brown areas: alcune riflessioni

 

La produzione prima era concentrata in luoghi, la grande fabbrica, l'officina, dove erano raccolte decine, centinaia o addirittura migliaia di lavoratori. Quello che è avvenuto in questi anni è invece la fine di queste grandi localizzazioni. Pensate al Lingotto della Fiat, a Torino, trasformato in una struttura sociale, perché quella fabbrica non c'è più. 

fine del territorio produttivo.

Fin dalla rivoluzione industriale abbiamo assistito ad un tipo di formalizzazione delle ore di lavoro per la gran parte delle persone; infatti, si usa dire, la maggior parte delle persone lavora dalle nove alle cinque. Vi è stata, poi, la "formalizzazione" dei luoghi di lavoro: ci si reca in luoghi appositi creati per lavorare; esistono delle norme che disciplinano i luoghi di lavoro che sono diverse da quelle che riguardano gli spazi domestici. Non è stato sempre così: prima della rivoluzione industriale molta gente lavorava a casa, gli artigiani lavoravano e vivevano nello stesso luogo, i commercianti vivevano sopra il negozio. Questi ultimi erano i modelli sociali comuni. La rivoluzione industriale ha causato una sorta di separazione ed una "formalizzazione" del luogo di lavoro. Quello cui assistiamo come conseguenza della rivoluzione digitale,  è il ritorno del luogo di lavoro nelle case. La cosa sta avendo delle conseguenze interessanti per molti; si  lavora piuttosto continuativamente e dovunque, ti basta usare un PC portatile e non fa nessuna differenza dove ti trovi: scrivi nelle camere d'albergo o nei caffè, ti connetti all' ufficio elettronicamente. Il luogo di lavoro non significa nulla e neanche le ore di lavoro. Stiamo incominciando a notarlo soprattutto nel commercio e nelle industrie. Ciò ha delle implicazioni architettoniche importanti: significa, per esempio, che nel progettare le case bisogna tenere in seria considerazione il luogo dove si lavora.  Questo fenomeno offre un gran numero di possibilità di valorizzazione del lavoro, e direi che si è creata una nuova e complessa condizione che dobbiamo cercare di comprendere.

telelavoro

Che cosa accade con il telelavoro? Che questo processo viene non solo accelerato, ma portato alle estreme conseguenze. Ormai il lavoratore non va neppure nel luogo di lavoro, non si muove da casa propria. La delocalizzazione della organizzazione produttiva coincide con il numero di coloro, che lavorano nell'impresa: tanti luoghi quante sono le abitazioni dei lavoratori. Quindi, il territorio produttivo, o è finito, oppure si identifica con la città, con le abitazioni.

una città diversa

La città è una realtà estremamente dinamica, è fatta di flussi, di movimento, e anche se l'architettura è fondamentalmente statica la città è piena di vita, respira, e così si può cominciare a immaginarla, a lavorare alle città con tutto ciò che esse hanno di dinamico.

Le aree dismesse raccontano di un dinamismo passato che non aspetta altro che incarnarsi in un nuovo sentire.Quartieri e spazi fisici che diventano punti di partenza se non porta di entrata della telecittà, una città reale nella quale le interazioni non avvengono unicamente faccia a faccia ma buona parte di esse avvengono  elettronicamente, dove la cultura tutta è supportata dall'elettronica. Non viviamo in un mondo virtuale, ma in un mondo fisico, ed è da lì che dobbiamo partire quando intraprendiamo un viaggio più grande nel ciberspazio.