Il
Minotauro, 2004
pag. 271
prezzo: 12,50
€
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Questo
libro rompe un tabù, descrivendo l'ambiguo e preoccupante ruolo svolto
negli ultimi decenni dall'ONU in tema di diritti umani. Da tempo l'ONU si
è sempre più allontanato dai suoi conclamati riferimenti ideali - la
Carta dei Diritti del 1948 - per perpetrare e diffondere nuove concezioni
che tendono a presentare i diritti dell'uomo come frutto di convenzioni
che acquisiscono forza di legge una volta ratificate. Pertanto, essi non
hanno più un proprio indelebile fondamento civile e morale, né dipendono
minimamente da qualsiasi forma di verità oggettiva, bensì costituiscono
materia di continua evoluzione ideologica.
Recensione-intervista
all'autore apparsa su «Avvenire» del 19 marzo 2005
Malthus?
Abita all'Onu
Le
Nazioni Unite sono ben avviate sulla strada del "totalitarismo
globale", anzi questa deriva è già in atto. E' quanto dimostra
padre Michael Schooyans nella sua ultima opera Il volto nascosto dell'Onu.
Schooyans è professore emerito dell'Università di Lovanio (Belgio),
autore di molte opere sulle politiche demografiche mondiali e sulle
istituzioni internazionali, nonché membro della Pontificia Accademia
delle Scienze Sociali. Le sue tesi sono spesso controcorrente, ma ha anche
il merito di avvertire con largo anticipo argomenti che poi diventano di
grande attualità. Come quello, ad esempio, dell'inverno demografico,
ovvero dei preoccupanti, drastici, cali della fertilità che affliggono
l'Europa. Ora Schooyans punta il dito contro l'Onu, accusata di aver
tradito la Dichiarazione universale dei diritti umani a favore di una
visione relativista, con l'imposizione di un "pensiero unico
globale".
Professor Schooyans, lei sostiene che la Dichiarazione universale dei
diritti dell'uomo sia stata di fatto superata dai "nuovi diritti
dell'uomo", sintetizzati nella Carta della Terra approvata nel 2000.
Può spiegare questo passaggio?
«La Dichiarazione del 1948 riconosce il posto unico dell'uomo nel mondo
creato. L'uomo è certamente legato al mondo in cui vive, ma non è una
creatura come le altre. E' una persona, cioè una creatura dotata di
ragione e libertà. Può comprendere il mondo e, in una certa misura,
trasformarlo, umanizzarlo. Questa vocazione che gli è propria, l'uomo la
realizza nel dialogo e nella concertazione con i suoi simili. Tutte le
grandi dichiarazioni dei diritti dell'uomo hanno riconosciuto la dignità
dell'uomo e affermato il ruolo centrale che egli ha nel mondo. Dopo una
ventina d'anni, questa centralità dell'uomo è messa in discussione da
iniziative patrocinate dall'Onu. E' il caso della Carta della Terra, che
vuole ridurre l'uomo a un volgare prodotto dell'evoluzione della materia.
L'uomo dovrebbe ammettere che non ha alcu na dignità che lo
contraddistingue dalle cose materiali, che non è al centro del mondo, che
è destinato a scomparire in una morte definitiva. Questo progetto di
Carta della Terra è un progetto anti-umanista, panteista e pagano».
Lei vi vede un dispotismo che affonda le sue radici nel socialismo. Può
spiegare in quali elementi si riconosce questa eredità?
«Filosofi come Feuerbach, ispiratori di Marx, hanno tentato di provocare
il naufragio della persona. L'individuo umano cioè non avrebbe una sua
consistenza se non quella di riconoscere che è l'espressione effimera
dell'umanità generica. La stessa idea emerge dal progetto della Carta
della Terra, al quale collabora non a caso Mikhail Gorbaciov. La sola
differenza fondamentale è che invece di essere espressione dell'umanità
generica, oggi l'uomo non sarebbe che un'espressione effimera di Gaia, la
dea-Terra».
Quando si parla di riforma dell'Onu ci si riferisce sempre al Consiglio
di sicurezza. Ma i cambiamenti più importanti sembrano in realtà quelli
che vedono il potere concentrarsi sempre più nelle mani delle varie
agenzie dell'Onu...
«L'Onu è costituita da un complesso di istituzioni e di agenzie diverse
fra di loro. Da una parte si deve riconoscere che alcune di queste
realizzano un lavoro umanitario degno di stima. Con dei mezzi limitati l'Onu
si sforza, ad esempio, di prevenire i conflitti o di aiutare il ritorno
alla pace. Alcune sue istituzioni, come la Divisione per la popolazione,
godono di un credito scientifico meritato. Ma accanto a queste l'Onu
dirige e finanzia delle agenzie a forte connotazione ideologica
malthusiana e neomalthusiana. E' il caso del Fondo per la popolazione (Unfpa)
e, in misura appena minore, dell'Unicef e dell'Organizzazione mondiale
della sanità. Con il pretesto degli aiuti allo sviluppo, finanziano
programmi ostili alla vita e ala famiglia. Si inventano i sedicenti
"nuovi diritti dell'uomo" che implicano il diritto al'aborto,
alla sterilizzazione, all'euta nasia, e così via. Basta andare a visitare
i siti internet di queste agenzie. Se vuole avere credibilità, e la sua
stessa ragione di esistere, l'Onu deve fare ordine e procedere a un
discernimento rigoroso tra i dipartimenti che meritano un elogio e quelli
che suscitano ampie riserve».
Lei dedica un capitolo al ruolo dell'Europa, complice e vittima di
questa "colonizzazione globale". Come spiega la deriva di questa
Europa divenuta la punta più avanzata del radicalismo?
«I Paesi dell'Europa partecipano in misura diversa ai progetti di
"colonizzazione globale" varati dalle agenzie dell'Onu. Molti
tecnocrati dell'Unione Europea si rifanno apertamente all'ideologia
neo-malthusiana e sostengono concetti inammissibili a proposito dei
"nuovi diritti dell'uomo". La Ue rischia perciò di diventare
paradossalmente un motore del suicidio intellettuale, morale, giuridico e
politico dell'Europa. Ma essa è anche la principale vittima del programma
mortifero che vuole esportare, e imporre, in tutto il mondo. Per essere
credibile in questo progetto, infatti, accetta essa stessa di invecchiare
e morire».
Riccardo
Cascioli |