Recensione

 

Rino Cammilleri, L'inquisitore (1998)

Pisa, anno di grazia 1247. La cittadinanza è turbata da un misterioso delitto dinanzi al palazzo arcivescovile è stato rinvenuto il cadavere di una giovane, bellissima donna, Beatrice Sciancati.

L'arcivescovo Vitale sospetta che dietro l'assassinio si celino le trame criminose della setta eretica dei catari. Il prelato convoca il domenicano Corrado di Tours, esperto inquisitore, e lo incarica di indagare su quel caso dai delicati risvolti politico - religiosi.

All'inquisitore detective si affianca l'amico Gaddo Casalberti, anch'egli domenicano. Si costituisce così un sodalizio inquirente che sembra alludere ai celebri binomi Sherlock Holmes - Watson (Conan Doyle) e Guglielmo di Baskerville - Adso (Umberto Eco, Il nome della rosa). Tra investigazione e crisi spirituale del protagonista, Rino Cammilleri ha calato in un Medioevo ricostruito con rigore storico una vicenda appassionante come un giallo.

 

 

Dati bibliografici

 

Edizioni San Paolo

Cinisello Balsamo (MI) 2001, 3 ed.

232 pagine, 12,39 €


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