Il periodo ipotetico

 

Come in italiano anche in latino il periodo ipotetico è formato da due proposizioni, una dipendente che contiene la premessa (chiamata anche pròtasi, introdotta da se, qualora) e una reggente che contiene la conseguenza dell'azione espressa dalla dipendente (chiamata anche apòdosi, introdotta spesso da allora).

 

            es.: se farai ciò (premessa, pròtasi), allora sarai lodato da tutti (conseguenza, apòdosi)

In dipendenza della realtà dell'ipotesi e della conseguenza distinguiamo tre tipi di periodo ipotetico ed è utile individuarli subito per avere una traduzione più semplice ed efficace:

Se in entrambe le proposizioni troviamo usato il modo indicativo, avremo un periodo ipotetico del primo tipo, cioè della realtà, in cui la premessa è concepita come un fatto reale e la conseguenza è data come sicura e necessaria.

                        es.: si hoc dicis, erras                se dici questo, ti sbagli

 

Se in entrambe le proposizioni troviamo usato il modo congiuntivo nei tempi principali (quindi presente o perfetto, in dipendenza se l'ipotesi riguarda il presente o il passato), avremo un periodo ipotetico del secondo tipo, cioè della possibilità o eventualità, in cui la premessa è data come possibile a compiersi e la conseguenza è concepita anch'essa come possibile.

            es.: si hoc dicas, erres                se tu dicessi questo, sbaglieresti

Se in entrambe le proposizioni troviamo usato il modo congiuntivo nei tempi storici (quindi imperfetto o piuccheperfetto, se l'ipotesi è irreale nel presente o nel passato), avremo un periodo ipotetico del terzo tipo, cioè della irrealtà, in cui la premessa è considerata come non reale nel presente o nel passato; esprime quindi un fatto che non ha luogo o non ha avuto luogo.

es.:   si dives essem, domum èmerem          se fossi ricco (ma non lo sono), comprerei una casa

 

Note

 

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