La
seconda stanza della canzone di Guinizzelli, Al cor gentile
rempaira sempre amore
La canzone di Guinizzelli non si comprende
correttamente senza avere coscienza del significato filosofico dei termini e
delle immagini utilizzate. Per comprendere questa tematica, è necessario
conoscere alcuni concetti chiave del pensiero aristotelico: i concetti di materia
e forma e, soprattutto, i concetti di potenza e atto.
Aristotele, nella Metafisica, sostiene
che ogni entità, che egli chiama sostanza, è costituita di materia
e forma.
Per fare un esempio concreto, un tavolo è
costituito da una materia (il legno) e da una forma (ciò che lo fa essere
appunto un tavolo e non un bastone o una trave). La stessa materia può
assumere molte forme (il legno di un albero può diventare tavolo, trave o
bastone; non può diventare però uomo o pulcino). Diremo allora che nella
materia “legno” ci sono alcune (e solo alcune) forme: quella di tavolo, di
trave o di bastone, e molte altre.
Ma in che modo la forma è contenuta nella
materia? Essa vi è presente solo potenzialmente. Perché la forma si
realizzi, passi in atto (perché il legno divenga un tavolo) sarà
necessario l’intervento di qualcosa o qualcuno, che Aristotele chiama causa
efficiente. Continuando nel nostro esempio, diciamo che, affinché la forma
di tavolo, potenzialmente contenuta nel legno, passi dalla potenza
all’atto, occorrerà il lavoro del falegname (la causa efficiente).
A questo punto può essere meglio chiarita la
tematica trattata nella seconda stanza:
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Foco d’amore in gentil
cor s’aprende
come vertute in petra preziosa,
che da la stella valor no i discende
anti che ’l sol la faccia gentil cosa;
poi che n’ha tratto fòre
per sua forza lo sol ciò che li è vile,
stella li dà valore:
così lo cor ch’è fatto da natura
asletto, pur, gentile,
donna a guisa di stella lo ’nnamora.
Il fuoco dell’amore
si desta (apprende) dentro il cuore gentile allo stesso modo che
le proprietà tipiche delle pietre preziose (virtute, al
singolare) si “apprendono” in esse: tali virtù discendono dalle
stelle e si destano nelle pietre, ma non prima che il sole le abbia
purificate, facendone cosa gentile. Una volta che il sole, con la sua
forza, ha tratto fuori dalla pietra ogni impurità (ciò che li è
vile), la stella le conferisce la sua proprietà (valore).
Alla stessa maniera nel cuore, che la natura ha reso eletto (asletto),
puro e gentile, nasce l’amore per l’influsso della donna, simile all’influsso
della stella.
L’amore si trova nel cuore gentile, ma solo
potenzialmente. Esso può passare in atto solo grazie alla
donna, che è la causa efficiente dell’innamoramento. Questo processo
è simile a un processo naturale cui credeva la scienza del tempo: si pensava
infatti che le pietre avessero delle proprietà specifiche (delle quali
parlavano appositi trattati, i lapidari). Ma queste proprietà erano
presenti solo in potenza: a farle passare in atto erano gli influssi degli
astri, che agivano anch’essi come causa efficiente.
Attenzione però: non tutte le pietre possono
ricevere le loro virtù dagli astri; ciò accadrà solo alle pietre preziose,
a quelle cioè che (per l’influsso benefico del sole) sono state liberate di
ogni impurità. Allo stesso modo, non tutti i cuori possono ricevere l’amore
dalla donna. Ciò accadrà solo ai cuori gentili, che sono cioè liberi
dalle impurità per opera della natura.
La similitudine, come si vede,
è molto articolata, ma si può così schematizzare: