Il genere dell'epigramma

 

In realtà, nell'ambito della poesia latina, prima di Marziale, non abbiamo una vera "tradizione" che riguardi gli epigrammi: praticamente, solo Catullo svolse una funzione importante di mediazione fra cultura greca e latina nella storia di questo genere letterario, piegandolo ad espressione di sentimenti, gusti, passioni (cioè a temi della vita individuale) nonché a strumento di vivace aggressione polemica; quasi nulla, invece, sappiamo di quei poeti che Marziale indica come suoi "auctores", tranne forse di Lucillio, epigrammatista dell'età di Nerone: dal primo, il nostro poeta mutuerà sostanzialmente l'aggressiva vivacità, dal secondo la rappresentazione comica di difetti fisici, di tipi e caratteri sociali, nonché la tecnica della "trovata finale"; caratteri - questi - che egli svilupperà in senso fortemente comico-satirico a sfondo sociale (allineandosi, in tal modo, anche alla tradizione satirica tipicamente romana).

 

 

Le origini del genere: Grecia

La nascita dell'epigramma risale, quindi, come il nome stesso ("epigramma", lett. "scritto sopra"), propriamente alla letteratura greca degli ultimi decenni dell'VIII secolo a. C., dove la sua funzione era essenzialmente commemorativa (era inciso, ad esempio, su pietre tombali o su offerte votive): il padre di questo genere, nella sua forma artistica più evoluta, fu leggendariamente indicato in Omero, ma prime vere testimonianze ne abbiamo solo con Archiloco (VII sec. a.C.), con Anacreonte di Ceo e soprattutto Simonide di Ceo (VI sec.).

 

In età ellenistica, però, esso - pur conservando la sua caratteristica brevità - mostra di essersi emancipato dalla forma epigrafica e dalla destinazione pratica, presentandosi come un tipo di componimento adatto alla poesia d'occasione, a fissare - nel giro di pochi versi - l'impressione di un momento: un componimento cui non si sottrassero nemmeno Callimaco e Teocrito. I temi erano di tipo leggero: erotico, satirico, parodistico, accanto a quelli più tradizionali, ad es. di carattere funebre; stilisticamente raffinata con contenuto per lo più di natura privata e soggettiva.

 

 

Le origini del genere: Roma

A Roma diventa di gran moda in seguito all’ellenizzazione della cultura tipica del II-I sec. a.C. Vi attingono tutti i circoli che si ispirano alla cultura e alla letteratura greca: Scipioni, preneoterici e Lutazio Catulo, neòteroi e Catullo (tutta la terza parte del Liber è costituita da epigrammi). Catullo è, per altri versi (nei Carmina docta) a metà strada fra epigramma ed elegia: il carme 68 rappresenta forse il precedente più immediato dell'elegia erotica latina (Partenio di Nicea e Cornelio Gallo sono altri probabili tramiti): essa è del tutto originale nei contenuti (non più oggettivi e mitologici, ma soggettivi) rispetto al precedente greco, a differenza dell'epigramma, più rispettoso dei canoni tradizionali ellenici.

 


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