Terralba dal mesolitico al V secolo d.C.


I primi insediamenti umani nel territorio di Terralba risalgono alla fine del mesolitico( VII millennio a.C.).Nel neolitico antico erano presenti tre villaggi fra i più antichi della provincia oristanese.Ad attirare l'uomo in questa zona sono state le numerose risorse naturali.I fiumi Rio Mogoro e Fluminimannu sono stati importanti vie di comunicazione con le zone interne.Gli stagni e le paludi sono stati fonte di sostentamento grazie ai loro pesci, molluschi e uccelli acquatici.Infine la presenza dell'ossidiana sul Monte Arci ha rappresentato una forte attrazione per molte popolazioni.Verso la fine del neolitico, sul territorio, sono presenti numerosi villaggi.Il più importante è senza dubbio San Ciriaco che, con la sua estensione di 12 ettari, è considerato uno dei più importanti villaggi neolitici della Sardegna.Durante l'età del rame si assiste ad una crescita di tutti i villaggi: Santa Chiara e Murera superano i 10 ettari di estensione.Nel periodo nuragico villaggi come Pomada e Molinu Mannu raggiungono un'estensione di oltre 20 ettari.Quando, alla fine del VI secolo a.C., l'esercito cartaginese riesce a debellare la resistenza sarda il territorio di Terralba cambia profondamente fisionomia.In questo periodo viene fondata Neapolis e si assiste ad un repentino aumento della popolazione.I cartaginesi impediscono la coltivazione di alberi da frutto per far fronte alla necessità di produrre grandi quantità di grano.Questo grano era necessario per sfamare la popolazione urbana di Cartagine e il suo esercito di mercenari.Tutto questo causa la comparsa di tante piccole fattorie.La maggior parte di esse continua la sua esistenza anche durante il periodo romano repubblicano ma nell'alto impero più della metà sparisce.Le piccole proprietà vengono così unite e nascono le ville dei grandi proprietari terreni.Nel basso impero avviene lo spopolamento delle campagne e verso l'inizio del V secolo d.C. si ha il completo abbandono.

Sara Mura
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