in mezzo a questi dannati. Al di qua dell'Acheronte ci sono dei dannati che corrono nudi rincorsi da mosconi e vespe che gli rigano il volto e il corpo di sangue mischiato alle lacrime, mentre ai piedi hanno dei fastidiosissimi vermi. Dante e Virgilio si avvicinano al centro dell'Inferno e vedono le anime dei veri dannati che si accalcano sulle rive dell'Acheronte, essa è la palude che circonda tutto l'Inferno. Incontro ai viaggiatori giunge una barca condotta da un vecchio tutto bianco.

CARONTE: guai a voi, anime peccatrici, non rivedrete mai il cielo, per voi non c'è salvezza! Io sono venuto qui per portarvi sull'altra sponda dove ci sono le tenebre eterne, le pene di fiamme o di ghiaccio. Tu chi sei anima viva ancora non dannata e ancora non separata dal corpo?

VIRGILIO: Caronte non ti preoccupare così vuole l'Onnipotente!

AMBIENTE: Caronte, il demonio con gli occhi pieni di fuoco raccoglie le anime a quelle che non si affrettano a salire sulla barca gli da una remata. Caronte le chiama una alla volta mentre esprimono la loro disperazione.

VIRGILIO: figliolo, quelli che muoiono senza credere in Dio vengono da ogni parte del mondo, sono pronti a passare l'Acheronte perché Dio vuole lasciarli nell'Inferno insieme agli altri uomini che si odiano tra loro.

AMBIENTE: dalla terra si alza un vento di la luce vermiglia che illumina tutto. Dante si impaurisce, perde i sensi cadendo in un sonno profondo e invincibile. Dal primo cerchio passano al secondo in cui trovano una pena ancora più dolorosa, è talmente dolorosa che spinge le anime a gridare. Qui trovano Minosse, un mostro orribile e ringhioso che esamina le colpe dei dannati all’entrata dell’Inferno giudicandoli cingendosi il corpo con la coda, tante volte quanti sono i cerchi che lui vuole siano mandati giù i peccatori. Per la famosa legge del contrappasso come in vita furono travolti da grandi passioni, così ora sono trascinati da una bufera infernale che non si ferma mai.

MINOSSE: guarda dove stai entrando, non lasciarti ingannare, non ti puoi fidare di quello che vedi nell'Inferno.

VIRGILIO: non ti preoccupare, non gridare, non impedire il nostro viaggio fatale, perché così ha voluto e deciso il cielo!

AMBIENTE: in questo posto privo di luce, si sente un rumore come il vento che soffia quando il mare è in tempesta e i venti gli sono contrari. La bufera infernale non si ferma mai, trascina le anime con la sua potenza incredibile. Qui ci sono i dannati che hanno commesso peccati carnali.

DANTE: maestro chi sono quelle genti castigate in modo così terribile?

VIRGILIO: la prima fu imperatrice di molte terre ed è Semiramide, regina degli Assiri, era talmente abituata alla vita lussuriosa, che la mise come legge, proprio per cancellare il biasimo in cui si trovava andò in sposa a Nino e governò le terre che appartenevano a suo marito. L'altra è Didone, colei che si uccise per amore rompendo il giuramento fatto a suo marito Sicheo. Poi c'è Cleopatra anche lei lussuriosa, poi Elena che il tempo le fu crudele, Achille, dopo aver combattuto con grande amore fu ucciso, Paride, Tristano e altri ancora…

DANTE: poeta, volentieri parlerei a quei due che vanno insieme nella bufera.

VIRGILIO: non ti preoccupare, quando si avvicineranno di più a noi, tu cerca di fermarli per quell'amore che è stata causa della loro morte.

DANTE: o anime, cercate di avvicinarvi a noi per parlare se non siete ostacolate da nessuno.

FRANCESCA: o uomo grazioso e affettuoso che vai girando l'Inferno, ti sei accostato vicino a noi che abbiamo tinto il mondo di sangue, se per caso il Dio dell'Universo ci fosse stato amico noi avremmo pregato per la tua pace, tu sei stato l'unico ad avvicinarsi a noi. L'amore ci portò alla morte. (Paolo piange in disparte)

VIRGILO: Dante, a cosa stai pensando?

 

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PURGATORIO:

 

 

AMBIENTE: qui le anime si purificano prima di salire in Paradiso. Dante invoca le muse e in particolare Calliope (la musa della poesia). I due viaggiatori si trovano nell'antipurgatorio sulla spiaggia tra il mare e il monte del Purgatorio. Dante rimane estasiato dallo spettacolo che si offre ai suoi occhi. Il custode del Purgatorio è Catone l'Uticense.

