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Sperling Paperback, 2005 pag. 380 prezzo: 10,50 € |
La cornice in cui si inserisce la ricostruzione dei tanti eventi ripercorsi nel volume vede Giampaolo Pansa confrontarsi con Livia, una brillante funzionaria della Biblioteca Nazionale di Firenze, che a suo tempo aveva svolto ricerche sui fatti sanguinosi dell'immediato dopoguerra. Libro sconvolgente per i contenuti, il tributo di sangue di 19.801 persone trucidate dopo il 25 aprile 1945, in una scia di rappresaglie protrattasi per anni. Pochi i colpevoli, la maggioranza gente che si trovava dalla parte sbagliata, che aveva giurato fedeltà alla RSI di Salò, convinti o semplicemente costretti. Una spirale di violenza gettata nell’oblio dalle classi politiche che avrebbero dovuto porvi freno, non solo per placare un irrefrenabile e sconsiderata iniziativa di giustizia popolare, ma per rispetto dell’ideale nazionale di libertà, per gettare una base più solida nella costruzione di un’Italia libera e democratica. Stragi anonime, delitti mirati, spesso per saldare un conto personale in sospeso con l’industriale capitalista o con la classe agraria, vecchia guardia della rivoluzione fascista, sete di giustizia sommaria, decimazione di militi inermi della GNR, esecuzioni giustificate con il debole pretesto della militarizzazione del partito proclamata dal gerarca Alessandro Pavolini, che condannò migliaia di uomini e donne,molti ancora adolescenti, del tutto innocenti. Pansa riunisce centinaia di frammenti di quel che avvenne dopo la liberazione, setacciando gli archivi dell’Italia del Nord, e raccontandoli, con un trucco narrativo che non pregiudica la serietà nel trattare un tema così delicato, nel corso di un’ipotetica ricerca storica svolta a quattro mani con una bibliotecaria fiorentina. Molte piccole realtà vengono descritte con profusione di nomi, luoghi e date, per cui è facile disorientarsi nel tentativo di comprendere la vera estensione della guerra civile, prolungatasi ben oltre il 25 aprile. La mole impressionante di dati e di riferimenti non lascia scampo. L'accusa di revisionismo è sempre in agguato per chi, pur condividendo le stesse posizioni dei vincitori, vuole scrivere tutta intera la storia. Pansa non se ne cura e indaga nelle pieghe di episodi e circostanze che videro migliaia di italiani vittime delle persecuzioni e delle vendette di partigiani e antifascisti. |