In
passato
i
computer
sono
stati
utilizzati
soprattutto
per
emulare
i
modi
tradizionali
di
riproporre
il
disegno
schizzato
a
inchiostro;
oggi
stanno
invece
emergendo
nuovi
modelli
fluidi.
L'uso
delle
tecniche
digitali
ha
il
potere
e
la
velocità
per
oltrepassare
i
limiti
delle
nostre
percezioni
comprimendo
i
processi
di
evoluzione
dello
spazio
e
del
tempo,
rendendo
possibile
lo
sviluppo
di
spazialità
architettoniche
ibride
e
interconnesse. L'interrelazione
di
e
fra
la
superficie
esteriore
e
l'uso
interno
dell'edificio
sarà
a
sua
volta
fluida
e
multi-dimensionale,
poiché
l'una
e
l'altro
saranno
in
grado
di
alterare
le
proprie
caratteristiche
in
funzione
dei
cambiamenti
e
dei
movimenti
del
contesto.
Nella
selezione
di
giovani
architetti
americani
riportata
nel
libro
sono
stati
inclusi
un
gruppo
eterogeneo
di
professionisti
intorno
ai
quarant'anni,
fortemente
coinvolti
nell'elaborazione
computerizzata
dell'architettura.
Sono
architetti
che
lavorano
in
grandi
città
come
New
York
(verticalità)
e
Los
Angeles
(orizzontalità),
luoghi
strategici
che
concentrano
i
nuovi
e
avanzati
flussi
d'informazione
e
dove
il
contesto
urbano
si
configura
oggi
come
un'esperienza
sociale
comune
che
condensa
la
diversità
e
la
molteplicità
di
altre
culture
e
identità
e
dove
Il
modello
territoriale
(città
–
periferie
-
e
relative
comunità)
si
è
dissolto.
La
neutralizzazione
delle
distanze,
concetto
chiave
della
globalizzazione,
avvenuta
attraverso
la
telematica,
l’informazione
e
la
telecomunicazioni
ha
correlato
la
nascita
di
un
nuovo
tipo
di
strutture
costruite
come
cyberspazi. Il
concetto
di
«architettura
inter-mediale»
intelligente,
interattiva
e
virtuale
si
sviluppa
in
due
direzioni
principali di diversa posizione ma con una comune e dinamica convergenza, le cui manifestazioni tecnologiche ridefiniscono l'interazione fra architettura e utente attraverso il propagarsi dei flussi d'informazione. La condizione che ne deriva è uno spazio architettonico continuo, flessibile e dinamico, che potenzialmente si sostituisce alla realtà.
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SUPERFICI
TOPOLOGICHE
(de-formazione) Per meglio comprendere questo processo, occorre visualizzare la superficie topologica immaginando che essa si comporti come un paesaggio naturale secondo una logica discontinua, capace di assimilare e registrare le inflessioni delle forze virtuali così come la progressiva ondulazione della sua stessa forma nel tempo. Così il processo di progettazione in generale ha spesso a che fare con «corpi» flessibili a priori, intricati in un'infinita interazione sensoria con le condizioni fisiche esterne. L'effetto più importante che ne risulta è una variazione fluida della differenza tra le forme costituenti: la forma architettonica complessiva è potenzialmente morbida, curvata in modo flessibile, modellata da influenze esterne e in grado di reagire con la strategia e la sensibilità proprie di un sistema duttile,«ha ancora parti che restano unite a formare una piega, in modo tale da non rimanere sminuzzate in frammenti del frammento, ma tendendo piuttosto a dividersi all'infinito, in pieghe sempre più piccole che mantengono costantemente una certa coesione» . Ogni mutamento o differenziazione è il risultato della combinazione di forze virtuali selezionate e messe alla prova a partire da forme date. Il modus operandi avviato produce effetti generati spesso per caso da alcuni fattori ancora indeterminati.
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SPAZIO
MODALE:
Karl
Chu
(X
Kavva) Karl
Chu
è
principalmente
interessato
alla
metafisica
e
alla
sua
ripartizione
dell'ontologia,
non
segue
tendenze
puramente
razionalistiche,ma
un
concetto
cosmico
e
pluralistico
di
ragione
che
si
rifà
alla
nozione
di
«monadologia»
elaborata
da
Leibniz
nel
1714. Il filosofo-matematico tedesco stabilisce che l'universo sia costituito da «monadi» viventi, ossia sostanze individuali e semplici,centri di forza e di attività, a un tempo spirituali e fondamento della realtà corporea, infinite nella loro varietà. L'accordo
fra
le
monadi
-
a
una
determinata
modificazione
in
una
certa
realtà
corrisponde
una
determinata
modificazione
in
un'altra
realtà
-
è
preordinato
secondo
un'
armonia
prestabilita. Le ricerche architettoniche di Chu si qualificano nella modellazione dei sistemi fisici.