DANTE: …qui la poesia risorge, o sante muse che sono un poeta come voi, o Calliope, vienimi ad aiutare per continuare il mio canto, con quel suono di cui le Piche sentirono il duro colpo…

AMBIENTE: Dante si volta a destra e vede le quattro stelle che rappresentano le virtù cardinali, poi si rigira e vede un vecchio solo che incute rispetto, ha la barba lunga grigia come i capelli lunghi. I raggi delle quattro stelle illuminano il suo volto.

CATONE: chi siete voi che avete attraversato il fiume Acheronte che porta alla prigione eterna? ( Catone si muove la barba e i capelli con umiltà) Chi vi ha guidati? Chi vi ha fatto luce dopo che siete usciti dalle tenebre che regnano nell'Inferno? Forse le leggi degli abissi si sono infrante? O è cambiato il consiglio su nel cielo, che i dannati adesso possono venire nel mio regno?

AMBIENTE: Virgilio fa cenno a Dante di inginocchiarsi.

DANTE: non sono venuto per mia volontà, ma Beatrice scese dal cielo e pregò costui di aiutarmi e costui venne. Poiché la tua volontà vuol sapere la verità io te la renderò.

VIRGILIO: Dante non vide mai la morte, ma fu preso da tanta paura che ci fu vicino. Sì, come dice lui, sono stato mandato da lui per salvarlo, per affrontare il viaggio. Dopo essersi immedesimato nel peccato, gli ho mostrato tutta la gente crudele, ora intendo mostrargli gli spiriti che si purificano sotto la tua sorveglianza…anche se non ti piace la nostra venuta, lasciaci liberi in nome della libertà alla quale tu non rinunciasti...appartengo al cerchio dove si trova anche Marzia, tua moglie, che ancora ti pensa…

CATONE: Marzia, ha pianto molto davanti a me, quando ero ancora in vita. Ora che dimora oltre il fiume non ha più nessuna influenza su di me, perché Dio ha dato queste disposizioni, ma se la tua guida è una donna non c'è bisogno di altre spiegazioni…va' dunque, e congiungi i suoi fianchi con il giunco e lavagli il viso, per far sì che ogni sporcizia sia tolta, non ti conviene avere l'occhio annebbiato per andar davanti al primo Ministro.

AMBIENTE: sull'isoletta crescono i giunchi, piantine molto flessibile.

CATONE: voi fate in modo di non ritornare indietro per di qua, il sole vi mostrerà, quando sorgerà, la salita per scalare il monte.

AMBIENTE: Catone sparisce. Dante si rialza voltandosi verso Virgilio.

VIRGILIO: seguimi, volgiamoci indietro perché per di qua è più facile salire, verso la parte più bassa che confina col mare.

AMBIENTE: l'alba ormai vince l'ultima ora del mattino e da lontano riescono ancora a vedere il tremolio del mare. Proseguono per la spiaggia solitaria, poi Virgilio si china sull'erbetta e lava il viso di Dante con la rugiada. Virgilio cinge i fianchi di Dante con il giunco, il quale si meraviglia quando vede ricrescere una piantina al posto di quella sradicata dal suo maestro. I due viaggiatori vedono un vascello guidato da un angelo che trasporta le anime salve. Mentre Dante e Virgilio indugiano a rimirar l'atmosfera radiosa, compare nuovamente Catone che rimprovera le anime salve. Dante e Virgilio si rimettono in cammino.  Incontrano i primi peccatori, i negligenti (scomunicati), sono costretti a stare nell'antipurgatorio 30 volte il tempo che vissero nella scomunica, procedono lenti e mansueti. Per la legge del contrappasso, come in vita tardarono a pentirsi, così ora ritardano il tempo della purificazione. I due poeti giungono ai piedi del monte il cui pendio è molto ripido. Virgilio cammina tenendo la testa bassa, Dante con la testa alta e vede una schiera di anime camminare lentamente. Virgilio sembra turbato per il rimprovero di Catone, anche Dante è turbato perché il sole proietta la sua ombra e non quella del suo maestro

VIRGILIO: perché non hai fiducia? Non credi in me, io ti guiderò. E' gia sera dove è sepolto il mio corpo, sulla terra. Non ti meravigliare se il sole non proietta la mia ombra. E' matto colui che si pone la domanda di come opera Dio e chi vuole scoprire quei misteri che sono segreti ai comuni mortali...quale sarà la parte meno ripida del monte, che può risalire chi non è provvisto di ali?

AMBIENTE: Virgilio tiene il viso basso ed esamina il cammino da fare, Dante si guarda intorno, a sinistra gli appaiono delle anime.

DANTE: alza gli occhi maestro, guarda costoro ci sapranno dare delle indicazioni per trovar la strada, tu da solo non ci riesci.

