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Saba non capisce la crisi della parola del Decadentismo e degli inizi del Novecento. Pier Vincenzo Mengaldo dice che Sba utilizza il «sermo trito e antico che tutti vivono e parlano».
Riesuma il linguaggio della tradizione letteraria: metrica e rime regolari, linguaggio referenziale e lessico quotidiano.
Crea una poesia aulica per bilanciare il linguaggio quotidiano e per rivelare la veritą istintuale che l'uomo civile censura o reprime. Crede, infatti, che l'esperienza individuale sia ripetizione di un'esperienza gią vissuta (č la cifra del suo antistoricismo).
Non usa una prosa dimessa, ma nobile e grave, ispirata da una «Musa dai semplici panni» (sono parole di Saba stesso), ma che sempre Musa rimane. In questo c'č la differenza con i Crepuscolari, che ostentano volutamente una prosaicitą, usando la prosa come controcanto o parodia.