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LA
FORMA
ANIMATA:
Greg
Lynn
(Forni) Interessato alla morfologia, alla geometria e alla questione della forma in generale, gli strumenti della sua tecnica sono costituiti principalmente da software in origine nati per l'industria degli effetti speciali e dell'animazione, che Lynn impiega ricorrendo a metodi basati sul tempo e sul movimento, producendo un'architettura dinamica e flessibile attraverso un processo animato di progettazione formale. L'animazione al computer e il suo ambiente basato sul tempo cambiano il modo di concepire forme e volumi: da punti all'interno dello spazio cartesiano a vettori di trasformazione che descrivono superfici topologiche. La caratteristica curvilinearità della superficie è l'effetto dei flussi vettoriali contestuali in movimento, che interagiscono in maniera differenziale con forme dotate di organizzazioni interne flessibili nel tempo. In altre parole, l'ambiente simulato si presenta come una combinazione di campi di forza interconnessi i cui gradienti individuali influenzano le forme.
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ARCHITETTURA
DELL'INCOMPLETO:
Jesse
Reiser
+
Nanako
Urnemoto
(RUR
Arc'hitecture) Reiser + Urnemoto hanno la capacità di produrre qualcosa di continuamente modificabile e trasformabile, decisamente in contrasto con un'organizzazione convenzionale dell'edificio, sono affascinati dallo sviluppo di argomentazioni scientifiche nel linguaggio architettonico, come appare nella 45 Cardiff Bay Opera House e nei progetti per il concorso della Kansay Library. In
questi
progetti
i
due
architetti
si
sono
cimentati
nell'uso
tattico
della
geodetica
proprio
perché
-
in
quanto
sistema
-
essa
è
in
grado
di
adattarsi
a
complesse
trasformazioni
spaziali,
conducendo
nel
contempo
alla
revisione
dei
linguaggi
omogenei
e
totalizzanti
del
Movimento
Moderno.
Il
centro
del
loro
interesse
si
sposta
dalle
norme
fisse
e
statiche
della
geometria
classica
alla
topologia
e
a
sistemi
dinamici
basali
sul
tempo:
ne
emerge
un
nuovo
orizzonte
di
possibilità,
un
nuovo
linguaggio
di
onde,
un'inquietante
struttura
universale.
Un
modello
fisico
tridimensionale
si
presenta
come
una
mappa
a
sua
volta
tridimensionale
di
diagrammi-forza
digitali,
generati
in
un
continuo
andare
e
venire
dal
reale
ai
modelli
computerizzati,
come
metodo
per
motivare
i
mutamenti
formali. Lo spazio a venire è uno spazio che è già presente: il futuro è già compreso nel presente.
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ARCHITETTURA
LIQUIDA:
Nonchi
Wang
(Arnphibian
Arc) Le
frontiere
dell'architettura
si
espandono
insieme
con
l'ampliarsi
dei
confini
della
coscienza
umana. A partire dalla metà del 1993 lo studio si è concentrato sull'idea dell' «architettura liquida» (termine coniato da Nonchi Wang indipendentemente da Marcos Novak) come risposta architettonica alla perpetua propensione dell'umana consapevolezza verso l'universo digitale nell'età del computer. Comprendere l'evoluzione dell'architettura nel contesto e sulla scala temporale dell'evoluzione umana definisce in ogni caso l'interesse primario di Amphibian Arc per l'abitazione. Rifiutando le geometrie euclidee che non possono rispondere alla complessità della natura, Wang ha fatto ricorso a un concetto relativo alla teoria del caos, che si propone di districare l'ordine non lineare dei fenomeni naturali.
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IPERSUPERFICI
(architettura
della
in-formazione)
Liberati dalla stravaganza formale del complesso, del gesto grandioso, questi architetti sono invece incuriositi dall'esplorazione della cultura mediatica e dalla tecnologia. Essi traggono ispirazione dalla proliferazione delle immagini propria della cultura contemporanea attraverso il linguaggio grafico e le espressioni visive telematiche. Ciò implica la soppressione di ogni riferimento formale e figurale, una sorta di tabula rasa, e il passaggio dalla «facciata libera» al «volume libero». L'architettura e i suoi elementi individuati all'interno di involucri sensibili imita un sistema malleabile infinitamente.