VIRGILIO: andiamo là, loro vengono piano e tu ferma la tua ansietà dolce figlio.

AMBIENTE: le anime ancora lontane si fermano dubbiose guardando i due poeti.

VIRGILIO: morti in grazie di Dio, o spiriti che andrete in Paradiso, per quella pace che credo tutti voi aspettate, indicateci il sentiero per salire sulla montagna perché non possiamo perdere altro tempo.

AMBIENTE: le anime ammassate sembrano tante pecorelle nell'ovile, quando vedono proiettata l'ombra di Dante, restano ferme e si tirano indietro.

VIRGILIO: senza che mi domandate, io vi confesso che questo che vedete è un corpo umano, perché il raggio del sole proietta per terra la sua ombra. Non vi meravigliate, ma credete che è stato deciso dal cielo, quindi dobbiamo oltrepassare il monte. Venite avanti dunque. (Virgilio fa dei segni con le mani).

ANIMA: chiunque tu sia, che volgi il viso, cerca di ricordare chi sono.

AMBIENTE: Dante si gira verso l'anima guardandolo fisso, è biondo bello e di gentile aspetto, ha una ferita sulla fronte.

ANIMA: ora vedi (mostra la ferita sul petto), io sono Manfredi, nipote dell'imperatrice Costanza, ti prego, quando torni sulla terra, vai dalla mia bella figlia, madre di Federico di Sicilia e di Giacomo re d'Aragona e dille tutta la verità. In punto di morte mi sono pentito, ma il vescovo di Cosenza su ordine di Celestino IV gettò le mie ossa nel fiume Garigliano…

AMBIENTE: Dante, dopo essersi fermato a parlare con l'anima, si siede per riposarsi. Intanto il sole brilla alto in cammino verso sinistra. Virgilio distoglie Dante e lo esorta a ripartire. Si trovano sempre nell'antipurgatorio dove incontrano i negligenti, quelli che morirono di morte violenta. Sono costretti a stare in questo posto tanto tempo quanto vissero, girando affannosamente intorno al monte cantando il Miserere.

ANIMA: guarda come la luce del sole non appare dalla parte sinistra del viandante.

AMBIENTE: Dante gira gli occhi verso le anime che guardano con meraviglia la luce che lui ostacola.

VIRGILIO: perché l'animo tuo tanto si meraviglia a tal cosa? Perché rallenti il passo? Non dare retta a quello che ti dicono, vieni dietro di me e lasciale parlare, rimani impassibile, resta come una torre che non crolla nemmeno quando soffia il vento. Poiché l'uomo si allontana dalla meta dopo che un pensiero sorge sull'altro, la forza del nuovo pensiero rende vano il primo proposito.

AMBIENTE: Dante segue il maestro e arrossisce per la vergogna. Su per la montagna salgono altre anime che cantano il Miserere. Corrono incontro a Dante

ANIME: ditemi la vostra condizione.

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PARADISO:

 

AMBIENTE: Dante e Beatrice si trovano nella sfera del fuoco. Dante invoca Apollo, padre delle muse. Il poeta fissa gli occhi di Beatrice, la quale sta fissando il sole, Dante non riesce a capire come ciò sia possibile, quindi, viene assalito da alcuni dubbi che Beatrice stessa gli spiega.

DANTE: o Apollo, tu sei buono…questo è l'ultimo capolavoro, aiutami!…Io forse sarò incoronato dall'amato alloro…

AMBIENTE: il sole sta sorgendo in diverse direzioni, forma 4 cerchi che simboleggiano le 4 virtù cardinali e tre croci che simboleggiano le 3 teologali. Sta iniziando la Primavera. Beatrice si gira a sinistra e guarda il sole.

DANTE: ...in Paradiso succedono cose che non sono permesse agli esseri umani. Io non ho sofferto né molto né poco nel vedere questa luce bellissima…Tu mi hai creato con il corpo o Dio che governi con l'amore tutto, tu solo sai come mi innalzasti fin qui…

BEATRICE: tu ti fai grande con le tue strane supposizioni perché non riesci a capire quello che dovresti veramente capire. Tu lo sai , non sei sulla Terra…

DANTE: sono contento che tu mi abbia spiegato il primo dubbio, ma non riesco a capire come sono riuscito ad arrivare qui, e soprattutto a volare essendo ancora legato al corpo.

BEATRICE: qui tutte le cose hanno un ordine, ciò significa che la forma dell'Universo assomiglia a Dio. Qui tutte le creature riconoscono la grandezza di Dio, il quale è l'origine e la fine di tutto quanto…Non ti devi meravigliare se tu sali senza difficoltà…Ti saresti dovuto meravigliare se non ti fossi potuto muovere da terra…

AMBIENTE: Dante e Beatrice si trovano nel primo cielo: nel cielo della luna dove incontrano gli spiriti mancanti detti così perché in vita mancarono ai voti dati, ma non per colpa loro. Appaiono diafani ed evanescenti come immagini riflesse da vetri trasparenti.

