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I
conoscitori e gl'imitatori delle opere greche trovano in questi
capolavori non solo il più bell'aspetto della natura, ma anche più
della natura, cioè certe bellezze ideali di essa, che, come insegna
un antico commentatore di Platone sono composte di figure create
soltanto nell'intelletto.
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L'imitazione
del bello della natura o
si attiene ad un solo modello o è data dalle osservazioni fatte su
vari modelli riunite in un soggetto solo. Nel primo caso si fa
una copia somigliante, un ritratto: è il modo che conduce alle
forme ed alle figure olandesi. Nel secondo caso invece si
prende la via del bello universale e delle immagini ideali di questo
bello; ed è questa la via che presero i Greci.
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Ma
la differenza fra i Greci e noi sta in questo: che i Greci
riuscirono a creare queste immagini. anche se non ispirate da corpi
belli, per mezzo della continua occasione che avevano di osservare
il bello della natura: la quale, invece, a noi non si mostra tutti i
giorni e raramente si mostra come l'artista la vorrebbe.
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La
natura non produrrà facilmente un corpo così perfetto come quello
dell'Antinoo Admirando, e non sarà possibile formarsi
un'idea che superi le proporzioni più che umane di una bella
divinità come l'Apollo del Vaticano : in questa statua si
presenta ai nostri occhi quanto natura, spirito ed arte hanno saputo
creare.
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Apollo del Belvedere
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Antinoo
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Io
credo che l'imitazione di questi due modelli potrebbe insegnare il
modo più celere per diventar maestro, poiché nell'uno essa ci
mostra riunito tutto ciò che è sparso nell'intera natura,
nell'altro fin dove la più bella natura, con ardire ma anche con
saggezza, può superare se stessa. Tale imitazione insegnerà
a pensare e ad immaginare con sicurezza, giacché si troverà
fissato in questi modelli l'ultimo limite del bello umano e del
bello divino.
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Con
la parola «panneggio» s'intende tutto quello che l'arte insegna
sui rivestimenti che coprono le nudità delle figure e sulle pieghe
di essi. Questa scienza costituisce, dopo la “bella
natura” e dopo il “nobile contorno”, il terzo pregio delle
opere antiche.
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Però
si deve riconoscere che alcuni grandi artisti, principalmente
pittori di epoche moderne, in qualche caso si sono allontanati,
senza svantaggio per la natura e per la verità, dalla maniera usata
comunemente dai maestri greci nel vestire le figure. Il
panneggio greco è lavorato generalmente con stoffe sottili e
bagnate che quindi aderiscono strettamente alla pelle ed al corpo
lasciando vedere il nudo, come tutti gli artisti sanno. L'intero
vestito della donna greca era di stoffa sottilissima e perciò
veniva chiamato peplon, ossia velo.
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Vittoria
che scioglie il sandalo, Tempio di Athena Nike, Atene
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Botticelli,
La primavera, particolare della danza delle Grazie
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Infine,
la generale e principale caratteristica dei capolavori greci è una
nobile semplicità e una quieta grandezza, sia nella posizione che
nell'espressione. Come la profondità del mare che resta
sempre immobile per quanto agitata ne sia la superficie,
l'espressione delle figure greche, per quanto agitate da passioni,
mostra sempre un'anima grande e posata. Quest'anima,
nonostante le più atroci sofferenze, si palesa nel volto del Laocoonte,
e non nel volto solo. Il dolore che si mostra in ogni
muscolo e in ogni tendine del corpo e che al solo guardare il ventre
convulsamente contratto, senza badare né al viso né ad altre
parti, quasi crediamo di sentire noi stessi, questo dolore, dico,
non si esprime affatto con segni di rabbia nel volto o
nell'atteggiamento. Il Laocoonte non grida orribilmente
come nel canto di Virgilio: il modo con cui la bocca è aperta, non
lo permette; piuttosto ne può uscire un sospiro angoscioso e
oppresso come lo descrive Sadoleto. Il dolore del corpo e la
grandezza dell'anima" sono distribuiti con eguale misura per
tutto il corpo e sembrano tenersi in equilibrio. Laocoonte
soffre; ma soffre come il Filottete di Sofocle: il suo patire ci
tocca il cuore, ma noi desidereremmo poter sopportare il dolore come
quest'uomo sublime lo sopporta.
Il
gruppo del Laocoonte ( copia dell'originale di età ellenistica )
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L'espressione
di un'anima così elevata oltrepassa di molto le forme della bella
natura: l'artista doveva sentire nel suo intimo la potenza
spirituale che egli trasmise nel suo marmo. In Grecia
l'artista e il filosofo appaiono uniti in una stessa persona. La
saggezza porgeva la mano all'arte e infondeva nelle figure anime
superiori al comune livello.
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Più
tranquilla è la posizione dei corpo e più è in grado di esprimere
il vero carattere dell'anima: in tutte le posizioni che troppo si
allontanano da quella del riposo, l'anima, non si trova nel suo
stato normale, ma in uno stato di costrizione e di violenza.
L'anima si fa più facilmente conoscere ed è più caratteristica
nelle forti passioni, ma grande e nobile è solo in stato d'armonia,
cioè di riposo.
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