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PROIEZIONI
INTERROTTE:
Neil
M.
Denari
Archirects Denari
concentra
il
suo
interesse
sui
sistemi
codificati
delle
strategie
di
significazione
della
contemporanea
cultura
consumista,
poiché
dal
suo
punto
di
vista
essi
hanno
un
appropriato
riscontro
in
architettura. L'oggetto può perdere il suo soggetto o il suo significato, e perciò cessare di affascinare, perché non c'è soggetto all'interno del desiderio: al contrario, il simbolo seduttivo o il segno distintivo del marchio di fabbrica contInua a sollecitare il desiderio del consumatore, rappresentando l'oggetto con un’immagine, il suo logo.
|
LA
VITA
MEDIATA.
ARCHITETTURA
DELLA
TELEMATICA:
Elizabeth
Diller
e
Ricardo
Scofidio
(Diller
+
Scofidio) Sono
considerati
fra
i
professionisti
più
innovativi.
…Il
cieco
amore
del
tecnofilo
nei
confronti
del
progresso
tecnologico,
e
la
fiducia
che
egli
vi
ripone,
non
prendono
in
considerazione
le
condizioni
politiche
ed
economiche
dalle
quali
questo
stesso
progresso
deriva….
I
tecnofobi,
d'alto
canto,
si
dilettano
con
la
retorica
della
«perdita».
L'irruzione
costante
della
tecnologia
dei
media
è
accusata
di
smantellare
progressivamente
i
valori
culturali,
e
la
tecnologia
è
così
considerata
come
un
avversario
di
patria,
famiglia
e
religione.
Se
la
retorica
del
progresso
dei
tecnolfili
e
la
retorica
del
declino
dei
tecnofobi
sono
ideologicamente
contrapposte,
il
quadro
in
cui
si
scontrano
a
volte
rivela
inaspettatamente
il
doppio
volto
di
uno
stesso
desiderio.
Il
tempo
reale
è
la
chiave….
è
la
velocità
della
performance
computazionale,
la
capacità
del
computer
di
rispondere
all'immediatezza
di
un'interazione
senza
mediazioni
temporali. Non-mediato significa im-mediato. Ma, comunque, che sia motivata dal desiderio di preservare il reale o di inventarlo artificialmente, la diretta è sinonimo di reale e il reale e un oggetto di desiderio acritico per entrambi i tecnoestremi.
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ARCHITERURA
TRANSFORMALE:
Winka
Dubbeldam
(Archi-tectonics) Cerca
di
produrre
un
sistema
architettonico
dinamico
all'interno
di
uno
spazio
fluido
e
omogeneo,
in
costante
divenire
e
che
ha
superato
il
problema
della
forma,
uno
spazio
trans-formale. La
fluidità
spazio-temporale
e
l'esperienza
della
dilazione,
dello
svolgersi
e
interrompersi
del
tempo
sono
descritte
come
un
distendersi
e
comprimersi
dello
spazio,
del
materiale
e
della
texture. Lo
spazio
assume
le
qualità
«comportamentali»
e
diviene
la
manifestazione
strumentale
del
tempo.
È
anche
l'esempio
di
una
membrana
intelligente,
uno
schermo
mediatico
che
muta
la
funzione
di
protezione
della
prete
in
zona
di
sorveglianza
elettronica
di
videocamere
e
sensori,
riferendosi
così
alla
seconda
tipologia
di
texture
architettoniche
elaborata
da
Winka
Dubbeldam.
Il
risultato
è
simile
alla
connessione
dinamica
di
zone
permeabili,
che
trasformano
l'esterno
della
Millbrook
House
in
un
set
di
eventi
spaziali.
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TRANSARCHITETTURA
-
ARCHITETTURA
LIQUIDA:
Marcos
Novak Nella
creazione
di
un
non
luogo
navigabile
elettronicamente,
ed
esperibile
come
uno
spazio
pienamente
dimensionale,
l'architettura
è
l'interfaccia
dell'immaginazione.
La
realtà
virtuale
è
la
tecnologia
che
consente
tutto
questo,
mentre
il
cyberspazio
è
il
contenuto;
combinati
insieme,
i
due
elementi
costituiscono
i
mondi
del
cyberspazio,
l'esterno
della
realtà
virtuale
e
i
mondi
possibili
della
nostra
invenzione.