BEATRICE: non ti meravigliare se io sorrido, il tuo ragionamento ancora non trova la verità perché si fida troppo delle apparenze, ciò che tu vedi non sono immagini, ma anime…

AMBIENTE: Dante si rivolge all'anima.

DANTE: o anima privilegiata che sei destinata alla salvezza sai che cos'è la dolcezza perché chi non l'ha gustata non lo sa. Sarei contento se mi dicessi il tuo nome.

ANIMA: se tu vuoi avere delle spiegazioni io non chiuderò le porte, perché Dio vuole la sua corte uguale a se…io in vita sono stata suora, io sono Piccarda…

DANTE: ...nella vostra anima risplende una luce divina che vi rende irriconoscibile, per cui io non vi riconosco…ma dimmi, voi qui siete felici, non avete desiderio di andare più in alto a vedere Dio?

PICCARDA: fratello, la carità che ci rende obbediente fa si che noi non desideriamo altro perché ci basta quello che abbiamo… Se desiderassimo di andare più in alto, i nostri desideri non andrebbero d'accordo con Dio...

DANTE: adesso tutto mi è chiaro nel cielo del Paradiso, anche se la grazia di Dio è distribuita ovunque e in egual misura.

PICCARDA: …per seguire la vita di Cristo mi ritirai in monastero… Degli uomini poi, abituati a far sempre del male, mi rapirono dal monastero e solamente Dio sa quello che passai…l'altra anima che vedi risplendere alla mia destra illumina tutto il cielo della luna, quello che ti dico è come se lo dicesse lei, anche lei prese i voti, ma fu ricondotta contro la sua volontà al mondo…La luce che tu vedi è Costanza figlia del II imperatore di Svezia…

AMBIENTE: Piccarda intona l'Ave Maria. Dante prima guarda Piccarda poi Beatrice e alla fine assume un atteggiamento timido. Dante, ora si trova nel cielo di mercurio tra gli spiriti attivi.

ANIMA:…l'aquila rappresenta la divinità di Dio e quindi fu spostata per più di cento anni dal suo antico regno, le sue sacre penne rappresentano l'impero, esso fu governato da molti uomini finché non giunse a me. Nel mondo fui imperatore e mi chiamo Giustiniano…

AMBIENTE: Dante procede il cammino e si ritrova nel cielo di venere dove ci sono gli spiriti amanti, si muovono più o meno rapidamente. Nel cielo del sole trova gli spiriti sapienti appaiono disposti in tre corone concentriche. Dante parla da solo

DANTE: o preoccupazione dei mortali, come sono falsi i vostri desideri, i vostri interessi terreni non vi esaltano. Ci sono persone che seguono il diritto civile, chi la medicina, chi si fa prete e chi regna con inganno e prepotenza. Poi ci sono i ladri o chi si interessa del commercio o chi si interessa solo dei piaceri della carne e vive nell'ozio. Invece, io mi sento beato qui, con Beatrice…

ANIMA:…derivo dalla luce divina che risplende per l'eternità, io riesco a capire quali sono i tuoi pensieri. Vuoi che parli più esplicitamente, altrimenti tu non mi comprendi…Affinché la chiesa sposa di Cristo non si allontani mai, perché per lei ha versato il proprio sangue sulla croce, due santi le furono fedeli e divenne più sicura, li istruì e divennero la sua guida. Un santo ardente di carità, l'altro di sapienza splendente come un cherubino…Ricoprono una certa importanza perché qualsiasi ordine si scelga hanno tutte due lo stesso fine…Hai capito di chi sto parlando? Parlo di San Francesco e San Domenico…

AMBIENTE: Dante prosegue il viaggio e si ritrova nel cielo del sole tra gli spiriti sapienti poi nel cielo di marte tra gli spiriti militanti (sono quelli che in vita combatterono per il Santo Sepolcro)

DANTE: la volontà di fare il bene si manifesta sempre con l'amore, come la cupidigia si manifesta sempre nelle cose cattive...

ANIMA: o sangue mio, per grazia divina la porta degli Inferi per te si aprì due volte…

AMBIENTE: Dante si gira verso Beatrice.

ANIMA: …benedetta sia la Santissima Trinità perché ho potuto vedere un mio discendente!…Fammi delle domande perché hai la volontà e il desiderio e io risponderò a ciò che vorrai sapere…

DANTE:…io ti supplico, pietra preziosa che risplendi nella gioia, perché non mi dici il tuo nome?

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