La
pianificaiione
della
città
diventa
un
progetto
di
dati
strutturali,
i
costi
della
costruzione
diventano
costi
computazionali
e
L'accessibilità
si
trasforma
in
trasmissibilità. Un'architettura
del
cyberspazio
può
cambiare
interattivamente
in
funzione
della
durata,
dell'uso
e
delle
influenze
esteme «L'architettura
liquida
produce
città
liquide
che
cambiano
alla
stessa
velocità
della
valuta,
dove
visitatori
dai
differenti
background
culturali
trovano
differenti
punti
di
riferimento.» Una
volta
superata
l'influenza
della
modernità,
trovandoci
sulla
via
che
conduce
al
nuovo
paradigma
della
realtà
virtuale,
ci
stiamo
muovendo
in
uno
spazio
di
connessione
trasversale
che
Novak
definisce
con
il
termine
di
transrnodernità. Il
cambiamento
esponenziale
trasformativo
e
la
proliferazione
di
un
processo
trasversale
di
intersezione
e
curvatura
delle
ipersuperfici
danno
luogo
alla
nozione
di
transarchitettura
Il lavoro di Novak si presenta come una ricerca sulle tettoniche virtuali, in cui egli costruisce modelli matematico-algoritruici e procedure generative determinate da numerose variabili, senza alcuna preoccupazione iniziale di ordine pragmatico. Una volta costruito il modello, un processo evolutivo interattivo individua un gruppo di valori che corrispondono alle diverse fenditure e dà vita a un progetto.
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ARCHITETTURA
DELL'IMMAGINE:
Hani
Rashid
e
Lise
Anne
Couture
(Asvmptote
Architecture) Dal
loro
progetto
The
Steel
Cloud
per
Los
Angeles
del
1989
fino
a
quello
per
Yokohama
Bay
del
1996,
ogni
forma
architettonica
emerge
dall'interpretazione
e
dalla
lettura
delle
molte
stratificazioni
contestuali,
fenomeniche
e
culturali
del
sito,
del
programma
e
del
significato
dell'edificio
progettato.
Ultimamente
si
sono
interessati
alla
generazione
della
forma
attraverso
l'uso
del
computer,
benché
ritengano
che
i
risultati
raggiunti
con
questo
mezzo
siano
privi
di
significato
se
non
sono
completati
dall'attenzione
agli
elementi
sopra
citati. Molti
progetti
di
Asymptote
«abitano»
lo
spazio
della
realtà
virtuale,
assumendo
come
condizione
della
loro
ricerca
la
gratuità,l'indeterminazione
e
l'irragionevolezza
della
forma.
Il
computer
permette
di
schizzare
nuove
forme
nell'ambito
del
filmico,
del
sonoro
e
del
testuale
e
può
essere
utilizzato
per
trasgredire
le
norme
tradizionali
dell'architettura. Rashid e Couture lavorano sia all'interno della tradizione architettonica, sia prendendone le distanze, in un «puntuale non-allineamento» con la storia, le emozioni prevedibili e le tipologie convenzionali. «Seguiamo il programma con tutto il rigore e la responsabilità dell'architetto, ma allo stesso tempo si cercano le nuances della contraddizione» (Rashid, Monograph 95).
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DALLA COMPLESSITA’ AL BANALE. L'ARCHITETTURA DEL QUOTIDIANO: Thomas Leeser Il
lavoro
di
Leeser
ha
sempre
mirato
a
mettere
in
crisi
lo
status
quo
sfidando
il
linguaggio
architettonico
convenzionale.
La
decostruzione
è
diventata
il
linguaggio
predominante
dell'architettura
nelle
università,
sia
negli
Stati
Uniti
sia
all'estero,
e
in
essa
è
rimasto
ben
poco
di
radicale.
Come
Leeser
ha
puntualizzato,
il
conformismo
e
il
conservatorismo
delle
accademie
hanno
cominciato
ad
assimilare
questo
linguaggio,
privandolo
del
suo
potente
significato
originario.
Proprio
per
questo,
il
suo
attuale
lavoro
si
sta
spostando
verso
un
esame
letterale
dei
problemi
funzionali
e
programmatici,
facendone
la
base
portante
della
cosiddetta
architettura
concettualizzata. Sebbene
Leeser
non
pensi
che
sia
necessariamente
utile
ricorrere
a
particolari
categorie
concettuali
per
comprendere
la
sua
architettura,
molti
dei
suoi
primi
lavori
potrebbero
essere
compresi
riferendosi
al
concetto
di
«piega».
Leeser ha rivolto il proprio interesse alle questioni del normale e del banale probabilmente proprio perché non è d'accordo con l'atteggiamento comune, secondo cui l'uso del computer quasi automaticamente rappresenta l'avanguardia o la radicalità del lavoro architettonico. |